La Divina Commedia

122 Canto X 20 30 Uno dopo l altro, tutti questi magistrali ritratti, Francesca, Farinata, Pier delle Vigne, Brunetto Latini, Ulisse, Ugolino, sono realizzati in modo così compiuto che, per rappresentarli sulla scena, un attore non avrebbe bisogno di ulteriori ragguagli. Tale è la vita che da essi promana da far pensare che Dante li avesse uditi parlare. Leggendo ad alta voce, si può star certi che l autore ne imitasse la voce [...]. Lo scenario che accompagna ciascuna di queste figure ne rafforza ulteriormente la caratterizzazione. Farinata, ad esempio, si staglia sullo sfondo austero di un vasto sepolcreto, come quelli di Arles e di Pola1, con la differenza che le tombe all interno della città di Dite sono aperte, infuocate e ne fuoriescono gemiti e lamenti. questo l Inferno che Farinata, nella sua posizione superbamente eretta, ha l aria di tenere a spregio. Con aristocratico sussiego, dopo aver interrogato Dante in merito ai suoi avi, leva un poco le ciglia e osserva: «Fieramente furo avversi/a me e a miei primi e a mia parte, / sì che per due fiate li dispersi . questo il ritratto di un fiorentino di notevole statura eroica, devoto alla sua città, che salvò dalla distruzione quando la sua parte vittoriosa propose di raderla al suolo. Ma è altresì un ritratto che denota, nell autore, una straordinaria capacità di rilevare i dettagli espressivi di un volto. Quel leggero alzar di ciglia è un tocco magistrale, che nulla ha a che vedere con l allegoria o con uno degli altri punti focali dell opera: è pura arte pittorica fine a se stessa. Altro aspetto che illustra in modo memorabile e fortemente espressivo il carattere del personaggio è il levarsi di Farinata sulla tomba al risuonare di un accento familiare; nonché il suo rammarico per aver troppo nuociuto alla città che tanto amava. Sono momenti come questi che fanno della Commedia molto più di un testo medievale di interesse storico e di Dante molto più di un uomo del suo tempo. (Barbara Reynolds, Dante, la vita e l'opera, Longanesi, Milano, 2007.) 1. Nella parte finale del canto IX (vv.112-117) appena entrati nella Città di Dite, i due poeti si trovano davanti a una pianura desolata dove risuonano i lamenti dei dannati e piena di sepolcri. Questa visione viene paragonata alle necropoli famose nel Medioevo di Arles, in Camargue, e di Pola, in Istria. Comprensione e analisi 1 Nel testo del critico ottocentesco Francesco De Sanctis quale aspetto della figura di Farinata emerge soprattutto? In che senso il Farinata peccatore è del tutto in secondo piano? 2 Perché, secondo De Sanctis, nel canto X dell Inferno scompare il Dante simbolico e rimane solo il Dante in carne e ossa, cittadino di Firenze? 3 Qual è la differenza tra la figura di Farinata e quella del consuocero e vicino di tomba Cavalcante de Cavalcanti secondo la studiosa Barbara Reynolds? 4 In che cosa consiste il talento di Dante nella descrizione dei personaggi, sempre secondo la studiosa inglese? 5 Quali sono i dettagli del volto di Farinata sottolineati da Dante? In che senso non hanno un fine allegorico a giudizio di Barbara Reynolds? Produzione Avvalendoti dei due testi critici di Francesco De Sanctis e di Barbara Reynolds oltre che del canto X dell Inferno, ricostruisci il ritratto di Farinata degli Uberti, soffermandoti sull aspetto fisico, caratteriale e morale. Confronta, poi, la descrizione di Farinata con quella del consuocero Cavalcante de Cavalcanti. Sottolinea il talento di Dante nella creazione del personaggio. Scegli, infine, un altro dannato tra quelli incontrati finora e mostra come il poeta fiorentino l abbia presentato: soffermandoti sugli aspetti fisici e morali. Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato