La Divina Commedia

254 Canto XXX 34-39 Gli risposi: «Oh possa l altra anima non ficcarti i denti addosso, e non ti rincresca rivelarmi chi sia l altro spirito, prima che balzi via di qui . Ed egli (Griffolino) a me: «Quella è l anima di una donna vissuta nell antichità (antica), della scellerata Mirra, che divenne amante del padre al di fuori dell amore lecito. Questa riuscì a compiere l adulterio con lui, falsificando il proprio aspetto con quello di un altra donna, come l altro (Gianni Schicchi) che corre laggiù osò, per ottenere la cavalla più bella del gruppo, imitare Buoso Donati, facendo testamento al suo posto e dando a questo valore legale . (vv. 46-90) Maestro Adamo 46-51 E dopo che si furono allontanati i due idrofobi, sui quali avevo fissato il mio sguardo, io girai gli occhi verso altri dannati. Ne vidi uno ridotto a una forma simile al liuto, se solo avesse avuto le gambe che l uomo ha biforcute, tagliate all altezza dell inguine. 52-57 La pesante idropisia, che deforma le parti del corpo a causa dei liquidi che smaltisce male, cosicché il viso non corrisponde al ventre enorme, gli faceva tenere le labbra aperte come fa il tisico, che per la sete rivolge un labbro verso il mento e l altro verso l alto. 58-63 «O voi che siete nell Inferno (nel mondo gramo) senza subire alcun tormento, e io non so perché , ci disse, «guardate e fissate lo sguardo sulla infelice condizione del maestro Adamo; io da vivo ebbi in abbondanza quanto ho desiderato e ora, ahimè! (lasso!), desidero una goccia d acqua. 64-69 I ruscelletti che discendono dai verdi colli del Casentino fino all Arno, e rendono i loro alvei freschi e bagnati, sempre mi stanno innanzi (agli occhi) e non senza ragione, poiché il loro ricordo 37-38. anima antica di Mirra scellerata: Mirra è un personaggio mitico, la cui vicenda è narrata da Ovidio ( Personaggi). L espressione anima antica ricorda analoghe espressioni dantesche: «antichi spiriti riferito alle anime dolenti degli antichi (di quanti scesero nell Inferno fin dai primi tempi della storia umana, Inf. I, 116); la «fiamma antica riferita a Ulisse, personaggio del mondo dei miti (Inf. XXVI, 85). L aggettivo indica dunque che l anima di Mirra appartiene a un tempo remoto ma è anche famosa, poiché di lei si parla da molto tempo. L aggettivo scellerata riprende il racconto ovidiano: «hic amor est odio maius scelus (Metamorfosi X, 315). 42-44. sostenne falsificare: si noti la costruzione tipica del latino: il verbo sostenne (dal latino sustineo) regge l infinito falsificare ( assumere l aspetto e la voce ) e va inteso nel senso di «osò , «ardì . Donna de la torma: perifrasi, la regina del branco. «Donna , dal latino domina, è usato nel senso etimologico di «signora con evidente tono ironico con- «Oh , diss io lui, «se l altro non ti ficchi li denti a dosso, non ti sia fatica 36 a dir chi è, pria che di qui si spicchi . Ed elli a me: «Quell è l anima antica di Mirra scellerata, che divenne 39 al padre, fuor del dritto amore, amica. Questa a peccar con esso così venne, falsificando sé in altrui forma, 42 come l altro che là sen va, sostenne, per guadagnar la donna de la torma, falsificare in sé Buoso Donati, 45 testando e dando al testamento norma . E poi che i due rabbiosi fuor passati sovra cu io avea l occhio tenuto, 48 rivolsilo a guardar li altri mal nati. Io vidi un, fatto a guisa di l uto, pur ch elli avesse avuta l anguinaia 51 tronca da l altro che l uomo ha forcuto. La grave idropesì, che sì dispaia le membra con l omor che mal converte, 54 che l viso non risponde a la ventraia, faceva lui tener le labbra aperte come l etico fa, che per la sete 57 l un verso l mento e l altro in sù rinverte. «O voi che sanz alcuna pena siete, e non so io perché, nel mondo gramo , 60 diss elli a noi, «guardate e attendete a la miseria del maestro Adamo; io ebbi, vivo, assai di quel ch i volli, 63 e ora, lasso!, un gocciol d acqua bramo. Li ruscelletti che d i verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno, 66 faccendo i lor canali freddi e molli, forme alla situazione burlesca. Nel linguaggio militare latino turma era lo «squadrone di cavalleria . 49-51. Io vidi un forcuto: si noti il contrasto nella presentazione dei dannati di questo canto: alle anime dei rabbiosi che corrono sullo sfondo si contrappone la massa gigantesca di maestro Adamo che non si può muovere e ha il ventre talmente gonfio che, se non avesse avuto le gambe (l anguinaia tronca dal latino inguinalia), sarebbe stato simile a un liuto (l uto con la dieresi che segnala lo iato come nel francese antico l ut). Il liuto è un antico strumento musicale a corde pizzicate con cassa armonica a forma convessa e il manico piegato ad angolo: l espressione, dunque, significa che al ventre sarebbe corrisposta la cassa; alla testa, al collo e al busto, il manico. La similitudine si conclude con la perifrasi da l altro che l uomo ha forcuto. 52-57. La grave idropesì rinverte: l idropisia è detta grave perché appesantisce le membra del malato e crea una sproporzione (dispaia) tra ventre e volto. una malattia che rallenta l eliminazione dei liquidi, così che il ventre si gonfia e il volto si asciuga; inoltre, provoca una sete inestinguibile, perché l acqua non viene utilizzata dall organismo ma ristagna; di conseguenza l ammalato tiene sempre la bocca aperta. 61. maestro Adamo: fonditore di metalli, condannato al rogo a Firenze per aver falsificato fiorini per conto dei signori Guidi, il cui castello di Romena era nel Casentino ( Personaggi). Dante fu ospite dei conti Guidi tra il 1307 e il 1311. 63. lasso!: (dal lat. lassus «stanco ) ahimè, interiezione che esprime dispiacere, dolore, rammarico. 64-72. Li ruscelletti sospiri in fuga: il ricordo della frescura del Casentino, ricco di acque (alta valle dell Arno), rende la sete di maestro Adamo più insopportabile. un aggravio del contrappasso: ancor più della malattia, la giustizia divina accresce la sete di questo dannato con i ricordi della frescura

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato