La Divina Commedia

Il terzo girone del settimo cerchio ospita tre categorie di peccatori: i bestemmiatori, violenti contro Dio, i sodomiti, violenti contro natura, e gli usurai, violenti contro l arte. I due poeti si fermeranno in questo girone per quattro canti. Il canto XIV è occupato dalla descrizione del sabbione infuocato che ospita questi dannati, dall incontro con Capaneo, simbo- Poi che la carità del natio loco mi strinse, raunai le fronde sparte 3 e rende le a colui, ch era già fioco. Indi venimmo al fine ove si parte lo secondo giron dal terzo, e dove 6 si vede di giustizia orribil arte. A ben manifestar le cose nove, dico che arrivammo ad una landa 9 che dal suo letto ogne pianta rimove. La dolorosa selva l è ghirlanda intorno, come l fosso tristo ad essa; 12 quivi fermammo i passi a randa a randa. Lo spazzo era una rena arida e spessa, non d altra foggia fatta che colei 15 che fu da piè di Caton già soppressa. O vendetta di Dio, quanto tu dei esser temuta da ciascun che legge 18 ciò che fu manifesto a li occhi mei! D anime nude vidi molte gregge che piangean tutte assai miseramente, 21 e parea posta lor diversa legge. Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, 24 e altra andava contin amente. Quella che giva ntorno era più molta, e quella men che giac a al tormento, 27 ma più al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto l sabbion, d un cader lento, piovean di foco dilatate falde, 30 come di neve in alpe sanza vento. Quali Alessandro in quelle parti calde d Ind a vide sopra l s o stuolo 33 fiamme cadere infino a terra salde, per ch ei provide a scalpitar lo suolo con le sue schiere, acciò che lo vapore 36 mei si stingueva mentre ch era solo: tale scendeva l etternale ardore; onde la rena s accendea, com esca 39 sotto focile, a doppiar lo dolore. Sanza riposo mai era la tresca de le misere mani, or quindi or quinci 42 escotendo da sé l arsura fresca. lo dell orgoglio e della superbia arrogante, e dalla figura allegorica del veglio di Creta, con la quale Dante rivisita il mito dell età dell oro, periodo in cui gli esseri umani vivevano felici in armonia con la natura, decadendo poi progressivamente sino alla condizione attuale di peccato e infelicità. Dalle lacrime dell umanità ferita scaturiscono i fiumi dell oltretomba. (vv. 1-42) Il sabbione infuocato 1-3 Poiché l amore per la patria mi strinse il cuore, radunai le fronde sparse e le restituii a lui, che era già muto (fioco). 4-9 Quindi arrivammo al confine dove il secondo girone si divide (si parte) dal terzo, e dove si vede la terribile opera della giustizia. Per ben descrivere le cose mai viste (nove), dico che arrivammo a una pianura che dal suo suolo rimuove ogni pianta. 10-12 La dolorosa selva dei suicidi la circonda, come il fiume di sangue circonda la selva stessa; qui ci fermammo proprio sull orlo (a randa a randa). 13-15 Il suolo era una spiaggia arida e compatta, non diversa da quella che fu calpestata (soppressa) dai piedi di Catone. 16-18 O giustizia (vendetta) di Dio, quanto devi essere temuta da chiunque legga ciò che fu manifestato ai miei occhi! 19-21 Vidi molte schiere (gregge) di anime nude che piangevano tutte molto dolorosamente, e pareva che fosse loro assegnata una diversa condizione. 22-27 Alcuni giacevano supini a terra, alcuni si sedevano raccolti e altri camminavano senza sosta. Quella schiera che camminava intorno era più numerosa, e quella sdraiata sotto il tormento meno, ma aveva la lingua più pronta al lamento (duolo). 28-30 Su tutto il sabbione cadevano lentamente larghe falde di fuoco, come di neve in montagna senza vento. 31-39 Quali le fiamme che Alessandro (Magno) in quelle regioni calde di India vide cadere sul suo esercito intere (salde) fino a terra, per cui egli dispose di far calpestare (scalpitar) coi piedi dai suoi soldati, affinché il vapore meglio (mei) si spegnesse finché era isolato: tale scendeva quella pioggia eterna (etternale); per la quale la rena s incendiava, come l esca con l acciarino (focile), a raddoppiare il dolore. 40-42 La danza (tresca) delle misere mani era senza sosta, ora di qua ora là per allontanare da sé le nuove faville. Inferno Capaneo 149

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato