La Divina Commedia

guardò in sé, né in me quel capestro 93 che solea fare i suoi cinti più macri. Ma come Costantin chiese Silvestro d entro Siratti a guerir de la lebbre, 96 così mi chiese questi per maestro a guerir de la sua superba febbre; domandommi consiglio, e io tacetti 99 perché le sue parole parver ebbre. E poi ridisse: Tuo cuor non sospetti; finor t assolvo, e tu m insegna fare 102 sì come Penestrino in terra getti. Lo ciel poss io serrare e diserrare, come tu sai; però son due le chiavi 105 che l mio antecessor non ebbe care . Allor mi pinser li argomenti gravi là ve l tacer mi fu avviso l peggio, 108 e dissi: Padre, da che tu mi lavi di quel peccato ov io mo cader deggio, lunga promessa con l attender corto 111 ti farà tr unfar ne l alto seggio . Francesco venne poi, com io fu morto, per me; ma un d i neri cherubini 114 li disse: Non portar: non mi far torto. Venir se ne dee giù tra miei meschini perché diede l consiglio frodolente, 117 dal quale in qua stato li sono a crini; ch assolver non si può chi non si pente, né pentere e volere insieme puossi 120 per la contradizion che nol consente . Oh me dolente! come mi riscossi quando mi prese dicendomi: Forse 123 tu non pensavi ch io l ico fossi! . A Minòs mi portò; e quelli attorse otto volte la coda al dosso duro; 126 e poi che per gran rabbia la si morse, disse: Questi è d i rei del foco furo ; per ch io là dove vedi son perduto, 129 e sì vestito, andando, mi rancuro . Quand elli ebbe l suo dir così compiuto, la fiamma dolorando si partio, 132 torcendo e dibattendo l corno aguto. Noi passamm oltre, e io e l duca mio, su per lo scoglio infino in su l altr arco che cuopre l fosso in che si paga il fio 136 a quei che scommettendo acquistan carco. soleva fare più magri (macri) coloro che se ne cingevano (i suoi cinti). 94-99 Ma come (l imperatore) Costantino mandò a chiamare (chiese) papa Silvestro dalla grotta dentro il monte Soratte per guarire dalla lebbra, così costui mi chiamò come medico (maestro) per guarire dalla febbre di dominio; mi chiese consiglio, e io tacqui, perché le sue parole parvero ebbre. 100-102 Egli poi disse ancora: Il tuo cuore non abbia timore; ti assolvo fin da ora, e tu insegnami come fare per abbattere Palestrina. 103-105 Io posso chiudere e aprire il cielo, come tu sai; perché sono due le chiavi che il mio predecessore (Celestino V) non ebbe care . 106-111 Allora gli autorevoli (gravi) argomenti mi spinsero al punto che il silenzio mi parve la decisione peggiore, e dissi: Padre, poiché tu mi assolvi da quel peccato in cui ora (mo) devo cadere, promettere molto (lunga promessa) e mantenere (attender) poco ti farà trionfare nel trono pontificio (alto seggio) . 112-120 Quando morii, arrivò san Francesco per la mia anima (per me); ma uno dei diavoli (neri cherubini) gli disse: Non portartelo via; non mi far torto. Se ne deve venire giù tra i miei servi (meschini) perché diede il consiglio fraudolento, e da allora in poi (dal quale in qua) gli sono stato accanto, pronto ad afferrarlo per i capelli (crini); perché non si può assolvere chi non si pente, né si può contemporaneamente volere e pentirsi, per la contraddizione che non lo consente (per non violare il principio di non contraddizione). 121-123 Oh me infelice! come mi riscossi quando mi prese dicendomi: Forse tu non pensavi che io fossi logico (l ico)! . 124-129 Mi portò davanti a Minosse; e quegli avvolse la coda otto volte intorno al duro dorso (dosso); e dopo che per la gran rabbia se la morse, disse: Costui è dei dannati che il fuoco sottrae alla vista ; per cui sono perduto là dove vedi, e così avvolto dalle fiamme (vestito), andando, mi tormento (rancuro) . (vv. 130-136) Dante e Virgilio riprendono il cammino 130-132 Quando ebbe terminato il suo discorso, la fiamma se ne andò gemendo di dolore (dolorando), torcendo e agitando la sua punta aguzza. 133-136 Noi passammo oltre, io e la mia guida, su per il ponte (scoglio) fino all altro arco che sovrasta la bolgia (fosso) in cui si fa pagare il fio a quelli che seminando discordia (scommettendo) si gravano del peso della colpa. Inferno Guido da Montefeltro 243

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato