Analisi e interpretazione

Analisi e interpretazione Il contrappasso dei barattieri Queste anime sono immerse nel liquido della pece nera e bollente e, se ne escono, vengono arpionate dai diavo li. Certamente si vuole alludere al fatto che i raggiri dei barattieri in vita dovevano essersi svolti di nascosto e che essi furono invischiati in illeciti in cui la politica era ri dotta a passaggio di denaro sporco. E, poiché chi imbro glia ha sempre rapporti con gente della sua stessa pasta, i barattieri (corrotti e corruttori) sono uncinati da diavoli altrettanto falsi e bugiardi. Il significato morale del «nuovo ludo Per approfondire I nomi dei diavoli sua inesauribile vitalità; è impulsivo, bizzarro, instabile e accetta malvolentieri la logica di gruppo. Il poeta, secondo la tradizione medievale (nomina sunt consequentia rerum, «i nomi sono la conseguenza delle cose ), rappresenta nei nomi dei dieci diavoli-accompagnatori determinate caratteristiche fisiche e psicologiche, anche grottesche e deformate come nella fantasia popolare. I commentatori moderni (tra cui Francesco Torraca) riconducono i nomi di alcuni demoni a famiglie toscane, nemiche di Dante (Malebranca, Cagnasso, Ciriolo, Scaldabrina). La varietà dei registri linguistici La gara che Ciampolo ingaggia con il diavolo Alichino of fre argomento per un nuovo ludo, cioè per una narrazione di tono basso: Cagnazzo intuisce l imbroglio del dannato che vuole evitare gli assalti uncinati e dinanzi alla proposta è l unico più restio (crudo) dei Malebranche, che finiscono con l essere beffati dalla loro stessa vittima. L appello di Dante al lettore (o tu che leggi, udirai nuovo ludo, v. 118) sottolinea con ironia non solo il distacco dell autore da quella categoria di peccatori (si ricordi che la condanna all esilio subita da Dante era stata per l ac cusa di baratteria lanciatagli contro dai Neri!), ma an che l intento morale e didascalico del messaggio. Dante sembra avere negli occhi e negli orecchi una rappresen tazione trasgressiva di gusto popolaresco, caratterizzata dal movimento veloce e dal linguaggio plebeo, ma qui lo spettacolo non conduce il lettore nel clima giocoso della beffa: dannati e diavoli sono un unica cosa sopra e sotto il pelo della pece bollente in cui vengono cucinati per l e ternità. «Lo scontro con il Navarrese, in cui il barattiere armato solo della sua furberia, per dire così, professionale e della sua facile menzogna, batte li avversari suoi alati e forniti di roncigli, contrappone due tipi di baratteria, e attesta la superiorità di quella astuta e raziocinante del barattiere, nei confronti di quella, sprovveduta, crudele e alquanto animalesca dei diavoli. (A. Pagliaro) Costruzione tutta letteraria e morale, di taglio dunque tragico, per sottolineare la degradazione assoluta di questi subdoli peccatori che, con i loro illeciti commerci, sono il segno più vistoso della decadenza della società borghese e comunale. Accanto al carattere visivo di tutto l episodio, l aspetto «comico è sottolineato dalla varietà dei registri linguistici con una sintesi originale tra stile alto e parlata quotidiana. I termini dal latino e dal tedesco Anzitutto Barba riccia è definito paradossalmente «decurione (decurio è latinismo), comandante di dieci cavalieri nella legione romana. Il termine, volutamente alto in contrasto con la scarsa autorità del diavolo, serve a creare quello stile co mico, che è il registro di tutto il canto. Le altre espressioni militari provengono dal latino (muover campo da castra movere, «muovere l accampamento, mettersi in marcia ) o dal tedesco (stormo da Sturm, «tempesta, impeto ; gualdane da waldan, «incursioni ). Anche nell appel lo di Dante-autore al lettore, perché ponga attenzione a quell insolito (lat. novus) gioco (lat. ludus), i latinismi sono usati con tono ironico. Espressioni bibliche, dialettali e plebe Nel dialogo fra Virgilio e Ciampolo, cui partecipano i diavoli impa zienti di fare scempio del dannato, la citazione biblica (vasel d ogne froda del v. 82) conferisce un titolo di merito alle malefatte di frate Gomita e, nel contempo, evoca il vas d elezione riferito a san Paolo che accoglie la Grazia divina (Inferno II). Poi compaiono uscite di tono plebeo ( nforco, «infilo col forcone , è tipico del linguaggio contadino, v. 60), termini del dialetto sardo (donno, v. 83; di piano, v. 85) e fiorentino (grattarmi la tigna, v. 93), fino a un sottile gioco di ribaltamento linguistico: Ciampolo tra sforma l Odi malizia (v. 107) di Cagnazzo in malizioso nel senso di «malvagio , che procura il male agli altri (Malizioso son io troppo, / quand io procuro a mia maggior trestizia, vv. 110-111). La milizia diabolica Le similitudini animalesche Il diavolo nella tradizione ebraico-cristiana è l angelo che si è ribellato a Dio e quindi è stato cacciato nell Inferno in una condizione di separazione eterna da Dio (Lucifero è il capo dei demoni). Agisce nella storia contrastando il disegno divino del trionfo di Cristo. Anche i diavoli sono angeli, messaggeri, ma del male; anch essi sono forniti di ali, ma nere, di pipistrello. Dante in questo canto caratte rizza la figura del diavolo con realistica efficacia: è malva gio, imbroglione, mentitore e proprio in questo risiede la Numerose espressioni e similitudini animalesche, tratte dal repertorio letterario dei testi medievali di zoologia (bestiari), esprimono la degradazione di dannati e diavo li e, nel contempo, il loro dinamismo (i dannati inarcano il dorso come i delfini, vv. 19-24; si affacciano con la testa fuori della pece come le rane, vv. 25-30, 33; Ciriat to è come un gatto capitato tra i topi, v. 58; Alichino si risolleva dalla pece come il falcone quando l anitra gli sfugge, vv. 130-132). Inferno Ciampolo di Navarra 199

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato