La Divina Commedia

250 Canto XXIX 40-45 Quando fummo sopra l ultima bolgia (chiostra) di Malebolge, così che i suoi dannati potevano palesarsi al nostro sguardo, lamenti di diverso genere mi colpirono come saette, che avevano le frecce ferrate di pietà, per cui mi coprii le orecchie con le mani. 46-51 Quali lamenti sarebbero (fora) se si riunissero tutti insieme ( nsembre) in un luogo (in una fossa) i morbi (mali) degli ospedali di Valdichiana, e di Maremma e di Sardegna tra luglio e settembre, così (tal) era qui in questa bolgia (quivi), e il fetore che ne proveniva era come quello che di solito esala dalle membra decomposte. 52-57 Noi scendemmo sull ultimo argine del lungo ponte (scoglio), sempre verso sinistra; e allora la mia vista fu più nitida (viva) verso il fondo, là dove la ministra dell alto Signore, la giustizia infallibile, punisce i falsari che registra qui sulla Terra. 58-69 Non credo che fosse una maggiore tristezza vedere nell isola di Egina tutto il popolo ammalato, quando l aria era così piena di peste (malizia) che gli animali, fino al piccolo verme, tutti stramazzarono a terra, e poi le popolazioni originarie, secondo quanto i poeti tengono come certo, rinacquero dalla specie delle formiche; di quella (tristezza) ch era a veder in quella bolgia oscura languire gli spiriti in diversi gruppi (biche). Chi giaceva sul ventre e chi sulle spalle dell altro, e chi carponi si trascinava (si trasmutava) per il triste sentiero. (vv. 70-139) Griffolino d Arezzo e Capocchio da Siena 70-72 Procedevamo lentamente senza parlare, guardando e ascoltando gli ammalati, che non potevano alzarsi in piedi. 73-84 Io vidi due sedere appoggiati l uno all altro, come si poggia a scaldare teglia con teglia, macchiati di croste (schianze) dalla testa ai piedi; e non vidi mai menar la striglia (stregghia) così forte al garzone atteso dal suo signore (segnorso), né a colui che veglia controvoglia, come ciascuno spesso dava forti colpi (morso) con le unghie su di sé per la gran smania del prurito, che non ha altro rimedio; e così le unghie staccavano le croste della lebbra (scabbia), come il coltello raschia le scaglie della scardova o di altro pesce che abbia scaglie più grandi. 85-90 «O tu che con le dita ti scrosti (dismaglie) , cominciò a dire la mia guida a uno di loro, «e che talvolta le usi come tenaglie, dicci se c è tra costoro che sono qui dentro qualche italiano, così possa bastarti in eterno l unghia per questo lavoro . Quando noi fummo sor l ultima chiostra di Malebolge, sì che i suoi conversi 42 potean parere a la veduta nostra, lamenti saettaron me diversi, che di pietà ferrati avean li strali; 45 ond io li orecchi con le man copersi. Qual dolor fora, se de li spedali di Valdichiana tra l luglio e l settembre 48 e di Maremma e di Sardigna i mali fossero in una fossa tutti nsembre, tal era quivi, e tal puzzo n usciva 51 qual suol venir de le marcite membre. Noi discendemmo in su l ultima riva del lungo scoglio, pur da man sinistra; 54 e allor fu la mia vista più viva giù ver lo fondo, la ve la ministra de l alto Sire infallibil giustizia 57 punisce i falsador che qui registra. Non credo ch a veder maggior tristizia fosse in Egina il popol tutto infermo, 60 quando fu l aere sì pien di malizia, che li animali, infino al picciol vermo, cascaron tutti, e poi le genti antiche, 63 secondo che i poeti hanno per fermo, si ristorar di seme di formiche; ch era a veder per quella oscura valle 66 languir li spirti per diverse biche. Qual sovra l ventre e qual sovra le spalle l un de l altro giacea, e qual carpone 69 si trasmutava per lo tristo calle. Passo passo andavam sanza sermone, guardando e ascoltando li ammalati, 72 che non potean levar le lor persone. Io vidi due sedere a sé poggiati, com a scaldar si poggia tegghia a tegghia, 75 dal capo al piè di schianze macolati; e non vidi già mai menare stregghia a ragazzo aspettato dal segnorso, 78 né a colui che mal volontier vegghia, come ciascun menava spesso il morso de l unghie sopra sé per la gran rabbia 81 del pizzicor, che non ha più soccorso; e sì traevan giù l unghie la scabbia, come coltel di scardova le scaglie 84 o d altro pesce che più larghe l abbia. «O tu che con le dita ti dismaglie , cominciò l duca mio a l un di loro, 87 «e che fai d esse talvolta tanaglie, dinne s alcun Latino è tra costoro che son quinc entro, se l unghia ti basti 90 etternalmente a cotesto lavoro .

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato