Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3

radici delle parole competenza: dal latino competentia, sostantivo del verbo competere, formato dall unione di cum ( con , insieme ) e petere ( chiedere , dirigersi verso , cercare di avere ). Competere significa dunque convergere in un medesimo punto e, in senso figurato, essere adatto a , essere capace di . Evidentemente no, in quanto è necessario coinvolgere tutto il corpo e non solo la mente. In particolare, è indispensabile provare in prima persona a utilizzare una bicicletta per capire come calibrare l equilibrio, la velocità e le difficoltà legate per esempio ai diversi tipi di strade. Questo esempio ci permette di riflettere su come il saper fare qualcosa implichi sempre un insieme di conoscenze teoriche e pratiche, e non solo nelle attività che richiedono abilità manuali come cucinare, tagliare i capelli, disegnare, truccare e così via. Anche numerose professioni di carattere più intellettuale richiedono un periodo di praticantato : medici, avvocati e psicologi, per esempio, conseguita la laurea, devono trascorrere diversi anni di specializzazione sul campo prima di poter esercitare a pieno titolo la loro professione. Anche gli insegnanti, gli assistenti sociali e gli infermieri sono tenuti a svolgere numerose ore di tirocinio, per non parlare di sportivi, attori, musicisti e danzatori, che devono continuamente allenarsi ed esercitarsi. Più in generale, le aziende, quando ricercano personale, sono inclini a dare alle precedenti esperienze lavorative dei candidati uguale se non maggiore rilevanza rispetto al loro titolo di studio, poiché è attraverso il lavoro pratico che si imparano i trucchi del mestiere , utili a svolgere con successo una determinata attività lavorativa. Proprio dall intreccio tra conoscenze pratiche e intellettuali nasce il concetto di competenza, ovvero la capacità di rendere operative le conoscenze apprese in teoria e di agire in modo efficace in relazione a un determinato compito o attività. Lo sviluppo delle competenze, a livello individuale e professionale, rappresenta quindi un aspetto chiave della società della conoscenza, perché è ciò che permette alle persone di qualificarsi e di essere apprezzate a livello sociale e lavorativo. Il principio ispiratore della società della conoscenza è dunque quello di riuscire a coniugare tutti i processi relativi allo sviluppo della conoscenza, a cominciare dalla formazione continua dei lavoratori e dei cittadini, sino a quelli legati all innovazione tecnologica o a nuove forme di organizzazione sociale. Nelle intenzioni della Comunità europea e di alcuni teorici della società della conoscenza, ciò dovrebbe permettere la costruzione di una società più aperta e democratica, in cui la conoscenza circoli liberamente dando la possibilità ai cittadini di esprimersi e partecipare alle diverse sfere del sociale: lavoro, politica, salute, questioni ambientali e così via. In tale ottica, la conoscenza è considerata un bene comune dal quale ripartire per assicurare nuove forme di garanzie sociali e nuovi diritti. Da un certo punto di vista, questo è ciò che sta effettivamente accadendo: smartphone, computer, Internet e altre tecnologie digitali permettono un accesso sempre più immediato e diretto alle informazioni, nonché forme di partecipazione alla vita politica e di coordinamento e discussione tra cittadini inimmaginabili nel Novecento. | Una società sempre più digitale | 351

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane