La difficile alternativa tra divieto e tolleranza

I loro profitti mettono in circolazione ampie masse di denaro sporco , che dovrà essere riciclato in attività più o meno pulite . La criminalità direttamente legata alla droga comporta quindi un secondo aspetto, quello della criminalità finanziaria, che provvede al riciclaggio del denaro sporco. Tale attività coinvolge banche e società finanziarie, spesso insospettabili, e trova sostegno nei cosiddetti paradisi fiscali , cioè nei Paesi in cui l attività bancaria e finanziaria è protetta dal segreto, in un regime di quasi totale esenzione fiscale. Il processo di commercializzazione della droga, se da un lato vede il coinvolgimento della grande criminalità, dall altro determina un diffuso fenomeno di microcriminalità. Per distribuire capillarmente le dosi, le organizzazioni si servono sempre più spesso di piccoli delinquenti, ma soprattutto degli stessi tossicodipendenti, che vengono sollecitati a spacciare droga in cambio della loro quantità personale. Il tossicodipendente diventa così, molto spesso, a sua volta, spacciatore di droga, complicando la propria posizione davanti alla giustizia. La difficile alternativa tra divieto e tolleranza del tutto comprensibile che produrre e commercializzare droghe sia assolutamente vietato nei Paesi occidentali e venga considerato un crimine pesantemente punito dalla legge (il commercio di droga in Italia può essere punito fino a trent anni di reclusione). Tuttavia il rapporto fra tossicodipendenza e criminalità è uno degli argomenti sostenuti dai movimenti abolizionisti per proporre di liberalizzare l uso della droga. Secondo il loro punto di vista, questa soluzione avrebbe l effetto, dal momento che il costo industriale di molte droghe è modesto, di ridurre il prezzo delle droghe e di non renderle più così appetibili per le organizzazioni criminali. Inoltre un commercio libero e controllato di droghe garantirebbe al mercato approvvigionamenti puliti , ovvero droghe tagliate con sostanze non tossiche, e quindi potrebbe limitare il rischio di morte per overdose. Contro l ipotesi abolizionista ci si appella a considerazioni morali: sembra infatti immorale vendere liberamente le droghe, come invece si fa con i liquori, malgrado la diffusione dell alcolismo. Inoltre è verosimile pensare che la liberalizzazione del commercio di droghe aumenterebbe il numero dei tossicodipendenti, che non sarebbero più costretti a dipendere dalla criminalità per rifornirsi, e avrebbero talmente poche difficoltà a farlo da assecondare facilmente la loro inclinazione alle droghe. Secondo le tesi anti-abolizioniste, una riforma di questo tipo sarebbe dunque drammaticamente condotta sulla pelle dei tossicodipendenti, per lo più giovani. approfondimento La marijuana e le droghe leggere I fiori delle piante femminili di canapa (Cannabis) contengono la marijuana, una sostanza stupefacente che rende la coltivazione di queste piante illegale in molti Paesi. Queste infiorescenze si possono fumare direttamente oppure lavorare con un particolare procedimento per ricavarne hashish, che a sua volta si fuma mischiato a tabacco di sigaretta. I derivati della Cannabis vengono in genere considerati droghe leggere , perché, rispetto alle cosiddette droghe pesanti , hanno proprietà psicotrope più limitate. I sintomi di astinenza sono ansia e depressione. In Italia i derivati della Cannabis sono legali, a certe condizioni, per usi medici; è stato depenalizzato l uso personale, ma è punito lo spaccio. leggi e rispondi Quali argomentazioni utilizzano i movimenti antiabolizionisti? Piante di marjuana sequestrate dai carabinieri. 4 Dipendenze e mal-essere 307

Training4Life
Training4Life
Corso di Scienze motorie e sportive