La Divina Commedia

176 Canto XIX (vv. 31-87) Il colloquio con Niccolò III 31-36 Io chiesi: «Maestro, chi è quel dannato che mostra il suo tormento, agitandosi più di tutti gli altri suoi compagni di pena, e che una fiamma più rossa lambisce? . Ed egli (rispose): «Se tu acconsenti che io ti porti sul fondo passando l argine meno ripido, da lui saprai direttamente chi sia e quali sono stati i suoi peccati . 37-39 E io (dissi): «Tutto ciò che tu decidi mi è gradito: tu sei la mia guida e sai che io non mi allontano dal tuo volere e conosci anche ciò che non esprimo . 40-45 Allora giungemmo sul quarto argine; ci voltammo e scendemmo sempre verso sinistra giù sul fondo pieno di fori e malagevole da attraversare. Il buon maestro non mi depose ancora dal suo fianco, finché non mi fece arrivare vicino al foro di quello che si lamentava così tanto con le gambe (agitandole). 46-51 Io cominciai a dire: «Chiunque tu sia, che hai la testa sotto (all ingiù), misera anima dannata conficcata come un palo, se puoi, parla . Io avevo la stessa posizione di quel frate che confessa l empio sicario, il quale, dopo essere stato calato nella fossa, prima che questa venga riempita di terra, lo richiama in modo da allontanare per un po il momento della morte. 52-57 Ed egli gridò: «Sei tu già qui dritto in piedi, sei tu già qui dritto in piedi, Bonifacio? Il libro del futuro mi ha mentito di parecchi anni. Ti sei stancato così presto di quella ricchezza per la quale non hai esitato a sposare con l inganno la Chiesa, e poi disonorarla? . 58-63 Io mi feci come quelli che, per non aver compreso ciò che è stato loro risposto, se ne rimangono confusi e non sanno cosa ribattere. Allora Virgilio disse: «Digli subito: Non sono quello, non sono quello che credi ; ed io risposi come mi fu detto. 64-66 Per questo lo spirito distorse completamente i piedi, poi, sospirando e con voce lamentosa, mi disse: «Dunque, cosa vuoi sapere da me? 32. consorti: latinismo formato dalla prepo- sizione cum e dal sostantivo sors, «con stessa sorte ; qui «che condivide la stessa sventura per colpa e pena. 33. più roggia: arcaismo per «rossa . Tanto più la fiamma è rossa tanto più è cocente per il dannato, perché tanto più grave è stato il suo peccato; succia: voce toscana con sfumatura ironica: succhia, lambisce. 38. segnore: latinismo da senior: Virgilio è «più vecchio , quindi più saggio e degno di rispetto. 45. si piangeva con la zanca: l immagine derisoria richiama quella del v. 31: il dannato esprime il suo dolore agitando la parte inferiore delle gambe: in sintesi i piedi diventano protagonisti di tutte le sue azioni; zanca, «gamba , è termine rimasto in alcuni dialetti odierni nella forma «cianca e «sciancato . «Chi è colui, maestro, che si cruccia guizzando più che li altri suoi consorti , 33 diss io, «e cui più roggia fiamma succia? . Ed elli a me: «Se tu vuo ch i ti porti là giù per quella ripa che più giace, 36 da lui saprai di sé e de suoi torti . E io: «Tanto m è bel, quanto a te piace: tu se segnore, e sai ch i non mi parto 39 dal tuo volere, e sai quel che si tace . Allor venimmo in su l argine quarto; volgemmo e discendemmo a mano stanca 42 là giù nel fondo foracchiato e arto. Lo buon maestro ancor de la sua anca non mi dipuose, sì mi giunse al rotto 45 di quel che si piangeva con la zanca. «O qual che se che l di sù tien di sotto, anima trista come pal commessa , 48 comincia io a dir, «se puoi, fa motto . Io stava come l frate che confessa lo perfido assessin, che, poi ch è fitto, 51 richiama lui per che la morte cessa. Ed el gridò: «Se tu già costì ritto, se tu già costì ritto, Bonifazio? 54 Di parecchi anni mi mentì lo scritto. Se tu sì tosto di quell aver sazio per lo qual non temesti tòrre a nganno 57 la bella donna, e poi di farne strazio? . Tal mi fec io, quai son color che stanno, per non intender ciò ch è lor risposto, 60 quasi scornati, e risponder non sanno. Allor Virgilio disse: «Dilli tosto: Non son colui, non son colui che credi ; 63 e io rispuosi come a me fu imposto. Per che lo spirto tutti storse i piedi; poi, sospirando e con voce di pianto, 66 mi disse: «Dunque che a me richiedi? 46-47. «O qual ... come pal commessa : l immagine del capo rovesciato e dei piedi all insù crea la commedia del «capovolgimento dei simoniaci, infissi nelle loro buche come dei pali, e dell equivoco, sottolineati ancora dal lessico plebeo ( l di su tien di sotto). 49-50. Io stava ... fitto: altra situazione capovolta: nella realtà è il sacerdote che sta chino sul condannato ad ascoltarne la confessione, qui è Dante che si porta il più vicino possibile alla buca, per sentire più chiaramente ciò che dirà il dannato, equiparato nella similitudine all assassino che confessa i suoi delitti; assessin: è propriamente il sicario, colui che uccide su commissione ( Parole in chiaro). 51. per che la morte cessa: prima che la sentenza sia eseguita completamente, il condannato richiama il confessore per differire di qualche momento l esecuzione. 52-57. Ed el gridò strazio: è l anima del papa Niccolò III, Giovanni Gaetano Orsini ( Personaggi). Nel grido del dannato c è tutta la sorpresa di chi si trova davanti a un evento inaspettato: egli ha sentito la voce di Dante, ma lo ha scambiato per Bonifacio VIII ( Personaggi), che deve prendere il suo posto e si stupisce che arrivi prima del previsto: infatti esclama Di parecchi anni mi mentì lo scritto (lo scritto è il libro del futuro, nel quale i dannati in modi diversi possono leggere, come Dante ha appreso da Farinata in Inferno X, vv. 100-101). Bonifacio VIII morirà nel 1303, tre anni e mezzo dopo l immaginario viaggio dantesco, e prima del momento in cui il poeta compose questo canto. Dante condanna più volte questo pontefice nella Commedia (Inferno VI, v. 69; Paradiso XXX, vv. 142-148), lo ritiene coinvolto nell abdicazione del predecessore Celestino V (ricordato

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato