La Divina Commedia

102 Canto VIII narra l attraversamento della palude Stigia, al di là dellaIl canto quale sorge la città di Dite, dove sono relegati i dannati macchiatisi delle colpe più gravi. Mille diavoli custodiscono le porte della città circondata da mura e non sarà facile per i due poeti oltrepassarle, anzi dovranno attendere l arrivo di un aiuto dall alto. (vv. 1-30) Flegiàs, custode della palude Stigia 1-6 Continuando il racconto, dico che molto prima che fossimo ai piedi dell alta torre, i nostri occhi si rivolsero verso la cima, a causa di due fiammelle che vedemmo accendersi, e un altra rispondere così da lontano, che a stento la si poteva cogliere (tòrre) con lo sguardo. 7-12 Mi volsi verso Virgilio, la cui conoscenza è vasta quanto il mare, e dissi: «Che cosa dice questo segnale? e che cosa risponde quell altro fuoco? e chi sono quelli che li fanno? . Ed egli a me: «Sulle onde fangose (sucide) puoi già vedere chi ci aspetta, se la nebbia della palude non te lo nasconde . 13-21 La corda di un arco non spinse (pinse) mai una freccia che così veloce (snella) corresse per l aria come io vidi una piccola navicella venire verso di noi proprio in quel momento, sotto la guida di un solo marinaio, che gridava: «Ora sei giunta, anima malvagia (fella)! . «Flegiàs, Flegiàs, gridi inutilmente , disse il mio signore, «per questa volta: ci avrai in tua balia solo mentre attraversiamo la palude . 22-30 Flegiàs, nella sua ira repressa, fece come colui che ascolta un grande inganno che gli viene fatto, e poi se ne rammarica. La mia guida salì sulla barca e poi mi fece entrare dopo di lui; e solo quando fui dentro essa parve carica. Non appena la mia guida e io fummo nella barca (legno), la prora antica se ne va fendendo l acqua più in profondità del solito. (vv. 31-63) L incontro con Filippo Argenti 31-35 Mentre percorrevamo la palude (gora) dei morti (morta), uno tutto sporco di fango mi si fece davanti e disse: «Chi sei tu che vieni prima del tempo? . E io a lui: «Se vengo, però non resto; ma tu chi sei, che sei ridotto così sporco (brutto)? . 36-42 Rispose: «Vedi che sono uno che espia (piango) (i suoi peccati) . E io a lui: «Rimani con la tua espiazione e con il tuo dolore, spirito maledetto; perché io ti conosco, anche se sei tutto sporco (di fango) . Allora distese entrambe le mani verso la barca; per cui il saggio (accorto) maestro lo spinse via dicendo: «Vattene in là con gli altri cani! . 43-45 Poi mi cinse il collo con le braccia, mi baciò il volto e mi disse: «Anima pronta allo sdegno, benedetta colei che fu incinta di te! Il canto è dominato dal sentimento dell ira: la collera dei dannati come il fiorentino Filippo Argenti, che si manifesta anche con un gesto aggressivo, lo sdegno di Dante che esprime il proprio disprezzo nei confronti dell arroganza dei propri concittadini, la rabbia dei diavoli che non vogliono assolutamente lasciar entrare un vivo nel loro regno. Io dico, seguitando, ch assai prima che noi fossimo al piè de l alta torre, 3 li occhi nostri n andar suso a la cima per due fiammette che i vedemmo porre, e un altra da lungi render cenno, 6 tanto ch a pena il potea l occhio tòrre. E io mi volsi al mar di tutto l senno; dissi: «Questo che dice? e che risponde 9 quell altro foco? e chi son quei che l fenno? . Ed elli a me: «Su per le sucide onde già scorgere puoi quello che s aspetta, 12 se l fummo del pantan nol ti nasconde . Corda non pinse mai da sé saetta che sì corresse via per l aere snella, 15 com io vidi una nave piccioletta venir per l acqua verso noi in quella, sotto l governo d un sol galeoto, 18 che gridava: «Or se giunta, anima fella! . «Fleg às, Fleg às, tu gridi a vòto , disse lo mio segnore, «a questa volta: 21 più non ci avrai che sol passando il loto . Qual è colui che grande inganno ascolta che li sia fatto, e poi se ne rammarca, 24 fecesi Fleg às ne l ira accolta. Lo duca mio discese ne la barca, e poi mi fece intrare appresso lui; 27 e sol quand io fui dentro parve carca. Tosto che l duca e io nel legno fui, segando se ne va l antica prora 30 de l acqua più che non suol con altrui. Mentre noi corravam la morta gora, dinanzi mi si fece un pien di fango, 33 e disse: «Chi se tu che vieni anzi ora? . E io a lui: «S i vegno, non rimango; ma tu chi se , che sì se fatto brutto? . 36 Rispuose: «Vedi che son un che piango . E io a lui: «Con piangere e con lutto, spirito maladetto, ti rimani; 39 ch i ti conosco, ancor sie lordo tutto . Allor distese al legno ambo le mani; per che l maestro accorto lo sospinse, 42 dicendo: «Via costà con li altri cani! . Lo collo poi con le braccia mi cinse; basciommi l volto e disse: «Alma sdegnosa, 45 benedetta colei che n te s incinse!

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato