APPROFONDIAMO – Quanti islam ci sono?

APPROFONDIAMO QUANTI ISLAM CI SONO? L islam, nato nel VII secolo nella Penisola arabica, si è poi diffuso in società dissimili per organizzazione, lingua, costumi e condizioni ambientali: dagli aspri villaggi berberi alle sontuose città persiane, dalle tende dei nomadi centroasiatici ai porti mercantili sull Oceano Indiano, dalle verdeggianti valli balcaniche alle periferie nere delle metropoli americane. In tredici secoli di storia, l islam ha conosciuto frammentazioni e talvolta conflitti tra le sue fazioni, scuole teologiche e giuridiche, confraternite e correnti. Sin dai primi studi antropologici sul tema, si è posto l accento sulla diversità di forme che la fede islamica può assumere in contesti differenti. Clifford Geertz, per esempio, ha aperto la strada all idea di islam al plurale comparando l islam indonesiano, ricco di echi delle vicine religioni indiane, con l austero misticismo dell islam marocchino. Il filosofo e antropologo britannico Ernest Gellner, invece, ha dimostrato come anche all interno di una singola società musulmana vi sia una varietà di forme: secondo lui, la tradizionale struttura sociale araba prevede un oscillazione ciclica tra l islam ortodosso dei centri urbani, sedi delle scuole coraniche, e il culto dei santi praticato dai clan di pastori, bisognosi di intermediari tra la sfera umana e quella divina. A questa diversità di forme, tuttavia, fanno da contrappeso elementi comuni imprescindibili: la centralità del Corano, l esempio del Profeta, preservato in testi chiamati hadith, il valore del monoteismo asso- IN V ITO A L L ASC OLTO luto, e, elemento non trascurabile, l idea che l islam sia uno e indivisibile. Per spiegare questa contraddizione, alcuni studiosi hanno fatto ricorso ai concetti di grande tradizione basata sui testi sacri, e quindi universale e piccola tradizione esito di interpretazioni e costumi locali, e pertanto molteplice e frammentaria. Questa analisi si è però rivelata problematica: osservata da vicino, ogni piccola tradizione locale poggia infatti sui testi della grande tradizione, al punto che operare una distinzione diventa impossibile. Le nuove generazioni di antropologi preferiscono quindi utilizzare un nuovo concetto introdotto dal pensatore britannico Talal Asad: quello di islam come tradizione discorsiva , un patrimonio multiforme e variegato di istruzioni su come stare al mondo , in perenne evoluzione ma ancorato stabilmente ai testi sacri (Corano e hadith) e alla loro continua reinterpretazione. The music of Gurdjieff/ de Hartmann Questo CD è una raccolta di brani musicali composti dal filosofo, personaggio mistico e guida spirituale Giorgi Ivanovi Gurdjieff (1866-1949) e il compositore russo Thomas de Hartmann (1885-1956). Gurdjieff vedeva nella musica un modo benefico per curare le malattie, oltre che per trasmettere messaggi spirituali. La musica che ha composto assieme a de Hartmann è un particolare lavoro sulle vibrazioni delle note che accompagnavano l esecuzione di alcune danze sacre, chiamate Movimenti . Ivi si intrecciano la variazione melodica che Gurdjieff stesso aveva ascoltato in monasteri e luoghi sacri frequentati nei suoi viaggi in Medio Oriente e Asia e la duttilità musicale di de Hartmann. | L esperienza del credere | 85

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane