La Divina Commedia

del canto, il primo dei tre dedicati al nono cer chio,All inizio Dante rivolge un invocazione alle Muse, affinché lo assistano nell arduo compito di trovare rime aspre e chiocce, ovvero parole adeguate a descrivere l orrenda realtà che si trova ad affrontare nel cerchio dove sono puniti i peggiori peccatori, i traditori. Il linguaggio e lo stile sfoggiato subito dopo da Dante nella descrizione del lago ghiacciato Cocito sono infatti stridenti, costellati di rime onomatopeiche. L incontro con il Fiorentino Bocca degli Abati, traditore della patria, responsabile della sconfitta di Montaperti (1260) è collocato al centro del canto, tutto dominato da un atmosfera di odio, violenza e rabbia. All'asprezza del linguaggio, infatti, corrisponde la durezza dei dialoghi. Il canto si conclude poi con la preparazione dell incontro con un dannato particolare, il conte Ugolino della Gherardesca, protagonista del canto successivo. S o avessi le rime aspre e chiocce, come si converrebbe al tristo buco 3 sovra l qual pontan tutte l altre rocce, io premerei di mio concetto il suco più pienamente; ma perch io non l abbo, 6 non sanza tema a dicer mi conduco; ché non è impresa da pigliare a gabbo discriver fondo a tutto l universo, 9 né da lingua che chiami mamma o babbo. Ma quelle donne aiutino il mio verso ch aiutaro Anf one a chiuder Tebe, 12 sì che dal fatto il dir non sia diverso. Oh sovra tutte mal creata plebe che stai nel loco onde parlare è duro, 15 mei foste state qui pecore o zebe! Come noi fummo giù nel pozzo scuro sotto i piè del gigante assai più bassi, 18 e io mirava ancora a l alto muro, dicere udi mi: «Guarda come passi: va sì, che tu non calchi con le piante 21 le teste de fratei miseri lassi . Per ch io mi volsi, e vidimi davante e sotto i piedi un lago che per gelo 24 avea di vetro e non d acqua sembiante. Non fece al corso suo sì grosso velo di verno la Danoia in Osterlicchi, 27 né Tana là sotto l freddo cielo, com era quivi; che se Tambernicchi vi fosse sù caduto, o Pietrapana, 30 non avria pur da l orlo fatto cricchi. E come a gracidar si sta la rana col muso fuor de l acqua, quando sogna 33 di spigolar sovente la villana, livide, insin là dove appar vergogna eran l ombre dolenti ne la ghiaccia, 36 mettendo i denti in nota di cicogna. Ognuna in giù tenea volta la faccia; da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo 39 tra lor testimonianza si procaccia. Quand io m ebbi dintorno alquanto visto, volsimi a piedi, e vidi due sì stretti, 42 che l pel del capo avieno insieme misto. (vv. 1-15) Invocazione alle Muse 1-12 Se io possedessi parole aspre e stridule, (chiocce) come si converrebbe al tristo pozzo sopra il quale premono tutti gli altri cerchi, io spremerei la sostanza (il succo) del mio pensiero (concetto) più compiutamente; ma poiché non le ho (l abbo), mi accingo di parlarne non senza timore; infatti non è impresa da prendere alla leggera (a gabbo) descrivere il fondo di tutto l universo, né da lingua inesperta. Ma aiutino i miei versi quelle donne (le Muse) che aiutarono Anfione a cingere Tebe di mura, così che il mio parlare non sia diverso dalla realtà. 13-15 O gente vile più di tutte creata al male, che stai nel luogo di cui parlare è difficile, sarebbe stato meglio se foste state pecore o capre (zebe)! (vv. 16-69) Il Cocito, la Caina e Camicione de Pazzi 16-21 Come fummo giù nel pozzo scuro, molto più in basso dei piedi del gigante e io guardavo ancora l alta parete del pozzo, sentii dirmi: «Fa attenzione a come passi: cammina in modo da non calpestare le teste dei poveri infelici fratelli . 22-24 Per cui mi volsi, e mi vidi davanti e sotto i piedi un lago che per il gelo sembrava (avea... sembiante) di vetro e non di acqua. 25-30 Non fece mai al suo corso una così consistente lastra di ghiaccio il Danubio in Austria (Osterlicchi) d inverno né il Don (Tana ) sotto il cielo freddo, come era qui; che se vi fosse caduto il monte Tambura (Tambernicchi), o il Pania (Pietrapana), non avrebbe emesso uno scricchiolio (cricchi) nemmeno sull orlo. 31-36 E come la rana sta a gracidare con il muso fuori dall acqua, quando la contadina sogna spesso di spigolare, livide, immerse nel ghiaccio fino al viso, stavano le anime dolenti, facendo con i denti il suono della cicogna. 37-39 Ognuna teneva la faccia rivolta in giù; tra loro il freddo è reso evidente dalla bocca e l intima angoscia dagli occhi. 40-42 Quando mi fui guardato un po intorno, abbassai lo sguardo verso i piedi, e vidi due così uniti, che avevano i capelli mischiati l uno con l altro. Inferno Il Cocito 269

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato