La Divina Commedia

Quei fu al mondo persona orgogliosa; bontà non è che sua memoria fregi: 48 così s è l ombra sua qui fur osa. Quanti si tegnon or là sù gran regi che qui staranno come porci in brago, 51 di sé lasciando orribili dispregi! . E io: «Maestro, molto sarei vago di vederlo attuffare in questa broda 54 prima che noi uscissimo del lago . Ed elli a me: «Avante che la proda ti si lasci veder, tu sarai sazio: 57 di tal dis o convien che tu goda . Dopo ciò poco vid io quello strazio far di costui a le fangose genti, 60 che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. Tutti gridavano: «A Filippo Argenti! ; e l fiorentino spirito bizzarro 63 in sé medesmo si volvea co denti. Quivi il lasciammo, che più non ne narro; ma ne l orecchie mi percosse un duolo, 66 per ch io avante l occhio intento sbarro. Lo buon maestro disse: «Omai, figliuolo, s appressa la città c ha nome Dite, 69 coi gravi cittadin, col grande stuolo . E io: «Maestro, già le sue meschite là entro certe ne la valle cerno, 72 vermiglie come se di foco uscite fossero . Ed ei mi disse: «Il foco etterno ch entro l affoca le dimostra rosse, 75 come tu vedi in questo basso inferno . Noi pur giugnemmo dentro a l alte fosse che vallan quella terra sconsolata: 78 le mura mi parean che ferro fosse. Non sanza prima far grande aggirata, venimmo in parte dove il nocchier forte 81 «Usciteci , gridò: «qui è l intrata . Io vidi più di mille in su le porte da ciel piovuti, che stizzosamente 84 dicean: «Chi è costui che sanza morte va per lo regno de la morta gente? . E l savio mio maestro fece segno 87 di voler lor parlar segretamente. Allor chiusero un poco il gran disdegno e disser: «Vien tu solo, e quei sen vada 90 che sì ardito intrò per questo regno. Sol si ritorni per la folle strada: pruovi, se sa; ché tu qui rimarrai, 93 che li ha iscorta sì buia contrada . Pensa, lettor, se io mi sconfortai nel suon de le parole maladette, 96 ché non credetti ritornarci mai. 46-48 Quegli fu in vita una persona arrogante; non c è virtù che adorni (fregia) il suo ricordo nel mondo: così la sua anima qui è furiosa. 49-51 Quanti sono coloro che si ritengono là sulla Terra dei gran re e che qui staranno come maiali nel fango (brago), lasciando di sé ricordi spregevoli! . 52-54 E io: «Maestro, sarei molto desideroso di vederlo sprofondare (attuffare) in questa melma prima che noi uscissimo dalla palude . E lui a me: «Sarai accontentato prima di poter vedere la riva: è giusto che tu goda di questo desiderio . 58-63 Dopo di che vidi fare di costui uno strazio da parte delle anime della palude (tale) che ancora ne ringrazio e lodo Dio. Tutti gridavano: «Addosso a Filippo Argenti! ; e quella iraconda anima fiorentina si rivolgeva con i denti contro se stesso. (vv. 64-111) La città di Dite 64-69 Quindi lo lasciammo, e più non ne parlo; ma nelle orecchie mi colpì un coro di lamenti dolorosi per cui sbarrai gli occhi fissi in avanti. Il buon maestro disse: «Ormai, figliolo, si avvicina la città che ha nome Dite, con i suoi cittadini gravati dalle colpe, con la grande schiera (di diavoli) . 70-75 E io: «Maestro, io vedo (cerno) già chiare (certe) nella valle le sue moschee, rosse come se fossero uscite dal fuoco. Ed egli mi disse: «Il fuoco eterno che dentro le infiamma le fa apparire rosse, come tu vedi in questa parte bassa dell Inferno . 76-81 Alla fine giungemmo dentro alle profonde fosse che circondano quella terra senza consolazione: le mura mi parevano di ferro. Non senza prima aver percorso un grande giro, arrivammo in un punto dove il nocchiero gridò forte: «Uscite dalla barca: qui è l entrata . 82-85 Io vidi più di mille (diavoli) sulle porte piovuti dal cielo, che rabbiosamente dicevano: «Chi è costui che senza essere morto va attraverso il regno dei morti? . 86-93 E il saggio mio maestro fece loro segno di voler parlare in disparte (segretamente) con loro. Allora mitigarono il loro sdegno e dissero: «Vieni tu da solo, e se ne vada colui che entrò così da temerario in questo regno. Torni da solo per questa folle strada: provi, se è capace; perché tu, che gli hai mostrato un così buio paese, rimarrai qui . 94-96 Pensa, lettore, se mi sconfortai a sentire quelle parole maledette, poiché credetti di non tornare più (sulla terra). Inferno Filippo Argenti 103

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato