La Divina Commedia

Godi, Fiorenza, poi che se sì grande, che per mare e per terra batti l ali, 3 e per lo nferno tuo nome si spande! Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, 6 e tu in grande orranza non ne sali. Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai, di qua da picciol tempo, 9 di quel che Prato, non ch altri, t agogna. E se già fosse, non saria per tempo. Così foss ei, da che pur esser dee! 12 ché più mi graverà, com più m attempo. Noi ci partimmo, e su per le scalee che n avea fatto iborni a scender pria, 15 rimontò l duca mio e trasse mee; e proseguendo la solinga via, tra le schegge e tra rocchi de lo scoglio 18 lo piè sanza la man non si spedia. Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio quando drizzo la mente a ciò ch io vidi, 21 e più lo ngegno affreno ch i non soglio, perché non corra che virtù nol guidi; sì che, se stella bona o miglior cosa 24 m ha dato l ben, ch io stessi nol m invidi. Quante l villan ch al poggio si riposa, nel tempo che colui che l mondo schiara 27 la faccia sua a noi tien meno ascosa, come la mosca cede a la zanzara, vede lucciole giù per la vallea, 30 forse colà dov e vendemmia e ara: di tante fiamme tutta risplendea l ottava bolgia, sì com io m accorsi 33 tosto che fui là ve l fondo parea. 1-6. Godi Fiorenza ... sali: la metafora batti l ali rappresenta Firenze come un grande uccello che vola per il mondo e riprende l immagine classica della Fama alata (Eneide IV, 173 sgg.). L espressione per mare e per terra richiama l iscrizione posta nel 1255 sul Palazzo del Bargello (Florentiae, quae mare, quae terram, quae totum possidet orbem: «a Firenze che domina il mare, la terra e tutto il mondo) , in cui si esalta la potenza commerciale raggiunta dai Fiorentini in tutto il mondo. Il poeta aggiunge sarcasticamente per lo nferno tuo nome si spande: l incremento commerciale di Firenze causa brama di potere, e allora gli antichi costumi si corrompono, si persegue la ricchezza con mezzi leciti e illeciti, perciò si diventa ladri; orranza è forma contratta per onoranza. 7-9. Ma se ... agogna: il tono della profezia è volutamente oscuro e vago: Dante potrebbe alludere alla maledizione scagliata dal cardinale Niccolò Prato, che inutilmente aveva cercato di pacificare Bianchi e Neri a Firenze; oppure all ostilità di Prato e delle altre città (vv. 1-12) L invettiva contro Firenze 1-6 Godi Firenze, dato che sei così grande che ti estendi per mare e per terra, e la tua fama si diffonde nell Inferno. Tra i ladri troverai cinque tuoi cittadini tanto che io mi vergogno e tu non puoi certo trarne grande onore. 7-12 Ma se i sogni fatti verso il mattino sono veritieri, tu ti accorgerai, fra breve tempo, di quei mali che Prato, con altre città, ti augura. E se questo fosse già accaduto non sarebbe troppo presto: così succeda, dal momento che deve accadere così! Poiché tanto più sarà difficile da sopportare quanto più vado avanti negli anni. (vv. 13-48) La pena dei consiglieri fraudolenti 13-18 Noi ci allontanammo, e su per gli scalini, che ci avevano fatto impallidire prima durante la discesa, la mia guida risalì e condusse anche me; e proseguendo per la via solitaria tra le pietre taglienti e i massi della parete rocciosa, i piedi non riuscivano ad arrampicarsi senza l aiuto delle mani. 19-24 Allora provai dolore, e lo provo ancora adesso, quando ripenso a ciò che ho visto, e tengo a freno l ingegno più del solito, perché non corra senza la guida della virtù; cosicché, se una stella propizia o la Grazia divina mi ha concesso questo bene dell intelletto, io stesso non me ne privi. 25-33 Quante lucciole vede nella vallata più in basso il contadino, che si riposa su una collinetta nella stagione in cui il sole tiene meno a lungo nascosta la sua faccia (in estate), quando (di giorno) la mosca lascia il posto alla zanzara (al tramonto), sui luoghi dove vendemmia ed ara; di altrettante fiamme risplendeva tutta l ottava bolgia, come io vidi quando giunsi là dove appariva il fondo. vicine, Pisa, Arezzo, Lucca, Siena, nei confronti di Firenze. Il verbo sogna rinvia alla convinzione degli antichi che i sogni all alba, dopo gli incubi della notte, fossero veritieri. 12. m attempo: procedo nel tempo, invecchio. Di questo verbo è rimasto il participio passato «attempato , riferito a persona che è in là con gli anni. 13. scalee: gradini naturali formati dalla roccia. 14. iborni: due le interpretazioni: (dal latino eburneus = bianco come l avorio) la discesa dalla settima all ottava bolgia è stata così malagevole che ha fatto diventare i due pellegrini pallidi di paura; borni (dal francese bornes = pietre sporgenti), risalimmo su per quelle scale che (complemento oggetto) le pietre sporgenti (i borni) ci avevano offerto prima nella discesa. 15. mee: epitesi (inserimento di una vocale a fine parola), frequente nei dialetti toscani, per la rima con scalee (v. 13). 24. m ha dato ... m invidi: Dante ha ricevuto l ingegno; sta a lui, soggetto respon- sabile e dotato di libero arbitrio, cioè di libera scelta tra il bene e il male, far sì che l ingegno sia sorretto dalla virtù ( Parole in chiaro), perché esso da solo può portare alla perdizione; m invidi: dal lat. sibi invideri = privarsi. 25-28. Quante l villan ... zanzara: è una similitudine campestre, serena e di tono meditativo: il contadino nella stagione estiva si riposa sulla collina al calar della sera e guarda le vigne e i campi. L estate è indicata dalla lunga perifrasi: è il tempo in cui colui che l'mondo schiara altra perifrasi per indicare il sole è visibile a noi per più lungo tempo (in estate i giorni sono più lunghi delle notti). Anche l ora (verso l imbrunire) è espressa da una perifrasi (la mosca che cede alla zanzara segnala la presenza di mosche di giorno e di zanzare la notte). 30-31. vede lucciole di tante fiamme: Dante vede dall alto del ponte le fiamme della bolgia numerose come le lucciole nei campi d estate. La similitudine indica la quantità delle fiammelle. Inferno Ulisse 225

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato