La Divina Commedia

Com io al piè de la sua tomba fui, guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso, 42 mi dimandò: «Chi fuor li maggior tui? . Io ch era d ubidir disideroso, non gliel celai, ma tutto gliel apersi; 45 ond ei levò le ciglia un poco in suso; poi disse: «Fieramente furo avversi a me e a miei primi e a mia parte, 48 sì che per due f ate li dispersi . «S ei fur cacciati, ei tornar d ogne parte , rispuos io lui, «l una e l altra f ata; 51 ma i vostri non appreser ben quell arte . Allor surse a la vista scoperchiata un ombra, lungo questa, infino al mento: 54 credo che s era in ginocchie levata. Dintorno mi guardò, come talento avesse di veder s altri era meco; 57 e poi che l sospecciar fu tutto spento, piangendo disse: «Se per questo cieco carcere vai per altezza d ingegno, 60 mio figlio ov è? e perché non è teco? . E io a lui: «Da me stesso non vegno: colui ch attende là, per qui mi mena 63 forse cui Guido vostro ebbe a disdegno . Le sue parole e l modo de la pena m avean di costui già letto il nome; 66 però fu la risposta così piena. Di sùbito drizzato gridò: «Come? dicesti elli ebbe ? non viv elli ancora? 69 non fiere li occhi suoi lo dolce lume? . Quando s accorse d alcuna dimora ch io fac a dinanzi a la risposta, 72 supin ricadde e più non parve fora. Ma quell altro magnanimo, a cui posta restato m era, non mutò aspetto, 75 né mosse collo, né piegò sua costa: e sé contin ando al primo detto, 46. Fieramente: enfaticamente posto all i- nizio di frase, indica la pericolosità degli avversari e accresce la gloria del vincitore ghibellino, ma è anche un riconoscimento alla fierezza degli avversari stessi. 48. due f ate li dispersi: Farinata aveva svolto un ruolo decisivo a Firenze nelle due vittorie ghibelline del 1248 e del 1260 ( Personaggi). 50. l una e l altra f ata: nel 1251, dopo la morte di Federico II; dopo la battaglia di Benevento (1266) e la morte del re Manfredi nel 1267. 53. un ombra: è la figura di Cavalcante ( Personaggi). 56. meco: dal latino mecum = con me. 57. sospecciar: lat. suspicere = guardare dal 40-42 Appena giunsi ai piedi della sua tomba, mi osservò un poco e poi, quasi con tono di superiorità, mi domandò: «Chi furono i tuoi antenati? . 43-48 Io che desideravo ubbidirgli, non glielo nascosi, ma glielo rivelai completamente; per cui egli sollevò un po le ciglia, e poi disse: «Essi furono feroci avversari miei, dei miei antenati e della mia parte politica, tanto che per due volte li cacciai in esilio . 49-51 «Se essi furono cacciati, poi ritornarono da ogni parte gli risposi, «entrambe le volte, ma i vostri (i ghibellini) non impararono bene quell arte (di rientrare in patria) . (vv. 52-72) Colloquio con Cavalcante 52-60 Allora accanto a Farinata nell apertura scoperchiata della tomba si affacciò un ombra; credo che si fosse alzata in ginocchio. Guardò intorno a me, come se desiderasse vedere se con me c era qualcun altro; e dopo che quel suo dubbio fu interamente estinto, disse piangendo: «Se tu procedi attraverso questo buio carcere grazie all altezza del tuo ingegno, dov è mio figlio? e perché non è con te? . 61-63 E io gli risposi: «Io non vengo solo con le mie forze, colui che attende là (Virgilio) mi conduce attraverso questi luoghi, (se potrò arrivarci) da colei che il vostro Guido rifiutò (con disprezzo) . 64-66 Le sue parole e il tipo di pena mi avevano già suggerito il nome di quest anima; perciò la mia risposta fu tanto completa. 67-72 Drizzatosi in piedi all improvviso gridò: «Come? Hai detto egli ebbe ? egli non è ancora vivo? la dolce luce (del sole) non colpisce ancora i suoi occhi? . Quando si accorse di una certa esitazione che io avevo nel rispondere, ricadde supino e non apparve più fuori (dalla tomba). (vv. 73-120) La profezia di Farinata 73-76 Ma quell altro magnanimo, alla cui richiesta mi ero fermato, non cambiò espressione, né mosse la testa, né piegò il busto, e continuando il discorso precedente disse: basso in alto con timore, dubbio, sospetto. 59-63. per altezza d ingegno a disdegno: Cavalcante, epicureo e materialista, pensa che Dante faccia il viaggio nell Oltretomba per meriti intellettuali; come padre chiede per quale ragione suo figlio Guido, poeta e filosofo ( Personaggi), non sia con il suo amico Dante. Quest ultimo, compreso l errore in cui è caduto Cavalcante, risponde: Guido ha affermato una visione tutta razionalista e terrena della vita, trascurando la vera fede a cui la ragione deve tendere. solo la Grazia, quindi, che conduce alla salvezza. La chiave d interpretazione di questi versi sta nel forse del v. 63: non è possibile riferirlo a colui ch attende là (v. 62), perché Guido Cavalcanti non ebbe a disdegno Virgilio né come poe- ta, né come simbolo della ragione; il forse va legato a mena (v. 62), intendendo: Virgilio forse, se potremo arrivarci, mi conduce da colei (Beatrice). 67-68. Di sùbito ... ebbe ?: Cavalcante interpreta male il passato remoto usato da Dante (ebbe a disdegno), e pensa che il figlio Guido sia morto, mentre nella primavera del 1300, data del viaggio ultraterreno, era ancora vivo: morirà infatti nell agosto dello stesso anno. Ma Dante ha usato ebbe , sottintendendo una frase: Guido ebbe a disdegno di essere condotto da Beatrice. 70-72. dimora ... fora: l esitazione di Dante è per Cavalcante, padre in apprensione, una conferma della morte di Guido e il dannato ricade dentro il sepolcro. Inferno Farinata degli Uberti 111

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato