La Divina Commedia

Il passaggio all ultima regione dell Inferno è segnalato dal lo spaventoso dislivello che divide il nono cerchio dall ottavo e con la presenza di figure mitologiche poste a guardia del cerchio. Anche lo scenario cambia tingendosi di un atmosfera tragica e solenne, impersonata dalle sagome immobili dei giganti confitti nel ghiaccio. Le figure dei guardiani sono ispirate alla tradizione biblica ma anche a quella classica e rappresentano la superbia e l orgoglio di chi pensa di poter sfidare la potenza divina e ad essa equipararsi; viene così anticipato il ribelle più grande di tutti, Lucifero, confitto nel fondo del pozzo e personaggio dominatore nell ultimo canto dell Inferno. Una medesma lingua pria mi morse, sì che mi tinse l una e l altra guancia, 3 e poi la medicina mi riporse; così od io che solea far la lancia d Achille e del suo padre esser cagione 6 prima di trista e poi di buona mancia. Noi demmo il dosso al misero vallone su per la ripa che l cinge dintorno, 9 attraversando sanza alcun sermone. Quiv era men che notte e men che giorno, sì che l viso m andava innanzi poco; 12 ma io senti sonare un alto corno, tanto ch avrebbe ogne tuon fatto fioco, che, contra sé la sua via seguitando, 15 dirizzò li occhi miei tutti ad un loco. Dopo la dolorosa rotta, quando Carlo Magno perdé la santa gesta, 18 non sonò sì terribilmente Orlando. Poco port i in là volta la testa, che me parve veder molte alte torri; 21 ond io: «Maestro, dì, che terra è questa? . Ed elli a me: «Però che tu trascorri per le tenebre troppo da la lungi, 24 avvien che poi nel maginare abborri. Tu vedrai ben, se tu là ti congiungi, quanto l senso s inganna di lontano; 27 però alquanto più te stesso pungi . Poi caramente mi prese per mano e disse: «Pria che noi siam più avanti, 30 acciò che l fatto men ti paia strano, sappi che non son torri, ma giganti, e son nel pozzo intorno da la ripa 33 da l umbilico in giuso tutti quanti . Come quando la nebbia si dissipa, lo sguardo a poco a poco raffigura 36 ciò che cela l vapor che l aere stipa, così forando l aura grossa e scura, più e più appressando ver la sponda, 39 fuggiemi errore e crescémi paura; però che, come su la cerchia tonda Montereggion di torri si corona, 42 così la proda che l pozzo circonda torreggiavan di mezza la persona li orribili giganti, cui minaccia 45 Giove del cielo ancora quando tuona. (vv. 1-18) Il pozzo dei giganti 1-6 Una stessa lingua prima mi punse, così che mi fece arrossire l una e l altra guancia, e poi mi porse la medicina; così sento che la lancia di Achille e di suo padre (Peleo) soleva essere causa prima di un dannoso poi di un benefico assalto (mancia). 7-9 Noi volgemmo le spalle (dosso) alla trista bolgia, attraversando senza parlare l argine che la cinge. 10-18 Qui non era buio completo come di notte, ma neppure luce come giorno, così che la vista (viso) arrivava poco avanti; ma sentii suonare un corno, fragoroso tanto che ogni tuono sarebbe sembrato fioco al paragone, che fece concentrare in un solo punto l intera attenzione dei miei occhi, che seguivano la direzione opposta a quella del suono. Dopo la dolorosa sconfitta, quando Carlo Magno perdette la santa schiera (gesta) dei paladini, Orlando non suonò tanto terribilmente. (vv. 19-111) L incontro con Nembròt ed Efialte 19-21 Voltai un po la testa in quella direzione e mi parve di vedere molte alte torri; quindi dissi: «Maestro, dimmi, che città (terra) è questa? . 22-27 Ed egli a me: «Per il fatto che tu ti spingi avanti nel buio con lo sguardo troppo da lontano, capita che ti confondi (abborri) poi nell immaginare. Tu vedrai bene, se pervieni fino a quel punto, quanto il senso da lontano si inganna; perciò stimola (pungi) di più te stesso . 28-33 Poi affettuosamente mi prese per mano e disse: «Prima che arriviamo più avanti, perché il fatto ti paia meno strano, sappi che non sono torri, ma giganti, e sono intorno alla parete (ripa) del pozzo infitti in tutta la loro lunghezza (tutti quanti) dall ombelico in giù . 34-45 Come quando la nebbia si dirada, lo sguardo a poco a poco riconosce ciò che cela il vapore che riempie (stipa) l aria, così forando l aria spessa e scura, avvicinandoci sempre più verso la sponda, fuggiva da me l errore e mi cresceva la paura; poiché, come il castello di Monteriggioni è circondato da torri disposte lungo il cerchio delle mura, così sovrastavano come torri (torreggiavan) con metà del corpo la sponda che circonda il pozzo gli spaventosi giganti, contro i quali (cui) Giove minaccia ancora dal cielo quando tuona. Inferno I giganti 265

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato