La Divina Commedia

sempre mi stanno innanzi, e non indarno, ché l imagine lor vie più m asciuga 69 che l male ond io nel volto mi discarno. La rigida giustizia che mi fruga tragge cagion del loco ov io peccai 72 a metter più li miei sospiri in fuga. Ivi è Romena, là dov io falsai la lega suggellata del Batista; 75 per ch io il corpo sù arso lasciai. Ma s io vedessi qui l anima trista di Guido o d Alessandro o di lor frate, 78 per Fonte Branda non darei la vista. Dentro c è l una già, se l arrabbiate ombre che vanno intorno dicon vero; 81 ma che mi val, c ho le membra legate? S io fossi pur di tanto ancor leggero ch i potessi in cent anni andare un oncia, 84 io sarei messo già per lo sentiero, cercando lui tra questa gente sconcia, con tutto ch ella volge undici miglia, 87 e men d un mezzo di traverso non ci ha. Io son per lor tra sì fatta famiglia; e m indussero a batter li fiorini 90 ch avevan tre carati di mondiglia . E io a lui: «Chi son li due tapini che fumman come man bagnate l verno, 93 giacendo stretti a tuoi destri confini? . «Qui li trovai e poi volta non dierno , rispuose, «quando piovvi in questo greppo, 96 e non credo che dieno in sempiterno. L una è la falsa ch accusò Gioseppo; l altr è l falso Sinon greco di Troia: 99 per febbre aguta gittan tanto leppo . del luogo ricco di acque dove egli ha peccato, per cui la giustizia divina se ne giova per farlo soffrire di più, accrescendo la sua sete con i ricordi di tale frescura. Tragge cagion: trae motivo. La 3ª sing. del presente indicativo di traggere ha la doppia consonante palatale, derivante dalla forma latina trahere con aspirazione della -h, consueta a Firenze. 74. la lega suggellata del Batista: la lega è la composizione della moneta. Il fiorino d oro di Firenze, coniato per la prima volta nel 1252, divenne una delle più forti monete europee; portava impressa su una faccia il giglio di Firenze e sull altra l immagine di san Giovanni Battista, patrono della città. 77. di Guido o di Alessandro o di lor frate: Guido, Alessandro, Aghinolfo e Ildebrandino, vescovo di Arezzo, erano i quattro fratelli Guidi secondo le notizie fornite dall Anonimo fiorentino. Conti di Toscana, fedeli all Impero, parteciparono alle guerre di partito dalla metà mi inaridisce la gola più della malattia a causa della quale il mio viso si fa sempre più scarno. 70-75 La severa giustizia (di Dio) che mi tormenta prende spunto dalla terra dove io ho peccato, per farmi sospirare ancora di più. Lì (nel Casentino) c è il castello di Romena, dove io ho falsificato la moneta (del fiorino di Firenze) con l immagine del Battista; e per questo su in Terra io ho lasciato il mio corpo arso sul rogo. 76-81 Ma se io potessi vedere qui l anima malvagia di Guido o di Alessandro o di un loro fratello, non cambierei quella vista neppure in cambio di Fonte Branda. Qui c è già una di loro, se le anime degli idrofobi che corrono in questa bolgia dicono la verità: ma a che mi serve, dal momento che ho le membra impedite? 82-90 Se io fossi ancora agile solo di quel tanto che potessi in cento anni procedere di pochi centimetri (andare un oncia), io mi sarei già messo in cammino, cercandolo tra questa gente deformata dalla malattia: e sì che la bolgia ha una circonferenza di undici miglia (più di sedici chilometri) e non ha mai una larghezza (di traverso) inferiore a mezzo miglio. Per causa loro io sono in questo gruppo di dannati: proprio loro mi indussero a falsificare i fiorini che avevano tre parti di vile metallo su ventiquattro (tre carati di mondiglia) . (vv. 91-129) La moglie di Putifarre e Sinone 91-99 E io chiesi a lui: «Chi sono quei due poveretti che fumano come le mani bagnate d inverno e che giacciono stretti tra loro alla tua destra? . «Li ho trovati qui e da allora non si sono più mossi rispose «quando sono precipitato in questa bolgia dirupata (greppo) e credo che non si muoveranno più per l eternità. Una è la mentitrice (moglie di Putifarre, faraone d Egitto) che accusò Giuseppe, l altro è il bugiardo Sinone, un greco divenuto troiano: per la febbre alta esalano tanta puzza di grasso bruciato (leppo) . del Duecento alla metà del secolo successivo, e militarono nelle file ghibelline. Guido morì nel 1292 e Alessandro nel 1304. 83. un oncia: antica misura di lunghezza corrispondente alla dodicesima parte di un piede, quindi circa due centimetri e mezzo. La misura vuole comunicare l idea del desiderio di vendetta di maestro Adamo che, pur di vedere uno dei fratelli Guidi sarebbe pronto a trascinarsi alla velocità di pochi centimetri per secolo. 89-90. batter li fiorini tre carati di mondiglia: il fiorino era coniato a Firenze con ventiquattro carati di oro puro; il carato è la ventiquattresima parte dell oncia d oro, quindi i falsi fiorini avevano 21 carati. 91-93. Chi son li due tapini tuoi destri confini?: i due miseri sono i bugiardi: colpiti dalla febbre acuta e bagnati dal sudore, tanto che sembrano fumare per il vapor d acqua, giacciono sdraiati e stretti tra loro, alla destra di maestro Adamo, condannati a una eterna immobilità. 97. la falsa ch accusò Gioseppo: è la mo- glie di Putifarre, faraone d Egitto ( Personaggi). Gioseppo: nell italiano antico era comune la -o finale invece della -e. 98. falso Sinon di Troia: il mentitore Sinone, un giovane greco che, appositamente lasciato sulla spiaggia dai Greci e quindi catturato dai Troiani, li convinse con abili menzogne a introdurre il cavallo entro le mura della città ( Personaggi). 99. leppo: puzza di grasso bruciato «come quando lo fuoco s appiglia alla pentola o alla padella (Buti). Il termine in rima con greppo (che significa vallone ma indica anche una conca rotta ai lati usata per dar da mangiare agli animali, v. 95) costruisce l area di significato dell odore della cucina; ma può anche essere messo in relazione con l arsura e con le bruciature (si pensi alle condanne al rogo di Griffolino, Capocchio e maestro Adamo). Inferno Maestro Adamo 255

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato