La Divina Commedia

Nel canto XXI, il primo dei due che narrano della quinta bolgia, l atmosfera è concitata, con i demoniaci protagonisti della scena raffigurati, secondo i dettami della fantasia popolare, come nere creature alate, dotate di artigli e armate di forche. Il registro prevalente è qui quello comico-grottesco. Alcuni critici hanno ravvisato nella particolare insistenza sulla diffidenza di Dante verso i diavoli, particolarmente accaniti contro di lui, un accenno autobiografico all accusa di baratteria che i suoi concittadini gli rivolsero: con questo canto Così di ponte in ponte, altro parlando che la mia comedìa cantar non cura, 3 venimmo; e tenavamo l colmo, quando restammo per veder l altra fessura di Malebolge e li altri pianti vani; 6 e vidila mirabilmente oscura. Quale ne l arzanà de Viniziani bolle l inverno la tenace pece 9 a rimpalmare i legni lor non sani, ché navicar non ponno in quella vece chi fa suo legno novo e chi ristoppa 12 le coste a quel che più v aggi fece; chi ribatte da proda e chi da poppa; altri fa remi e altri volge sarte; 15 chi terzeruolo e artimon rintoppa : tal, non per foco ma per divin arte, bollia là giuso una pegola spessa, 18 che nviscava la ripa d ogne parte. I vedea lei, ma non ved a in essa mai che le bolle che l bollor levava, 21 e gonfiar tutta, e riseder compressa. Mentr io là giù fisamente mirava, lo duca mio, dicendo «Guarda, guarda! , 24 mi trasse a sé del loco dov io stava. Allor mi volsi come l uom cui tarda di veder quel che li convien fuggire 27 e cui paura sùbita sgagliarda, che, per veder, non indugia l partire: e vidi dietro a noi un diavol nero 30 correndo su per lo scoglio venire. Ahi quant elli era ne l aspetto fero! e quanto mi parea ne l atto acerbo, 33 con l ali aperte e sovra i piè leggero! L omero suo, ch era aguto e superbo, carcava un peccator con ambo l anche, 36 e quei tenea de piè ghermito l nerbo. Del nostro ponte disse: «O Malebranche, ecco un de li anz an di Santa Zita! 39 Mettetel sotto, ch i torno per anche a quella terra, che n è ben fornita: ogn uom v è barattier, fuor che Bonturo; 42 del no, per li denar, vi si fa ita . egli appronterebbe una sorta di vendetta nei confronti dei Fiorentini. Degne di nota sono le tre similitudini che scandiscono le tre sequenze narrative del canto: il movimentato arsenale di Venezia nei versi iniziali; la similitudine del mendicante assalito dai cani rabbiosi, che illustra le difficoltà della ragione di fronte alla malizia; e infine quella dell assedio di Caprona, al quale il poeta partecipò nel 1289, che mette in rilievo un altro spunto autobiografico presente nel canto. (vv. 1-57) La bolgia dei barattieri 1-6 Così, di ponte in ponte, parlando di altri argomenti che la mia Commedia non si occupa di cantare, venimmo; e stavamo sulla sommità (colmo) del ponte, quando ci fermammo per guardare l altra fenditura di Malebolge e gli altri pianti vani; e la vidi incredibilmente oscura. 7-18 Come nell arsenale (arzanà) dei Veneziani, d inverno, la tenace pece bolle per rivestire (rimpalmare) le loro barche (i legni) danneggiate, poiché non possono navigare e allora invece di navigare chi fabbrica una barca nuova e chi tura le fessure (ristoppa) nei fianchi (coste) della nave che ha compiuto più viaggi; chi ribatte (i chiodi) a prora e chi a poppa; altri fanno i remi e altri avvolgono le sartie; chi rattoppa le vele terzeruolo e artimone : così, non a causa del fuoco ma per prodigio divino, laggiù bolliva una densa pece, che invischiava la riva da ogni parte. 19-21 Io la vedevo, ma in essa non scorgevo altro che le bolle che il bollore sollevava, e la vedevo gonfiare tutta, e abbassarsi ristretta. 22-24 Mentre guardavo fisso laggiù, il mio maestro, dicendo «Guarda, guarda! , mi trasse a sé dal luogo dove stavo. 25-30 Allora mi voltai come fa l uomo che è impaziente di vedere quello che gli conviene fuggire e a cui la paura improvvisa toglie coraggio (sgagliarda), per cui, sebbene guardi, non tarda a fuggire: e vidi dietro di noi un diavolo nero venire su per il ponte correndo. 31-33 Ah, com era feroce (fero) nell aspetto! e come mi sembrava crudele (acerbo) nel contegno, con le ali spiegate e leggero sui piedi! 34-36 Un peccatore con entrambe le anche gravava (carcava) sulla sua spalla, che era aguzza e rialzata (superbo), e quegli gli teneva ghermito il nervo (nerbo) dei piedi. 37-42 Dal nostro ponte disse: «O Malebranche, ecco uno degli anziani di Santa Zita (cioè della città di Lucca, dove la santa era venerata)! Immergetelo, che io torno ancora (per anche) a quella città, che ne è ben fornita: ognuno là è barattiere, tranne Bonturo (Dati); qui il no, per denaro, diventa sì (ita) . Inferno I diavoli Malebranche 189

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato