La Divina Commedia

228 Canto XXVI 106-111 Io e i miei compagni eravamo vecchi e lenti quando arrivammo a quello stretto varco dove Ercole aveva messo le sue colonne perché gli uomini non si spingano oltre; mi lasciai a destra Siviglia, sulla sinistra avevo già lasciato Ceuta. 112-117 Dissi: Fratelli, che attraverso centomila pericoli siete arrivati all occidente, non rifiutate a questa tanto piccola veglia dei nostri sensi l esperienza del mondo disabitato, posto dietro al sole. 118-126 Considerate quale sia la vostra origine: non foste generati per vivere come animali, ma per perseguire la virtù e la conoscenza . Con questo breve discorso resi i miei compagni così desiderosi di proseguire il viaggio che a stento sarei riuscito a trattenerli; e girata la poppa della nave a oriente, trasformammo i remi in ali per il folle volo, sempre muovendoci verso sinistra (sud-ovest). 127-135 La notte mostrava ormai tutte le stelle del polo antartico, e il nostro era così basso, che non emergeva dalla superficie marina. La luce dell emisfero più basso della luna (rivolto verso la Terra) si era accesa e spenta dopo che eravamo entrati nel difficile cammino, quando mi apparve una montagna, scura a causa della lontananza, e mi parve alta quant altra mai ne avevo veduta. 136-142 Ci rallegrammo, ma subito (l allegria) divenne pianto, poiché dalla terra nuova sorse un turbine e colpì la parte anteriore della nave. Tre volte fece girare la nave in un vortice d acqua; alla quarta volta fece alzare la poppa in alto e la prora in giù, come piacque a Dio, fino a che il mare si chiuse sopra di noi . 106. tardi: lenti nei movimenti a causa dell età, ma coraggiosi. 108-109. Ercule: un semidio della mitologia greca ( Personaggi). 110. Sibilia: Siviglia, città della Spagna. 111. Setta: Ceuta, città del Marocco. 112. cento milia: iperbole, sta per «moltissimi . 114-115. vigilia d i nostri sensi: la vita è veglia dei sensi (lat. vigilia = veglia), che si addormentano con la morte. 117. di retro ... gente: nella topografia dantesca è l emisfero australe (opposto a quello di Gerusalemme), quello delle acque occupato solo dalla montagna del Purgatorio. 120. virtute: ( Parole in chiaro). 122. orazion picciola: discorso breve. L o- Io e compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta 108 dov Ercule segnò li suoi riguardi acciò che l uom più oltre non si metta; da la man destra mi lasciai Sibilia, 111 da l altra già m avea lasciata Setta. O frati , dissi, che per cento milia perigli siete giunti all occidente, 114 a questa tanto picciola vigilia d i nostri sensi ch è del rimanente, non vogliate negar l esper enza, 117 di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, 120 ma per seguir virtute e canoscenza . Li miei compagni fec io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino, 123 che a pena poscia li avrei ritenuti; e volta nostra poppa nel mattino, de remi facemmo ali al folle volo, 126 sempre acquistando dal lato mancino. Tutte le stelle già de l altro polo vedea la notte, e l nostro tanto basso, 129 che non surg a fuor del marin suolo. Cinque volte racceso e tante casso lo lume era di sotto da la luna, 132 poi che ntrati eravam ne l alto passo, quando n apparve una montagna, bruna per la distanza, e parvemi alta tanto 135 quanto veduta non av a alcuna. Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto, ché de la nova terra un turbo nacque 138 e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé girar con tutte l acque; alla quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com altrui piacque, 142 infin che l mar fu sovra noi richiuso . razione è, secondo i canoni della retorica, un discorso solenne. Il discorso di Ulisse ai compagni è «un piccolo capolavoro di retorica (U. Bosco), convince, persuade ed esorta: inizia con un tono familiare, prosegue con la richiesta, termina con l esortazione solenne ( Dante maestro di retorica, p.141). 124. e volta ... mattino: la poppa è la parte posteriore della nave: rivolta verso est indica che la nave va a occidente. Volgendo la poppa a est, Ulisse si lascia alle spalle il vecchio mondo. 125. facemmo ali: la metafora del volo riferita alla navigazione si ritrova nella poesia classica (Virgilio, Eneide III, 520; VI, 19: remigium alarum: il remo delle ali). 126. lato mancino: direzione sud-ovest. 127-129. Tutte le stelle ... suolo: la nave ol- trepassa l Equatore, e qui le stelle del polo artico sono così basse che non emergono dalla linea dell orizzonte. 130-132. Cinque volte ... alto passo: sono passati cinque pleniluni (racceso) e cinque noviluni (casso lo lume), cioè cinque mesi lunari. 133-135. quando ... alcuna: è la montagna del Purgatorio che appare all improvviso distante e oscura (bruna / per la distanza), simbolo di morte. 136. Noi ... pianto: intenso, in un unico verso, il rapido passaggio da uno stato d animo all altro: dall allegria al pianto. 141. com altrui piacque: Dio, mai nominato nell Inferno, è sempre presente e l indeterminatezza della definizione dà maggior rilievo alla sua presenza.

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