La Divina Commedia

e il silenzio dominano l atmosfera del canto XXIII.LaLalentezza scena iniziale, in cui i due poeti avanzano soli e senza parlare, è in contrasto rispetto alla vivacità del canto precedente, dedicato ai barattieri, e del canto seguente, quello dei ladri, con l eccezione della sequenza della fuga dei due poeti alla vista dei diavoli e di quella in cui si allontanano quando Virgilio capisce di essere stato ingannato. Taciti, soli, sanza compagnia n andavam l un dinanzi e l altro dopo, 3 come frati minor vanno per via. Vòlt era in su la favola d Isopo lo mio pensier per la presente rissa, 6 dov el parlò de la rana e del topo; ché più non si pareggia mo e issa che l un con l altro fa, se ben s accoppia 9 principio e fine con la mente fissa. E come l un pensier de l altro scoppia, così nacque di quello un altro poi, 12 che la prima paura mi fé doppia. Io pensava così: Questi per noi sono scherniti con danno e con beffa 15 sì fatta, ch assai credo che lor nòi. Se l ira sovra l mal voler s aggueffa, ei ne verranno dietro più crudeli 18 che l cane a quella lievre ch elli acceffa . Già mi sentia tutti arricciar li peli de la paura e stava in dietro intento, 21 quand io dissi: «Maestro, se non celi te e me tostamente, i ho pavento d i Malebranche. Noi li avem già dietro; 24 io li magino sì, che già li sento . E quei: «S i fossi di piombato vetro, l imagine di fuor tua non trarrei 27 più tosto a me, che quella dentro mpetro. Pur mo venieno i tuo pensier tra miei, con simile atto e con simile faccia, 30 sì che d intrambi un sol consiglio fei. S elli è che sì la destra costa giaccia, che noi possiam ne l altra bolgia scendere, 33 noi fuggirem l imaginata caccia . Già non compié di tal consiglio rendere, ch io li vidi venir con l ali tese 36 non molto lungi, per volerne prendere. Lo duca mio di sùbito mi prese, come la madre ch al romore è desta 39 e vede presso a sé le fiamme accese, che prende il figlio e fugge e non s arresta, avendo più di lui che di sé cura, 42 tanto che solo una camiscia vesta; e giù dal collo de la ripa dura supin si diede a la pendente roccia, 45 che l un de lati a l altra bolgia tura. Il peccato di ipocrisia viene da Dante collegato con l ambiente ecclesiastico, dove evidentemente era molto diffuso. Il canto contiene inoltre un riferimento al Vangelo di Matteo, dove Cristo definisce «sepolcri imbiancati i Farisei, accusati di ipocrisia. L ipocrisia causò la morte di Cristo e perciò viene collocata nella bolgia centrale, dove i ponti (lo si vedrà in seguito) sono crollati per il terremoto seguito a quella morte. (vv. 1-57) I diavoli inseguono Dante e Virgilio 1-3 In silenzio, soli, senza scorta andavamo uno davanti e l altro dietro, come i frati francescani camminano per la strada. 4-9 Il mio pensiero era rivolto, per la recente rissa, alla favola di Esopo, in cui narra della rana e del topo; infatti non c è maggiore uguaglianza tra mo e issa come tra la favola e la rissa (l un con l altro), se si confrontano (s accoppia) l inizio e la fine con attenzione. 10-12 E come da un pensiero ne sboccia (scoppia) un altro, così da quello ne nacque un altro, che fece raddoppiare la paura che avevo avuto prima. 13-18 Io pensavo così: Questi a causa nostra (per noi) sono stati scherniti con danno e con beffa tale che credo dia loro molto fastidio (assai... lor nòi). Se l ira si aggiunge (aggueffa) alla malvagità, essi ci inseguiranno più crudeli del cane che azzanna (acceffa) la lepre . 19-24 Già mi sentivo arricciare tutti i peli per la paura ed ero intento a guardare indietro, quando dissi: «Maestro, se non nascondi me e te velocemente (tostamente), io ho paura dei Malebranche. Già li abbiamo alle calcagna; io li immagino a tal punto che li sento . 25-27 E quegli: «Se io fossi uno specchio (di piombato vetro), non rifletterei (trarrei a me) la tua immagine esterna (di fuor) più presto di quel che non riceva ( mpetro) in me quella interna. 28-33 Proprio ora (Pur mo) i tuoi pensieri raggiungevano i miei, uguali nell atteggiamento e nell aspetto, così che ho maturato una sola decisione (consiglio). Se si dà il caso che la sponda destra sia così inclinata (giaccia) che possiamo scendere nell altra bolgia, sfuggiremo all inseguimento temuto . 34-36 Non aveva ancora finito di manifestare tale decisione, che li vidi arrivare con le ali spiegate, non molto lontano, per volerci afferrare. 37-45 La mia guida mi afferrò immediatamente, come la madre che si sveglia per il rumore e vede intorno a sé le fiamme accese, che prende il figlio e fugge e non si ferma, preoccupandosi più di lui che di sé, tanto da indossare anche solo una camicia; e dalla sommità dell argine roccioso (dura) si lasciò andare supino lungo la parete rocciosa che delimita (tura) uno dei due lati della bolgia seguente. Inferno Gli ipocriti 205

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato