La Divina Commedia

190 Canto XXI 43-50 Lo gettò laggiù, e tornò sul ponte roccioso (duro); e mai un mastino fu sciolto con tanta fretta per inseguire il ladro (furo). 46-51 Quello si immerse, e tornò a galla imbrattato (convolto); ma i demoni che avevano riparo (coperchio) sotto il ponte gridarono: «Qui non c è il Santo Volto! (molto verenato a Lucca) qui si nuota ben diversamente che nel (fiume) Serchio! Perciò, se tu non vuoi i nostri graffi, non stare sopra la superficie della pece . 52-57 Poi lo addentarono con più di cento uncini (raffi), dissero: «Conviene che qui balli sotto la pece, così che, se puoi, arraffi (accaffi) di nascosto . Non diversamente i cuochi ai loro aiutanti (vassalli) fanno immergere (attuffare) in mezzo alla caldaia la carne con gli uncini, perché non galleggi. (vv. 58-105) I diavoli e la paura di Dante 58-63 Il buon maestro mi disse: «Perché non si veda che sei presente, acquattati dietro (dopo) una sporgenza (scheggio), che ti abbia (t aia) un qualche riparo; e per qualunque offesa che mi sia rivolta, non temere, che conosco già le cose (ho le cose conte), perché già un altra volta partecipai a tale contesa (baratta) . 64-66 Poi passò dall altro capo (co) del ponte; e come giunse sulla sesta riva, gli fu necessario (mestier li fu) avere un volto sicuro. 67-72 Con quel furore e con quel fragore di latrati (tempesta) con cui i cani si avventano contro il mendicante che fa la sua richiesta (chiede) là dove subito si è fermato, quelli uscirono di sotto il ponte, e rivolsero contro di lui tutti gli uncini (runcigli); ma egli gridò: «Nessuno di voi sia malvagio (fello)! 73-75 Prima che il vostro uncino mi prenda, si faccia avanti uno di voi che mi ascolti, e poi si decida se uncinarmi (arruncigliarmi) . 76-78 Tutti gridarono: «Vada Malacoda! ; per cui uno si mosse e gli altri stettero fermi e venne a lui dicendo: «Che gli giova (approda)? . 79-84 «Credi tu, Malacoda, di vedermi essere arrivato qui , disse il mio maestro, «non ostacolato da tutti i vostri impedimenti (schermi), senza il volere di Dio e il destino favorevole (destro)? Lasciaci andare, perché nel cielo è voluto che io mostri ad altri questo cammino selvaggio . 85-87 Allora gli crollò a tal punto l arroganza, che si lasciò cadere ai piedi l uncino, e disse agli altri: «Ormai non sia più colpito . 88-90 E la mia guida a me: «O tu che stai quatto quatto tra le rocce del ponte, ormai tornatene da me senza pericolo . Là giù l buttò, e per lo scoglio duro si volse; e mai non fu mastino sciolto 45 con tanta fretta a seguitar lo furo. Quel s attuffò, e tornò sù convolto; ma i demon che del ponte avean coperchio, 48 gridar: «Qui non ha loco il Santo Volto! qui si nuota altrimenti che nel Serchio! Però, se tu non vuo di nostri graffi, 51 non far sopra la pegola soverchio . Poi l addentar con più di cento raffi, disser: «Coverto convien che qui balli, 54 sì che, se puoi, nascosamente accaffi . Non altrimenti i cuoci a lor vassalli fanno attuffare in mezzo la caldaia 57 la carne con li uncin, perché non galli. Lo buon maestro «Acciò che non si paia che tu ci sia , mi disse, «giù t acquatta 60 dopo uno scheggio, ch alcun schermo t aia; e per nulla offension che mi sia fatta, non temer tu, ch i ho le cose conte, 63 per ch altra volta fui a tal baratta . Poscia passò di là dal co del ponte; e com el giunse in su la ripa sesta, 66 mestier li fu d aver sicura fronte. Con quel furore e con quella tempesta ch escono i cani a dosso al poverello 69 che di sùbito chiede ove s arresta, usciron quei di sotto al ponticello, e volser contra lui tutt i runcigli; 72 ma el gridò: «Nessun di voi sia fello! Innanzi che l uncin vostro mi pigli, traggasi avante l un di voi che m oda, 75 e poi d arruncigliarmi si consigli . Tutti gridaron: «Vada Malacoda! ; per ch un si mosse e li altri stetter fermi 78 e venne a lui dicendo: «Che li approda? . «Credi tu, Malacoda, qui vedermi esser venuto , disse l mio maestro, 81 «sicuro già da tutti vostri schermi, sanza voler divino e fato destro? Lascian andar, ché nel cielo è voluto 84 ch i mostri altrui questo cammin silvestro . Allor li fu l orgoglio sì caduto, ch e si lasciò cascar l uncino a piedi, 87 e disse a li altri: «Omai non sia feruto . E l duca mio a me: «O tu che siedi tra li scheggion del ponte quatto quatto, 90 sicuramente omai a me ti riedi .

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato