La Divina Commedia

150 Canto XIV (vv. 43-75) Incontro con Capaneo 43-48 Io cominciai: «Maestro, tu che superi (vinci) tutte le difficoltà, tranne i diavoli ostinati (duri) che ci uscirono (uscinci) incontro sulla soglia della porta, chi è quel grande che pare non curarsi dell incendio e giace sprezzante e torvo (torto), così che la pioggia non sembra tormentarlo (marturi)? . 49-51 E quello stesso, che si accorse che domandavo di lui alla mia guida gridò: «Come fui da vivo, così sono da morto. 52-60 Anche se Giove stancasse il suo fabbro da cui si procurò la folgore acuta dalla quale fui colpito l ultimo giorno o anche facesse stancare gli altri fabbri senza posa nella nera fucina di Mongibello (Etna), chiamando Aiuto, aiuto, o mio bravo Vulcano! , così come fece nella battaglia di Flegra, e mi colpisse con tutta la sua forza: non potrebbe averne la gioia della vendetta . 61-66 Allora la mia guida parlò con tanta potenza che non lo avevo mai sentito così forte: «O Capaneo, proprio in questo, che la tua superbia non si affievolisce, sei più punito; nessuna pena, più della tua rabbia, sarebbe punizione (dolor) adeguata alla tua empietà . 67-72 Poi si rivolse a me con volto (labbia) più sereno, dicendo: «Quello fu uno dei sette re che assediarono (assiser) Tebe; ed ebbe e pare che abbia ancora Dio in dispregio, e pare che poco lo apprezzi (pregi); ma, come dissi a lui, i suoi atteggiamenti sprezzanti sono al suo petto adeguati ornamenti. 73-75 Ora seguimi e bada a non mettere i piedi nella sabbia infuocata; ma cammina sempre vicino alla selva . (vv. 76-142) Il Veglio di Creta e i fiumi dell Inferno 76-78 In silenzio arrivammo là dove sgorga (spiccia) fuori della selva un piccolo fiume, il cui colore rosso ancora mi fa raccapricciare. 79-84 Come dal Bulicame (fonte termale presso Viterbo) nasce un ruscello che poi le meretrici (peccatrici) dividono (parton) tra loro, tale per la sabbia scorreva quello. Il suo fondo ed entrambe le pendici erano di pietra così come gli argini laterali; per cui mi accorsi che lì (lici) era il passaggio. 85-90 «Tra tutto quello che ti ho mostrato dopo che entrammo dalla porta la cui soglia non è vietata a nessuno, non fu vista dagli occhi tuoi cosa notevole come il presente fiume, che spegne su di sé tutte le fiammelle . 91-93 Queste furono le parole della mia guida; per cui io lo pregai che mi offrisse quel cibo di cui mi aveva suscitato il desiderio. I cominciai: «Maestro, tu che vinci tutte le cose, fuor che demon duri 45 ch a l intrar de la porta incontra uscinci, chi è quel grande che non par che curi lo ncendio e giace dispettoso e torto, 48 sì che la pioggia non par che l marturi? . E quel medesmo, che si fu accorto ch io domandava il mio duca di lui, 51 gridò: «Qual io fui vivo, tal son morto. Se Giove stanchi l suo fabbro da cui crucciato prese la folgore aguta 54 onde l ultimo dì percosso fui; o s elli stanchi li altri a muta a muta in Mongibello a la focina negra, 57 chiamando Buon Vulcano, aiuta, aiuta! , sì com el fece a la pugna di Flegra, e me saetti con tutta sua forza: 60 non ne potrebbe aver vendetta allegra . Allora il duca mio parlò di forza tanto, ch i non l avea sì forte udito: 63 «O Capaneo, in ciò che non s ammorza la tua superbia, se tu più punito; nullo martiro, fuor che la tua rabbia, 66 sarebbe al tuo furor dolor compito . Poi si rivolse a me con miglior labbia, dicendo: «Quei fu l un d i sette regi 69 ch assiser Tebe; ed ebbe e par ch elli abbia Dio in disdegno, e poco par che l pregi; ma, com io dissi lui, li suoi dispetti 72 sono al suo petto assai debiti fregi. Or mi vien dietro, e guarda che non metti, ancor, li piedi ne la rena arsiccia; 75 ma sempre al bosco tien li piedi stretti . Tacendo divenimmo là ve spiccia fuor de la selva un picciol fiumicello, 78 lo cui rossore ancor mi raccapriccia. Quale del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici, 81 tal per la rena giù sen giva quello. Lo fondo suo e ambo le pendici fatt era n pietra, e margini dallato; 84 per ch io m accorsi che l passo era lici. «Tra tutto l altro ch i t ho dimostrato, poscia che noi intrammo per la porta 87 lo cui sogliare a nessuno è negato, cosa non fu da li tuoi occhi scorta notabile com è l presente rio, 90 che sovra sé tutte fiammelle ammorta . Queste parole fuor del duca mio; per ch io l pregai che mi largisse l pasto 93 di cui largito m av a il disio.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato