La Divina Commedia

140 Canto XIII valori terreni (fedeltà, onore, giustizia) non bastano a ren dere giuste le scelte dell uomo, le quali vanno illuminate dalla fede e dalla Grazia. L unico bene che conforta la sua attuale triste condizione è la buona fama restituitagli per sempre dall invenzione dantesca. L anonimo fiorentino: le rivalità comunali Accanto a Pier della Vigna appare un anonimo suicida, di quest anima conosciamo solamente la patria (Firenze) e le modalità della morte (l impiccagione). Queste, infatti, le sole informazioni che il suicida rivela a Dante viator, riservando il resto del suo breve discorso a qualche con siderazione sullo stato della propria città natale (vv. 14351). Risulta evidente il contrasto, enorme, tra l anima di della Vigna e la sua fama come cortigiano di Federico II e l anonimato del fiorentino la cui identità Dante lascia volutamente nell indeterminatezza, al punto che Boccac cio scorge in questa circostanza un vero e proprio arti ficio retorico. Così come è rilevante che l autobiografia dell anima s intrecci con l abbozzo di storia fiorentina che Dante gli fa pronunciare: allo stesso modo di Firenze, che compie una parabola discendente passando dal virtuoso esercizio delle armi a un culto del denaro eccessivo, così l anonimo suicida cade vittima della tendenza alla bra mosia, uccidendosi per aver perso le proprie ricchezze. «Difficile infatti non scorgere nel discorso dell anima su firenze l eco dell insistenza con cui, altrove, Dante indivi dua nell avarizia uno dei principali vizi che hanno portato Firenze alla disfatta morale nella quale, a detta del poeta, la città versa a cavallo tra Due e Trecento (N. Maldina). Lo stile aspro e la disarmonia linguistica L atmosfera di lacerazione e sdoppiamento che per vade tutto il canto si traduce anche nella disarmonia linguistica (antitesi, allitterazioni dentali e sibilanti, onomatopee aspre). L orrore della selva La negatività del bosco è espressa dalla triplice anafora nella seconda terzina, costruita con frasi antitetiche (Non fronda verde, ma di color fosco; / non rami schietti, ma nodosi e nvolti; / non pomi v eran, ma stecchi con tosco, vv. 4-6). L allitterazione della f- e della s- mette ulteriormente in risalto come il luogo sia inna turale. Nel v. 37 (Uomini fummo, e or siam fatti sterpi) i termini-chiave uomini-sterpi, collocati all inizio e alla fine del verso, esprimono la pena nella sua essenzialità: essere piante ma sentire e pensare come uomini ; la disposizione incrociata del chiasmo e l antitesi fummo-siam ne accen tuano la contrapposizione. Nei due versi successivi l allitterazione della -s crea l ef fetto onomatopeico del sibilo e rafforza il paragone uo mini-serpi (Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: / ben dovrebb esser la tua man più pia, / se state fossimo anime di serpi, vv. 37-39): la condizione degradata dei suicidi è tale da essere al di sotto di quella del serpente, considerato tradizionalmente il simbolo della tentazione diabolica. La contorta psicologia del dannato Il ritratto che Pier della Vigna delinea di sé, costruito secondo le regole della retorica e stilisticamente ricercato (vv. 55-78), cor risponde alla sua fama di maestro dell ars dictandi. Ma, a sua volta, il linguaggio contorto rispecchia la stravolta psicologia del dannato. La perifrasi sottolinea la raffinatezza del personaggio e subito lo caratterizza come maestro di stile (Io son colui che tenni ambo le chiavi / del cor di Federigo, vv. 58-59). La personificazione dell invidia dei cortigiani, che aveva causato la sua disgrazia (La meretrice che mai dall ospizio / di Cesare non torse li occhi putti, vv. 64-65), è rafforzata dalla perifrasi (ospizio di Cesare) che indica la corte, sede dell imperatore (Cesare, come Augusto del v. 68, è l im peratore per antonomasia). Il poliptoto, ripetendo la radice del verbo (infiammò [...] nfiammati [...] infiammar, vv. 67-68), esprime il diffon dersi dell invidia nell animo dei cortigiani. L antitesi (lieti onor / tristi lutti, v. 69), rafforzata dalla allitterazione della -t, esprime come gli onori si siano tra sformati in dolori. William Blake , Illustrazioni per la Commedia di Dante, Inferno canto XIII

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato