Analisi e interpretazione

Analisi e interpretazione Per approfondire Il contrappasso La legge del contrappasso Il bosco che si presenta agli occhi di Dante e Virgilio è tut to di segno negativo. L atmosfera innaturale del paesaggio non indicato da alcun sentiero si fa ancora più palpabile a mano a mano che i due pellegrini si addentrano nella selva: gli alberi sono foschi, hanno rami contorti, al posto dei frutti cespugli e spine avvelenate, emettono dolorosi la menti e sanguinano (vedi Altre pagine altri percorsi p. 142). Gli uomini-pianta In quel terrificante intrico di piante scure e contorte sono rinchiuse le anime dei suicidi, di co loro che con la violenza hanno sottratto la forma corporea alla propria anima e che la giustizia di Dio ha degradato a livello di vegetali e sterpi. Nel giorno del Giudizio Uni versale il vecchio corpo sarà appeso ai rami dell albero-a nima (chiaro riferimento a una delle forme del suicidio) e testimonierà in eterno la perdita subita (vv. 103-108). Le donne-uccello A questi uomini-pianta, privi nell al dilà delle loro sembianze (contrariamente ad altre anime), le Arpie, appollaiate sui rami, aggiungono un supplemen to di pena lacerandoli con strazi infiniti. Esse si inseri scono nel tema del contro natura che domina tutto il canto: uccelli dal volto umano stanno a guardia della selva dei suicidi ove si cibano delle foglie, costruiscono nidi e strappano i rami degli uomini trasformati in pian te, tormentandoli e straziandoli in eterno. Scrive Dan te che furono le Arpie a cacciar de le Strofade i Troiani (vv. 10-12). Le donne-uccello infatti compaiono nell Eneide, dopo l episodio di Polidoro: Enea e i compagni sulle isole Strofadi si scontrano con le Arpie che profetiz zano loro le guerre che dovranno sostenere nella penisola italica. La caccia infernale Alle donne-uccello che lacerano le foglie dei suicidi-piante corrispondono le cagne degli scia lacquatori: come essi sulla Terra fecero scempio dei loro beni con una violenza autodistruttiva, così ora le cagne fanno a pezzi i loro corpi. La caccia infernale è anch essa strana e innaturale, in quanto sono i cani a cacciare gli uomini. E l orrido non finisce qui: dal momento che il contrappasso mostra la sostanza della pena e rappresenta in eterno la colpa, i brandelli dei corpi si ricomporranno per dar luogo a un altra caccia, perpetuata all infinito. Pier della Vigna: l invidia delle corti Lo stupore e la confusione di pensieri, la paralizzante pau ra e le incertezze di Dante (sente voci umane, non vede nessuno da cui possano venire, le anime potrebbero essere nascoste tra gli alberi, vv. 22-27) fanno di lui un rappre sentante dell umanità smarrita. necessario un invito di Virgilio a indirizzare i suoi pen sieri in una direzione «giusta , spingendolo a strappare un ramoscello da un grande pruno. Quando il sangue, colando dal rametto spezzato, provoca un lamento (vv. 33-39), Dante constata sbigottito la natura ibrida degli alberi e che le anime per parlare devono sanguinare (de la scheggia rotta usciva insieme / parole e sangue, vv. 43-44). La voce è quella di Pier della Vigna, funzionario imperia le che, ingiustamente accusato di alto tradimento, si era ucciso nella sua cella. Il personaggio ribadisce la propria innocenza e fedeltà nei confronti di Federico II (fede portai al glor oso offizio, v. 62), denuncia l invidia dei cortigia ni, chiede che la sua memoria venga riabilitata tra i vivi. Egli, non potendo sopportare l infamia e il disonore, si era dato la morte, credendo di testimoniare lo sdegno ai suoi accusatori e di suscitare nel sovrano la convinzione della propria innocenza, ma ora è consapevole che l atto suicida è stato un ingiustizia nei confronti di se stesso in nocente (L animo mio, per disdegnoso gusto, / credendo col morir fuggir disdegno, / ingiusto fece me contra me giusto, vv. 70-72). I limiti dei valori terreni In Pier della Vigna, ripagato male per i servizi politici resi in buona fede, Dante rispecchia il proprio dramma personale: l invidia, la calunnia degli avversari, il disonore dell esilio, il desiderio di veder riconosciuta la fedeltà ai suoi ideali politici. Alla umana comprensione di Dan te-personaggio, il cui giudizio non è ancora tale da prose guire verso la salvezza senza la guida di Virgilio-Ragione, si accompagna la condanna morale del peccato da parte di Dante-autore, che ha compreso il modo in cui opera la giustizia divina nel mondo. La fiducia dell imperatore era diventata la ragione principale nella vita di Piero, ma i Inferno Pier della Vigna 139

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato