La Divina Commedia

206 Canto XXIII 46-51 L acqua non corse mai così veloce per un condotto (doccia) per far girare la ruota del mulino di terraferma (terragno), quando si avvicina (approccia) alle pale, come il mio maestro per quell argine (vivagno), portandosi me sopra il suo petto, come fossi suo figlio, e non un compagno. 52-57 Appena i suoi piedi furono giunti alla superficie (letto) del fondo, essi (i diavoli) furono sul colle sopra di noi, ma non vi (li) era motivo di timore (sospetto): poiché la somma Provvidenza, che li volle porre a custodi della quinta bolgia, toglie a tutti loro la possibilità (poder) di allontanarsi da lì (partirs indi). (vv. 58-72) La pena degli ipocriti 58-60 Laggiù trovammo una folla dipinta che procedeva (giva) intorno con passi assai lenti, piangendo e con aspetto stanco e prostrato. 61-63 Essi avevano cappe con cappucci abbassati sugli occhi, fatte secondo la foggia che si usa per i monaci a Cluny. 64-67 All esterno sono dorate, tanto da abbagliare; ma dentro sono tutte di piombo, e tanto pesanti (gravi) che (al confronto) Federico II le metteva di paglia (ai condannati). Oh manto gravoso per l eternità! 68-72 Noi ci volgemmo anche questa volta a sinistra insieme a loro, osservando (intenti) il doloroso pianto; ma per il peso quella gente stanca procedeva così lentamente che ad ogni passo (muover d anca) noi avevamo al fianco nuovi compagni. (vv. 73-108) Catalano dei Catalani e Loderingo degli Andalò 73-75 Perciò dissi alla mia guida: «Cerca di trovare qualcuno che sia noto per un azione o per il nome, e volgi intorno gli occhi mentre cammini . 76-81 E uno che udì la parlata toscana, dietro a noi gridò: «Trattenete i piedi, voi che correte così per l aria oscura! Forse da me otterrai quello che chiedi . Perciò la guida si volse e disse: «Aspetta, e poi procedi secondo il suo passo . 82-84 Mi fermai, e vidi due che, con lo sguardo, mostravano grande desiderio di stare con me; ma li rallentavano il carico e la strettezza della via. 85-90 Quando furono giunti, mi guardarono a lungo (assai) con occhio obliquo (bieco) senza dire una parola; poi si rivolsero l uno verso l altro, e si dicevano: «Costui sembra vivo per il movimento della gola; e se sono morti, per quale privilegio se ne vanno liberi dalla pesante cappa? . 91-93 Poi dissero a me: «O Toscano, che sei giunto al gruppo (collegio) degli ipocriti tristi, non disdegnare di dire chi sei . 94-96 E io a loro: «Nacqui e crebbi nella grande città sul bel fiume d Arno, e sono qui con il corpo che ho sempre avuto. Non corse mai sì tosto acqua per doccia a volger ruota di molin terragno, 48 quand ella più verso le pale approccia, come l maestro mio per quel vivagno, portandosene me sovra l suo petto, 51 come suo figlio, non come compagno. A pena fuoro i piè suoi giunti al letto del fondo giù, ch e furon in sul colle 54 sovresso noi; ma non lì era sospetto: ché l alta provedenza che lor volle porre ministri de la fossa quinta, 57 poder di partirs indi a tutti tolle. Là giù trovammo una gente dipinta che giva intorno assai con lenti passi, 60 piangendo e nel sembiante stanca e vinta. Elli avean cappe con cappucci bassi dinanzi a li occhi, fatte de la taglia 63 che in Clugnì per li monaci fassi. Di fuor dorate son, sì ch elli abbaglia; ma dentro tutte piombo, e gravi tanto, 66 che Federigo le mettea di paglia. Oh in etterno faticoso manto! Noi ci volgemmo ancor pur a man manca 69 con loro insieme, intenti al tristo pianto; ma per lo peso quella gente stanca venìa sì pian, che noi eravam nuovi 72 di compagnia ad ogne mover d anca. Per ch io al duca mio: «Fa che tu trovi alcun ch al fatto o al nome si conosca, 75 e li occhi, sì andando, intorno movi . E un che ntese la parola tosca, di retro a noi gridò: «Tenete i piedi, 78 voi che correte sì per l aura fosca! Forse ch avrai da me quel che tu chiedi . Onde l duca si volse e disse: «Aspetta, 81 e poi secondo il suo passo procedi . Ristetti, e vidi due mostrar gran fretta de l animo, col viso, d esser meco; 84 ma tardavali l carco e la via stretta. Quando fuor giunti, assai con l occhio bieco mi rimiraron sanza far parola; 87 poi si volsero in sé, e dicean seco: «Costui par vivo a l atto de la gola; e s e son morti, per qual privilegio 90 vanno scoperti de la grave stola? . Poi disser me: «O Tosco, ch al collegio de l ipocriti tristi se venuto, 93 dir chi tu se non avere in dispregio . E io a loro: «I fui nato e cresciuto sovra l bel fiume d Arno a la gran villa, 96 e son col corpo ch i ho sempre avuto.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato