Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3

un impiego formale e retribuito, si occupano gratuitamente dei lavori domestici e delle cure familiari. Questo lavoro invisibile e gratuito permette agli uomini, tra le altre cose, di costruire i propri percorsi di carriera lavorativa e garantisce il benessere di tutta la famiglia. Anche per questo, fin dagli anni Settanta, il movimento femminista in Italia rivendicò l importanza del lavoro domestico e di cura e cominciò a chiedere a gran voce che questo venisse riconosciuto formalmente e pagato. Rispetto, invece, alla segregazione verticale, secondo una ricerca Eurostat del 2019, a livello europeo il gender pay gap medio, ovvero il divario salariale tra uomini e donne a parità di ruolo e di mansione lavorativa, arriva quasi al 40% (in Italia è il 43%). Ciò significa che, mediamente, lo stesso lavoro viene pagato quasi la metà se a svolgerlo è una donna invece che un uomo. Inoltre, la presenza delle donne in posizioni lavorative apicali e di prestigio (manager, organi decisionali, medici primari, docenti universitari e via dicendo) è ancora piuttosto ridotta se confrontata con il numero degli uomini. Per esempio, in ben quattordici paesi dell Unione Europea (tra i quali Germania, Danimarca, Svezia e Regno Unito) nessuna delle grandi imprese ha una presidente donna. Nell ambito universitario, nonostante le donne che portano a termine un dottorato di ricerca (il più alto titolo di studio nel sistema universitario) siano spesso più degli uomini, quelle che riescono a raggiungere il ruolo di professore ordinario (il ruolo più alto nella carriera accademica) sono molto poche: in Italia, nel 2017, 12.890 professori ordinari erano uomini e solo 2.970 erano donne. Peraltro, come mostra il grafico, se sino al dottorato e agli assegni di ricerca la quantità di uomini e donne sostanzialmente si equivale, è proprio a partire dalle posizioni lavorative più strutturate di ricercatore a tempo determinato (RUTD) e di professore associato (PA) che viene a crearsi la forbice che porta a una netta disparità tra il numero di ordinari (PO) uomini e donne. Percentuale di uomini e donne, divisi per ruolo, presenti nell università italiana (dati Miur). 90 80 80 78 70 60 57 50 55 40 43 58 52 51 49 48 45 60 58 66 63 51 49 42 42 40 30 37 34 21 20 20 10 0 262 | unità 3 | Immatricolati Laureati Dottorandi Dott. di Ricerca Assegnisti RUDT PA PO Donne 2010 55 58 52 52 51 40 34 20 Uomini 2010 45 42 48 48 49 60 66 80 Donne 2016 57 58 52 51 51 42 37 21 Uomini 2016 43 42 50 49 49 58 63 78

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane