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Come si formano gli automatismi Lo schema che osserviamo è caratterizzato da un meccanismo di feedback (o retroazione), che permette il controllo di una funzione in base all esito prodotto dalla precedente sul sistema interessato. Il meccanismo è tipico del controllo di molte funzioni del nostro corpo e valido a maggior ragione per il sistema nervoso; grazie a esso le risposte motorie sono poste al vaglio dell esecuzione e vengono tarate opportunamente in base alle informazioni di ritorno: le sensazioni. Esse, inoltre, risalendo lungo le vie sensitive, si traducono a livello della parte più antica del cervello (detto rinencefalo) in impressioni affettive, cioè consentono di riportare un ricordo più o meno piacevole e gratificante di ciò che è stato compiuto e quindi di motivare alla ripetizione. Con una serie di movimenti è possibile quindi imparare un nuovo movimento e immagazzinarlo nella memoria motoria. Si formano categorie di movimento dette automatismi oppure anche abilità motorie, che consentono di fare gesti nuovi. Se le abilità sono apprese con metodi di ripetizione standardizzati e molto ripetitivi, si formano automatismi rigidi, che al primo confronto con grandezze di disturbo inusuali non riescono a portare a termine il movimento desiderato (ad esempio, se il tiro della pallacanestro è appreso sempre senza il difensore, non appena l attaccante si trova in partita avrà grosse difficoltà). Invece, mediante alcune tecniche di apprendimento, che si basano sulla ripetizione variata delle condizioni fisiche in cui si può eseguire l esercizio (grandezza di disturbo e ambiente) come superficie, velocità, temperatura, distanza, si possono creare automatismi plastici, che permettono meglio di portare a termine il movimento prescelto. Le abilità trasferibili L abilità così immagazzinata può essere utilizzata anche in altri programmi motori, simili a quelli che l hanno determinata, ma variati per grandezze fisiche. Si ha così il fenomeno di transfert, cioè l impiego di un abilità in applicazioni inusuali e apparentemente diverse tra loro. Si parla pertanto di abilità trasferibili. Così in campo sportivo il passaggio della pallacanestro diventa del tutto simile a quello della pallamano e degli altri giochi di squadra. Nella vita di relazione sono abilità trasferibili il movimento fine delle mani, l uso della gestualità corporea. Per contro esistono anche le abilità non trasferibili specifiche di un movimento. Esiste infine anche il transfert bilaterale, cioè l impiego di un abilità imparata utilizzando una parte (destra o sinistra) del cervello, per l altra parte del corpo, cioè usando l emisoma destro del cervello per la parte sinistra del corpo e viceversa. necessario immagazzinare il maggior numero di informazioni sensoriali possibile sul lato forte prima di trasferire l abilità sul lato debole. «L apprendimento motorio, come qualsiasi altro apprendimento, dipende dal passaggio di informazioni e dalla loro rielaborazione. Perché il passaggio di queste informazioni possa essere molto elevato è necessario sfruttare il maggior numero di canali per far passare la stessa informazione (verbale, cinestesico, visivo)... Nel percorso di apprendimento è necessario verbalizzare, per comprendere l errore se c è, per poter migliorare e arrivare al risultato prefissato. Si può aver sbagliato di tanto o di poco, ma ciò che è importante è cercare nel programma ciò che non ha funzionato e proseguire nell azione attraverso un programma modificato (Mantovani). Come impariamo il movimento? 97

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Corso di Scienze motorie e sportive