La Divina Commedia

Temp era dal principio del mattino, e l sol montava n sù con quelle stelle 39 ch eran con lui quando l amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch a bene sperar m era cagione 42 di quella fiera a la gaetta pelle l ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse 45 la vista che m apparve d un leone. Questi parea che contra me venisse con la test alta e con rabbiosa fame, 48 sì che parea che l aere ne tremesse. Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, 51 e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch uscia di sua vista, 54 ch io perdei la speranza de l altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne l tempo che perder lo face, 57 che n tutti suoi pensier piange e s attrista; tal mi fece la bestia sanza pace, che, venendomi ncontro, a poco a poco 60 mi ripigneva là dove l sol tace. Mentre ch i rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto 63 chi per lungo silenzio parea fioco. Quando vidi costui nel gran diserto, «Miserere di me , gridai a lui, 66 «qual che tu sii, od ombra od omo certo! . Rispuosemi: «Non omo, omo già fui, e li parenti miei furon lombardi, 69 mantoani per patr a ambedui. Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto l buono Augusto 72 nel tempo de li dèi falsi e bugiardi. 39. amor divino: è una perifrasi con cui viene indicato Dio nell Inferno (l avversario d ogne male, Inf. II, 16; il re de l universo, Inf. V, 91). Il suo nome, infatti, non può essere pronunciato nel regno del male. Dio è designato col termine «amore per sottolineare come la creazione sia stata un atto di amore nei confronti degli uomini. 42. a la: gallicismo frequente in Dante al posto di con; gallicismi sono i termini desunti sia dal francese (lingua d o l) sia dal provenzale (lingua d oc). 43. la dolce stagione: la primavera nel Medioevo era considerata propizia, perché vi si collocavano la creazione del mondo e l incarnazione e morte di Cristo. 45. leone: il leone è simbolo del peccato di superbia ( Parole in chiaro). 37-48 Era l ora dell inizio del mattino e il sole saliva verso l alto insieme con la costellazione (dell Ariete), quella stessa che era con lui, quando l amore divino mise in moto per la prima volta quelle belle cose (gli astri del cielo); così che l ora mattutina e la dolce stagione (era primavera) mi davano motivo di sperare bene riguardo a quella fiera dal pelo variopinto (gaetta), ma non fino al punto da non provar paura alla vista di un leone. Sembrava che questo avanzasse contro di me a testa alta e con una fame così rabbiosa, che perfino l aria sembrava tremarne. 49-54 (Poi fu la volta) di una lupa, che nella sua magrezza sembrava portare impressa ogni cupidigia, e molte persone sembrava avere già tormentato; questa mi comunicò una tale angoscia (gravezza), per il terrore che emanava dal suo aspetto, che io persi la speranza di poter raggiungere la vetta del colle. 55-60 E come colui che volentieri accumula ricchezze e poi viene il momento in cui perde tutto, e allora piange e si rattrista in tutti i suoi ragionamenti, così mi ridusse quella bestia implacabile, che, venendomi incontro, lentamente mi sospingeva dove il sole non risplende (cioè di nuovo nella selva). (vv. 61-111) L incontro con Virgilio 61-66 Mentre precipitavo verso il basso (la valle della selva), mi apparve all improvviso davanti agli occhi uno che, a causa del lungo silenzio, appariva debole. Quando lo vidi nella grande solitudine del luogo, gli gridai: «Abbi pietà (miserere) di me, chiunque tu sia, o ombra o uomo vivo! . 67-72 Mi rispose: «Non sono un uomo, ma lo sono stato, e i miei genitori furono lombardi, ambedue mantovani di nascita. Nacqui al tempo di Giulio Cesare, anche se troppo tardi (per essere noto a lui), e vissi a Roma sotto il valente Augusto al tempo degli dèi (pagani) falsi e ingannevoli. 49. lupa: la lupa è la fiera più temibile, sim- boleggia l avidità e la cupidigia ( Parole in chiaro). 55-57. E qual ... s attrista: la similitudine si riferisce all avaro. 60. l sol tace: la sinestesia fonde la sensazione visiva (sol) con quella uditiva (tace) e accentua l oscurità della selva. 63. chi ... fioco: Virgilio è allegoria della ragione che a lungo non si è fatta sentire nell animo del peccatore e quando ricomincia a parlargli, per ricondurlo sulla retta via, stenta a farsi sentire ( Personaggi). 65. Miserere di me: latino: miserere mei, invocazione diffusa anche tra il popolo, che rispondeva in latino alle litanie durante le funzioni religiose. L espressione latina conferisce un tono solenne alla richiesta di Dante. 68. parenti lombardi: parenti, dal latino parentes = genitori; lombardi: nel Medioevo tutta l Italia settentrionale era chiamata Lombardia (Longobardia). 70. Nacqui sub Iulio ... tardi: Giulio Cesare fu ucciso nel 44 a.C. quando Virgilio aveva 26 anni, di modo che non poterono conoscersi ( Personaggi). Virgilio morì nel 19 a.C. e non ha conosciuto neppure le leggi di Cristo ( vv. 124-125). Virgilio si presenta a Dante con un agnizione (dal verbo latino agnoscere: render noto , riconoscere ), ovvero attraverso un espediente, tipico del teatro greco e latino, che consiste nel fornire gradualmente particolari per giungere al riconoscimento della vera identità di un personaggio fino a quel momento tenuta nascosta. 27 Inferno La selva oscura

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato