La Divina Commedia

270 Canto XXXII 43-48 «Ditemi, voi che siete così strettamente abbracciati , dissi io, «chi siete? . E quelli piegarono il collo; dopo che ebbero alzato il viso verso di me, i loro occhi, che prima erano pur molli di pianto all interno, fecero scender le lacrime sulle labbra, e il gelo indurì le lacrime e li richiuse strettamente (riserrolli). 49-51 Mai una spranga di ferro cinse così fortemente legno con legno; per cui essi come due montoni (becchi) cozzarono uno contro l altro, tanto violenta rabbia li travolse. 52-57 E uno che aveva perduto le orecchie per il gelo, seguitando a tenere il volto in giù, disse: «Perché ci guardi (ti specchi in noi) con tanta insistenza? Se vuoi sapere chi sono questi due, la valle da cui il fiume Bisenzio discende appartenne al padre loro Alberto e a loro due. 58-66 Ebbero la stessa madre; e potrai cercare per tutta la Caina, e non troverai anima più degna di essere confitta nel ghiaccio (gelatina): non colui al quale fu spaccato il petto e l anima con un colpo solo dalla mano di Artù; non Focaccia; non costui che mi impedisce la vista con la sua testa, così che non vedo più oltre, e fu chiamato Sassolo Mascheroni; se sei toscano, sai bene chi fu. 67-69 E perché tu non mi faccia entrare in altri discorsi, sappi che io fui Camicione de Pazzi; e aspetto Carlino che mi discolpi . (vv. 70-123) L Antenora e i traditori della patria 70-72 Dopo vidi moltissimi visi resi lividi (cagnazzi) dal freddo; per cui mi viene un brivido, e mi verrà sempre, (a vedere) acque ghiacciate. 73-78 E mentre procedevamo verso il centro (mezzo) dove si raccoglie ogni gravità terrestre, e io tremavo nell eterno gelo (rezzo); se fu volontà mia o destino o caso non so; ma, passeggiando fra le teste, percossi con violenza il viso di un dannato. 79-81 Piangendo mi gridò: «Perché mi pesti? se tu non vieni ad accrescere la vendetta di Montaperti, perché mi tormenti? 82-84 E io: «Maestro mio, aspettami qui, così che io mi chiarisca un dubbio su costui; poi mi farai quanta fretta vorrai . 85-87 La guida si fermò, e io dissi a colui che ancora imprecava con veemenza: «Chi sei tu che così aspramente rimproveri gli altri? . 88-90 «O tu chi sei che vai per l Antenora percuotendo il volto altrui , rispose, «in modo che, se fossi vivo, sarebbe (fora) oltraggio? . 91-96 «Sono vivo io, e ti può tornar gradito, se cerchi fama, che io metta il tuo nome insieme ai miei ricordi . Ed egli a me: «Del contrario ho desiderio. «Ditemi, voi che sì strignete i petti , diss io, «chi siete? . E quei piegaro i colli; 45 e poi ch ebber li visi a me eretti, li occhi lor, ch eran pria pur dentro molli, gocciar su per le labbra, e l gelo strinse 48 le lagrime tra essi e riserrolli. Con legno legno spranga mai non cinse forte così; ond ei come due becchi 51 cozzaro insieme, tanta ira li vinse. E un ch avea perduti ambo li orecchi per la freddura, pur col viso in giùe, 54 disse: «Perché cotanto in noi ti specchi? Se vuoi saper chi son cotesti due, la valle onde Bisenzo si dichina 57 del padre loro Alberto e di lor fue. D un corpo usciro; e tutta la Caina potrai cercare, e non troverai ombra 60 degna più d esser fitta in gelatina: non quelli a cui fu rotto il petto e l ombra con esso un colpo per la man d Artù; 63 non Focaccia; non questi che m ingombra col capo sì, ch i non veggio oltre più, e fu nomato Sassol Mascheroni; 66 se tosco se , ben sai omai chi fu. E perché non mi metti in più sermoni, sappi ch i fu il Camiscion de Pazzi; 69 e aspetto Carlin che mi scagioni . Poscia vid io mille visi cagnazzi fatti per freddo; onde mi vien riprezzo, 72 e verrà sempre, de gelati guazzi. E mentre ch andavamo inver lo mezzo al quale ogne gravezza si rauna, 75 e io tremava ne l etterno rezzo; se voler fu o destino o fortuna, non so; ma, passeggiando tra le teste, 78 forte percossi l piè nel viso ad una. Piangendo mi sgridò: «Perché mi peste? se tu non vieni a crescer la vendetta 81 di Montaperti, perché mi moleste? . E io: «Maestro mio, or qui m aspetta, sì ch io esca d un dubbio per costui; 84 poi mi farai, quantunque vorrai, fretta . Lo duca stette, e io dissi a colui che bestemmiava duramente ancora: 87 «Qual se tu che così rampogni altrui? . «Or tu chi se che vai per l Antenora, percotendo , rispuose, «altrui le gote, 90 sì che, se fossi vivo, troppo fora? . «Vivo son io, e caro esser ti puote , fu mia risposta, «se dimandi fama, 93 ch io metta il nome tuo tra l altre note .

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato