Dante maestro di retorica – L’allitterazione e l’onomatopea

196 Canto XXII 118-120 O lettore, assisterai ora a uno spettacolo bizzarro: tutti i diavoli guardarono dall altra parte dell argine e per primo Cagnazzo, che era stato il più restio a farlo. 121-123 Il Navarrese colse il momento favorevole (suo tempo), puntò i piedi a terra e contemporaneamente saltò, divincolandosi da Barbariccia, il loro capo. 124-126 Di questo ognuno dei diavoli si sentì colpevole, ma più di tutti colui che era stato la causa dell errore (difetto) (Alichino); perciò partì di corsa gridando: «Ti ho preso! . 127-132 Ma gli servì a poco: perché le ali non andarono più veloci della paura (sospetto) (di Ciampolo); il dannato s immerse nella pece e il diavolo sollevò il petto volando verso l alto: non diversamente l anitra si tuffa subito giù sott acqua, quando si avvicina il falcone, e quello si rialza in volo indispettito e stanco. 133-138 Calcabrina, irato per la beffa (buffa), volando seguì Alichino, desideroso che il dannato la scampasse per attaccar briga (con il compagno); e appena il barattiere scomparve nella pece, così puntò gli artigli contro il suo compagno e si azzuffò (fu ... ghermito) con lui sopra la bolgia. 139-141 Ma l altro si dimostrò veramente uno sparviero allo stesso modo rapace nell afferrarlo con gli artigli, ed entrambi caddero nel mezzo della pece bollente. 142-144 Il caldo li fece subito separare; ma tuttavia era impossibile (neente) che si sollevassero, tanto si erano invischiate le loro ali. 145-151 Barbariccia, avvilito insieme agli altri suoi compagni, ne fece volare quattro all altra riva con tutti i loro uncini, e assai velocemente scesero da una parte e dall altra in un luogo adatto ad appostarsi (posta): allungarono gli uncini verso i due diavoli invischiati nella pece ( mpaniati) , i quali si erano già cotti sotto la crosta. E noi lasciammo i diavoli in un simile impaccio. 118-120. O tu ... crudo: il ludo riporta alle rappresentazioni medievali di piazza. I diavoli spiccano il volo verso la ripa opposta dell ar gine, per primo Cagnazzo, che era stato diffi dente nei confronti della proposta di Alichino. L errore è fatale: Ciampolo nell istante in cui i diavoli gli voltano le spalle si tuffa nella pece, O tu che leggi, udirai nuovo ludo: ciascun da l altra costa li occhi volse, 120 quel prima, ch a ciò fare era più crudo. Lo Navarrese ben suo tempo colse; fermò le piante a terra, e in un punto 123 saltò e dal proposto lor si sciolse. Di che ciascun di colpa fu compunto, ma quei più che cagion fu del difetto; 126 però si mosse e gridò: «Tu se giunto! . Ma poco i valse: ché l ali al sospetto non potero avanzar; quelli andò sotto, 129 e quei drizzò volando suso il petto: non altrimenti l anitra di botto, quando l falcon s appressa, giù s attuffa, 132 ed ei ritorna sù crucciato e rotto. Irato Calcabrina de la buffa, volando dietro li tenne, invaghito 135 che quei campasse per aver la zuffa; e come l barattier fu disparito, così volse li artigli al suo compagno, 138 e fu con lui sopra l fosso ghermito. Ma l altro fu bene sparvier grifagno ad artigliar ben lui, e amendue 141 cadder nel mezzo del bogliente stagno. Lo caldo sghermitor sùbito fue; ma però di levarsi era neente, 144 sì avieno inviscate l ali sue. Barbariccia, con li altri suoi dolente, quattro ne fé volar da l altra costa 147 con tutt i raffi, e assai prestamente di qua, di là discesero a la posta; porser li uncini verso li mpaniati, ch eran già cotti dentro da la crosta. 151 E noi lasciammo lor così mpacciati. cogliendoli di sorpresa e beffandoli. 127-132. Ma poco rotto: la paura rende fulmineo il salto del dannato quando Alichi no si lancia per ghermirlo, è già troppo tardi. La scena è descritta mediante una similitudine tratta dal mondo degli animali: come l anatra che si immerge quando è in arrivo il falcone. 133-135. irato ... zuffa: ora Calcabrina spera che Ciampolo si salvi, per potersi azzuffare con Alichino che li ha fatti beffare: i due, azzuffan dosi, sperimenteranno la pena dei dannati. 149. mpaniati: invischiati. La pania è il succo appiccicoso del vischio, usato per catturare uc celli di piccola taglia. Dante maestro di retorica L'allitterazione e l'onomatopea Allitterazione e onomatopea sono figure retoriche che riguardano l aspetto fonico-ritmico delle parole. L allitterazione consiste nella ripetizione di suoni (vocali e/o consonanti) all inizio o all interno di due o più parole consecutive. Ad esempio: Inf. XXII v.9 e con cose nostrali e con istrane. L onomatopèa è una parola o una frase che evoca il suono o il rumore di una cosa o il verso di un animale. In generale tutto il linguaggio della Commedia è fortemente espressivo e ricco di segni onomatopeici. Ad esempio in Inf. XIII: scerpi, stizzo, fosco, stecchi con tosco, schiante, nocchi.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato