La Divina Commedia

Io vidi già cavalier muover campo, e cominciare stormo e far lor mostra, 3 e talvolta partir per loro scampo; corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, 6 fedir torneamenti e correr giostra; quando con trombe, e quando con campane, con tamburi e con cenni di castella, 9 e con cose nostrali e con istrane; né già con sì diversa cennamella cavalier vidi muover né pedoni, 12 né nave a segno di terra o di stella. Noi andavam con li diece demoni. Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa 15 coi santi, e in taverna coi ghiottoni. Pur a la pegola era la mia ntesa, per veder de la bolgia ogne contegno 18 e de la gente ch entro v era incesa. Come i dalfini, quando fanno segno a marinar con l arco de la schiena 21 che s argomentin di campar lor legno, talor così, ad alleggiar la pena, mostrav alcun de peccatori l dosso 24 e nascondea in men che non balena. E come a l orlo de l acqua d un fosso stanno i ranocchi pur col muso fuori, 27 sì che celano i piedi e l altro grosso, sì stavan d ogne parte i peccatori; ma come s appressava Barbariccia, 30 così si ritraén sotto i bollori. I vidi, e anco il cor me n accapriccia, uno aspettar così, com elli ncontra 33 ch una rana rimane e l altra spiccia; e Graffiacan, che li era più di contra, li arruncigliò le mpegolate chiome 36 e trassel sù, che mi parve una lontra. 1-12. Io vidi ... o di stella: Dante conosce le attività militari, perché vi ha partecipato o in qualità di spettatore di tornei (finti com battimenti dei cavalieri), e anche i segnali con cui si comunicano i comandi, ma non ha mai sentito nessuno rispondere all inconsueto se gnale di Barbariccia. L intento narrativo è di mettere in risalto quanto sconcio fosse il ver so con cui si conclude il canto precedente (ed elli avea del cul fatto trombetta, Inf. XXIX, v. 139). o Aretini: è evidente il riferimento alla partecipazione di Dante alla battaglia di Campaldino del 1289 contro i ghibellini di Arezzo. Le campane sono quelle delle torri o dei carrocci (che avevano una campanel la che suonava come segnale di riferimento per i soldati durante la battaglia). cenni di (vv. 1-30) I diavoli 1-12 Mi è già capitato di vedere cavalieri togliere l accampamento e dare inizio all assalto e sfilare in parata (mostra) e talvolta battere in ritirata per salvarsi; ho proprio visto soldati a cavallo fare scorrerie (gualdane) nella vostra terra, o Aretini, li ho visti fare incursioni, combattere (fedire) in tornei e giostre, ora con squilli di tromba ora di campane, o con tamburi o con segnali dalle torri di castelli, con strumenti nostri o (con strumenti) stranieri; ma non vidi mai muoversi né cavalieri né fanti con uno strumento a fiato (cennamella) così strano, né una nave navigare con un segnale simile da terra o nel cielo. 13-18 Noi procedevamo con i dieci diavoli. Ah, che spaventosa (fiera) compagnia! Ma in chiesa si sta con i santi e nell osteria con i furfanti. Sempre alla pece era rivolta la mia attenzione ( ntesa), per osservare ogni avvenimento della bolgia e dei dannati che vi bruciavano dentro. 19-24 Come i delfini, quando emergono con l arco della schiena, segnalano ai marinai che si diano da fare (s argomentin) per salvare la loro nave, così talvolta, per alleviare (alleggiar) la pena, qualche peccatore mostrava la schiena e poi la nascondeva di nuovo più rapido di un lampo. 25-30 E come i ranocchi stanno sull orlo dell acqua di un fossato con solo il muso che emerge, in modo da nascondere le zampe e il resto del corpo, così se ne stavano da ogni parte i peccatori, ma appena si avvicinava Barbariccia, subito si rituffavano sotto la pece bollente (bollori). (vv. 31-96) Ciampolo di Navarra 31-36 Io vidi, e ancora il cuore ne prova raccapriccio, un dannato esitare così, come accade che una rana rimanga ferma e un altra salti nell acqua; e Graffiacane, che gli era proprio di fronte, gli afferrò con l uncino (arruncigliò) i capelli appiccicosi e lo tirò su, simile a una lontra. castella sono segnalazioni con drappi o ban diere (di giorno), fumo o fuoco (di notte), fatte dall alto dei castelli. Diversa cennamella è uno strumento a fiato con canne forate, irridente accostamento con lo «strumento a fiato usato da Barbariccia. 14-15. ma ne la chiesa ... ghiottoni: il proverbio sta a significare che a ogni luogo compete la compagnia adatta; ghiottone nel Medioevo indicava gli scrocconi, quelli che vivevano di espedienti. fiera: lat. ferus, «fe roce , «terribile . 17. bolgia: Parole in chiaro. 19-30. Come i dalfini ... bollori: attraverso due similitudini realistiche riferite al mondo animale, Dante rappresenta i dannati che vogliono sottrarsi ai bollori della pece: una schiena che affiora è come quella di un del fino che, secondo una credenza medievale, annunciava la tempesta saltando intorno alle navi. L affiorare delle teste fuori dalla pece è co me quello delle rane che spuntano dal pantano. In entrambi i casi sono rapidissimi a immergersi nuovamente all apparire dei diavoli. 34. Graffiacan: per i nomi dei diavoli si rinvia alla Analisi e interpretazione. 35. arruncigliò le mpegolate chiome: afferrò con l uncino i capelli neri e appiccicosi per la pece. L aggettivo mpegolate allude a una situa zione da cui è difficile districarsi. 36. parve una lontra: ancora un immagine del mondo animale: il dannato appeso per i capelli all uncino di Graffiacane, nero e gocciolante di pece, è simile a una lontra tirata fuori dall acqua. Inferno Ciampolo di Navarra 193

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato