La Divina Commedia

80 Trattengo Pikolo, è assolutamente necessario e urgente che ascolti, che comprenda questo «com altrui piacque , prima che sia troppo tardi, domani lui o io possiamo essere morti, o non vederci mai più, devo dirgli, spiegargli del Medioevo, del così umano e necessario e pure inaspettato anacronismo4, e altro ancora, qualcosa di gigantesco che io stesso ho visto ora soltanto, nell intuizione di un attimo, forse il perché del nostro destino, del nostro essere oggi qui ... Siamo ormai nella fila per la zuppa, in mezzo alla folla sordida e sbrindellata dei portazuppa degli altri Kommandos. I nuovi giunti ci si accalcano alle spalle. Kraut und R ben? Kraut und R ben . Si annunzia ufficialmente che oggi la zuppa è di cavoli e rape. Choux et navets. K poszta és répak. Siamo oramai nella fila per la zuppa, in mezzo alla folla sordida Infin che l mar fu sopra noi richiuso. 4. Anacronismo. Primo Levi spiega l anacronismo in un edizione scolastica del 1973 (Einaudi) di Se questo è un uomo: «I versi che precedono contengono un anacronismo , cioè un concetto difforme dal tempo in cui la vicenda si svolge: Ulisse, pagano, e per di più dannato, si serve di un espressione (come altrui piacque, cioè come piacque a Dio ) che è propria del cristiano credente. Ma, appunto, l Ulisse dantesco è un eroe moderno, e riassume in sé tutte le ansie e le audacie del tempo di Dante e, possiamo aggiungere, del nostro . Produzione Rifletti sulle pagine che Primo Levi (1919-1987), scampato dal campo di concentramento di Auschwitz, dedicò alla Commedia nel romanzo Se questo è un uomo (1947). Un giorno, lo scrittore fu scelto da un francese di nome Jean come compagno per trasportare il rancio al proprio gruppo di internati. Jean era un «pikolo , ovvero aveva diverse mansioni, tra cui quella di portare la marmitta piena di cibo. Durante il percorso dalla cisterna alle cucine Jean, che già conosceva il francese e il tedesco, chiese a Primo di insegnargli l italiano. Allora, Levi scelse di spiegargli il canto di Ulisse, perché riguardava tutti gli uomini. Il canto XXVI dell Inferno si presta, infatti, a descrivere sia l atteggiamento dei nazisti che la condizione dei deportati: la natura umana può arrivare a comportarsi come le bestie, dimenticandosi la naturale disposizione al bene («seguir virtute e canoscenza ), come coloro che hanno concepito i campi di concentramento o che sorvegliavano i deportati; al contempo, gli internati nel campo di concentramento venivano ridotti ad una condizione disumana, animalesca, anzi ancora peggiore di quella degli animali, ad un numero di matricola privo di una qualsiasi dignità. Anche nel mondo contemporaneo, tra adulti e giovani, l uomo può ridursi ad una condizione bestiale, non distinguendosi dai «bruti , vittima dei propri istinti (anche più bassi), dimenticandosi della propria «semenza , perché assume atteggiamenti e pratiche di vita non improntate alla virtù, all uso della ragione e al desiderio di conoscere e di comprendere. Argomenta adducendo opportuni riferimenti all attualità, alla tua esperienza personale, a libri letti o a film visti. Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto. Inferno Ulisse 239

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato