Personaggi principali: Niccolò III, Bonifacio VIII,

180 Canto XIX Personaggi principali Niccolò III Giovanni Gaetano Orsini, nato a Roma presumibilmente verso il 1210, discendente da una delle famiglie nobili romane più potenti, divenne cardinale a trent anni e organizzò il movimento di opposizione nei confronti dell imperatore Federico II a favore del re di Francia Carlo d Angiò. Divenuto papa nel 1277, alla morte di Giovanni XXI, tenne il pontificato fino al 1280, anno della sua morte. Come si era opposto a Federico II, così avversò le mire egemoniche di Carlo d Angiò, divenuto re di Napoli e di Sicilia. In definitiva egli voleva rafforzare l autonomia della Chiesa e si diede alla simonia e al nepotismo per accrescere il potere dei suoi parenti: nell ultima nomina di cardinali del suo pontificato, su nove porporati, tre erano suoi nipoti. Bonifacio VIII Benedetto Caetani (Anagni 1235-Roma 1303), abile diplomatico presso le corti d Inghilterra e di Francia, poi cardinale (1281), fu eletto papa nel dicembre 1294 dopo l abdicazione di Celestino V, che egli fece imprigionare nel castello di Fumone ( Inferno III, Personaggi, p. 58). Entrò in conflitto con Filippo IV il Bello, re di Francia, che esigeva dal clero il pagamento di tributi, tentò senza successo di affermare in Sicilia il dominio della Chiesa e intervenne nelle vicende politiche di Firenze, causando la rovina dei guelfi bianchi e l esilio di Dante. Distrusse Palestrina, roccaforte dei Colonna, indisse il primo anno santo o Giubileo ( Parole in chiaro, p. 20) nel 1300. Nell ottobre 1303, Filippo il Bello lo fece imprigionare ad Anagni da Guglielmo di Nogaret e da Sciarra Colonna, che umiliò gravemente il pontefice; liberato dal popolo, Bonifacio morì nel novembre successivo. Dante vede in questo papa colui che aveva causato la sua rovina e nella Monarchia contesta la bolla Unam sanctam (1302), con la quale Bonifacio VIII aveva proclamato la supremazia del potere spirituale su quello temporale, cioè la superiorità del potere del papa su ogni autorità terrena, imperatore compreso. Clemente V Il francese Bertrand de Got, arcivescovo di Bordeaux, divenne papa nel 1305 col nome di Clemente V, sostenuto dal re di Francia Filippo il Bello (e come a quel fu molle / suo re, così fia lui chi Francia regge, vv. 86-87). Favorì sempre la monarchia nazionale francese al punto da trasferire, nel 1309, la sede pontificia da Roma ad Avignone (la cosiddetta «cattività avignonese durò circa settant anni, fino al 1377). Morì nel 1314. I cronisti medievali (Giovanni Villani, Dino Compagni) danno di lui il ritratto di un papa avido di denaro, simoniaco, lussurioso. Dante lo colloca tra i simoniaci e, soprattutto, lo condanna per l opposizione al tentativo di Arrigo VII di Lussemburgo di restaurare in Italia l autorità imperiale. Infatti Clemente V e Bonifacio VIII sono nominati nell ultima sequenza politica della Commedia, all entrata dell Empireo ( Paradiso XXX, vv. 142-148), dove è ricordata questa bolgia alla quale entrambi sono destinati. Costantino L imperatore romano Costantino (280 ca.-337), con l editto di Milano (313), riconobbe a tutti i sudditi dell Impero la libertà di culto religioso. Secondo una leggenda, ritenuta nel Medioevo verità storica e confutata soltanto nel XV secolo dall umanista Lorenzo Valla, l imperatore Costantino, guarito miracolosamente dalla lebbra e convertitosi al cristianesimo, autorizzò la cessione di Roma e del suo territorio al papa Silvestro I, dando così inizio al possesso dei beni terreni (detti «Patrimonio di san Pietro ) e al potere temporale della Chiesa. La Donazione di Costantino (in latino Constitutum Constantini) è in realtà un documento apocrifo. Parole in chiaro Assessin (v. 50) Il termine assessin, di origine araba (hassasin, plurale di hassas, «fu matore, bevitore di hascisc ), fu introdotto in Occidente dopo le Crociate. Gli Assassini erano una setta musulmana di origine persiana del XII secolo, i cui membri, legati da un giuramento di fanatica ob bedienza al loro capo, il misterioso Veglio1 della Montagna, commet tevano sotto l effetto di una droga (l hascisc) ogni sorta di misfatti, senza mai rivelare, fino alla morte, il nome del mandante. In Italia ai tempi di Dante la parola indicava il sicario, «colui che uccide su commissione per denaro e che veniva punito con una pena chiama ta «propagginazione , cioè era se polto vivo con la testa in giù in una buca, poi riempita di terra. Sulla base di queste informazioni, il cri tico Antonino Pagliaro ritiene che, nella similitudine dantesca (Io stava come l frate che confessa / lo perfido assessin, che, poi ch è fitto, / richiama lui per che la morte cessa, vv. 49-51), l aggettivo perfido significhi «tra ditore e che Dante non intenda parlare genericamente di un sicario «empio , ma più precisamente di un sicario «traditore che chiama il prete per rivelargli il nome del mandante e aver salva la vita. L interpretazione è suggestiva ma si preferisce la prima, più tradizionale. Oggi il sicario è comunemente indi cato con la parola inglese killer e il termine assassino indica «colui che commette un assassinio, una grave malefatta . 1. Il Veglio viene identificato con lo sceicco Ala uddin Mohammed, che tra il 1221 e il 1225 fu capo degli Ismaeliti, una setta musulmana eterodossa.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato