La Divina Commedia

194 Canto XXII 37-42 Io conoscevo già il nome di tutti (i diavoli), perché li avevo annotati (nella mia mente) quando erano stati scelti (da Malacoda), ed ero anche stato attento quando si chiamavano tra loro. «O Rubicante, fa in modo di mettergli gli unghioni addosso in modo da scuoiarlo! , gridavano tutti insieme i maledetti. 43-45 E io: «Maestro mio, se puoi, fa in modo di sapere chi è questo sciagurato caduto nelle mani dei suoi nemici . 46-51 Virgilio gli si accostò a fianco, gli domandò di quale paese fosse e quello rispose: «Io nacqui nel regno di Navarra. Mia madre, che mi aveva generato da un ribaldo, suicida e scialacquatore, mi mise al servizio di un signore. 52-54 In seguito divenni cortigiano del valoroso re Tebaldo; a questo punto mi dedicai alla baratteria e di questa colpa espio la pena in questa pece bollente . 55-57 E Ciriatto, al quale da un lato e dall altro della bocca usciva una zanna come a un cinghiale, gli fece provare come anche una sola lacerava (sdruscia) bene. 58-60 Il sorcio era capitato tra gatte furiose, ma Barbariccia lo circondò con le braccia e disse: «State lontani, mentre io lo trattengo ( nforco) . 61-63 Poi rivolse il viso al mio maestro e gli disse: «Fai ancora domande, se desideri sapere di più da lui, prima che lo si strazi . 64-69 E allora Virgilio: «Ora dimmi: tra gli altri dannati che giacciono sotto la pece, conosci tu qualcuno che sia italiano? . E quello: «Ho lasciato da poco tempo uno che proveniva da un paese vicino all Italia. Magari fossi con lui ancora coperto dalla pece, non temerei né le unghie né gli uncini dei diavoli! . 70-72 E Libicocco disse: «Abbiamo aspettato abbastanza , e gli afferrò il braccio con l uncino, così che, lacerandolo, portò via un brandello (lacerto) di carne. 73-75 Anche Draghignazzo volle colpirgli le gambe; per cui (Barbariccia), il capo dei dieci, girò intorno uno sguardo minaccioso su di loro. 76-80 Quando essi si furono un po calmati, la mia guida senza perder tempo domandò a Ciampolo, che ancora stava osservando la sua ferita: 37-39. I sapea ... come: nel canto preceden te Malacoda ha scelto i diavoli che dovevano accompagnare i due pellegrini e Dante ricor da i loro nomi. 43. se tu puoi: Dante chiede a Virgilio di informarsi se ciò non comporta rischi, in rapporto alla situazione. 45. avversari: il demonio nel linguaggio bi blico è «il Nemico per antonomasia. 58. Tra male gatte ... l sorco: il proverbio è di tono plebeo: come un topo (sorcio, in to scano) tra gatte infuriate, quello sciagurato I sapea già di tutti quanti l nome, sì li notai quando fuorono eletti, 39 e poi ch e si chiamaro, attesi come. «O Rubicante, fa che tu li metti li unghioni a dosso, sì che tu lo scuoi! , 42 gridavan tutti insieme i maladetti. E io: «Maestro mio, fa, se tu puoi, che tu sappi chi è lo sciagurato 45 venuto a man de li avversari suoi . Lo duca mio li s accostò allato; domandollo ond ei fosse, e quei rispuose: 48 «I fui del regno di Navarra nato. Mia madre a servo d un segnor mi puose, che m avea generato d un ribaldo, 51 distruggitor di sé e di sue cose. Poi fui famiglia del buon re Tebaldo: quivi mi misi a far baratteria, 54 di ch io rendo ragione in questo caldo . E Cir atto, a cui di bocca uscia d ogne parte una sanna come a porco, 57 li fé sentir come l una sdruscia. Tra male gatte era venuto l sorco; ma Barbariccia il chiuse con le braccia 60 e disse: «State in là, mentr io lo nforco . E al maestro mio volse la faccia: «Domanda , disse, «ancor, se più disii 63 saper da lui, prima ch altri l disfaccia . Lo duca dunque: «Or dì: de li altri rii conosci tu alcun che sia latino 66 sotto la pece? . E quelli: «I mi partii, poco è, da un che fu di là vicino. Così foss io ancor con lui coperto, 69 ch i non temerei unghia né uncino! . E Libicocco «Troppo avem sofferto , disse; e preseli l braccio col runciglio, 72 sì che, stracciando, ne portò un lacerto. Draghignazzo anco i volle dar di piglio giuso a le gambe; onde l decurio loro 75 si volse intorno intorno con mal piglio. Quand elli un poco rappaciati fuoro, a lui, ch ancor mirava sua ferita, 78 domandò l duca mio sanza dimoro: era capitato tra i diavoli. Si noti nelle simi litudini la discesa nella scala zoologica: dal delfino, animale nobile (v. 19), alla rana (v. 26), alla lontra (v. 36), fino al porco (v. 56), alle gatte e al topo. 59-60. il chiuse con le braccia ... nforco: Bar bariccia sottrae momentaneamente il dannato agli altri diavoli, perché Virgilio possa porgli le sue domande, ma con l intenzione di infilzarlo col forcone in un momento successivo. 62-63. Domanda ... disfaccia: Barbariccia sollecita Virgilio a domandare quello che de sidera sapere, prima il dannato venga fatto a pezzi. 65. latino: italiano. 67. di là vicino: della Sardegna, considerata nel Medioevo non propriamente Italia. An che Dante nel De vulgari eloquentia (I, XI, 7) dice: «I sardi non sono italici, ma si debbono evidentemente aggregare agli italici . 75. mal piglio: Barbariccia, per richiamare all ordine i suoi indisciplinati compagni, li guarda male, ma le sue occhiatacce non sorti scono l effetto sperato e la tregua dura poco.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato