La Divina Commedia

130 Canto XII 44-48 e in quel momento questa antica roccia, qui e altrove, fece un simile crollo (riverso). 46-48 Ma volgi gli occhi in giù (a valle), poiché si avvicina il fiume di sangue nel quale bolle chiunque nuoccia agli altri con la violenza . 49-57 Oh cieca cupidigia e ira folle, che ci incalzi così nella vita breve, e poi ci immergi (c immolle) tanto atrocemente (sì mal)! Io vidi un ampia fossa a forma di arco, poiché circonda tutta la zona piana, come aveva detto la mia guida; e tra la base della roccia ed essa, in fila correvano Centauri, armati di frecce, come solevano andare a caccia nel mondo. 58-63 Vedendoci scendere, ciascuno si fermò, e dalla schiera si staccarono in tre, con archi e frecce scelte prima; e uno gridò da lontano: «A quale pena venite voi che scendete la costa? Ditecelo da lì; se no, tiro con l arco . 64-66 Il mio maestro disse: «Risponderemo a Chirone quando saremo vicino a lui: il tuo desiderio fu sempre così impulsivo (tosta) a tuo danno (mal) . 67-75 Poi mi toccò (tentò), e disse: «Quello è Nesso, che morì per la bella Deianira, e fece da solo vendetta per sé stesso. E quello di mezzo, con lo sguardo abbassato, è il grande Chirone, che educò Achille; quell altro è Folo, che fu così pieno d ira. Attorno al fiume vanno numerosissimi, colpendo con le frecce qualsiasi anima esca fuori (si svelle) dal sangue più di quanto la sua colpa le ha assegnato (sortille) . 76-81 Noi ci avvicinammo a quelle fiere veloci (isnelle): Chirone prese una freccia, e con la cocca tirò indietro la barba verso la mascella. Quando ebbe scoperto la grande bocca, disse ai compagni: «Vi siete accorti che quello che sta dietro muove i sassi che tocca con i piedi? Così non sono soliti fare i piedi dei morti . 82-87 E la mia buona guida, che già era al petto del centauro, dove si uniscono le due nature, umana ed equina, rispose: « proprio vivo, e tutto solo, e a lui devo mostrare la valle buia; lo spinge qui (ci) la necessità, non il diletto. 88-90 Una persona (Tal) (Beatrice) interruppe il canto dell alleluia e mi affidò questo nuovo compito: non è un ladro, né io sono un anima ladra (fuia). 91-93 Ma per quella potenza per cui muovo i miei passi per una strada così disumana, dacci uno dei tuoi, a cui possiamo stare appresso (a provo), e in quel punto questa vecchia roccia, 45 qui e altrove, tal fece riverso. Ma ficca li occhi a valle, ché s approccia la riviera del sangue in la qual bolle 48 qual che per v olenza in altrui noccia . Oh cieca cupidigia e ira folle, che sì ci sproni ne la vita corta, 51 e ne l etterna poi sì mal c immolle! Io vidi un ampia fossa in arco torta, come quella che tutto l piano abbraccia, 54 secondo ch avea detto la mia scorta; e tra l piè de la ripa ed essa, in traccia corrien centauri, armati di saette, 57 come solien nel mondo andare a caccia. Veggendoci calar, ciascun ristette, e de la schiera tre si dipartiro 60 con archi e asticciuole prima elette; e l un gridò da lungi: «A qual martiro venite voi che scendete la costa? 63 Ditel costinci; se non, l arco tiro . Lo mio maestro disse: «La risposta farem noi a Chir n costà di presso: 66 mal fu la voglia tua sempre sì tosta . Poi mi tentò, e disse: «Quelli è Nesso, che morì per la bella Deianira, 69 e fé di sé la vendetta elli stesso. E quel di mezzo, ch al petto si mira, è il gran Chir n, il qual nodrì Achille; 72 quell altro è Folo, che fu sì pien d ira. Dintorno al fosso vanno a mille a mille, saettando qual anima si svelle 75 del sangue più che sua colpa sortille . Noi ci appressammo a quelle fiere isnelle: Chir n prese uno strale, e con la cocca 78 fece la barba in dietro a le mascelle. Quando s ebbe scoperta la gran bocca, disse a compagni: «Siete voi accorti 81 che quel di retro move ciò ch el tocca? Così non soglion far li piè d i morti . E l mio buon duca, che già li er al petto, 84 dove le due nature son consorti, rispuose: «Ben è vivo, e sì soletto mostrar li mi convien la valle buia; 87 necessità l ci nduce, e non diletto. Tal si partì da cantare alleluia che mi commise quest officio novo: 90 non è ladron, né io anima fuia. Ma per quella virtù per cu io movo li passi miei per sì selvaggia strada, 93 danne un de tuoi, a cui noi siamo a provo,

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato