Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3

VERSO LE COMPETENZE ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO 6 Leggi con attenzione il seguente brano, tratto dal libro L amica geniale di Elena Ferrante, in cui l autrice mette in scena un incontro tra una giovane donna napoletana di estrazione popolare, accompagnata dal figlio, e un insegnante del liceo molto colta, in quel momento con suo nipote. A partire da un banale litigio tra i due bambini, affiorano le diversità di status, socializzazione e habitus tanto delle due donne, quanto dei bambini. Dopo la lettura, rispondi alle domande. Quindi fece accomodare madre e figlio in salotto, dove aveva lasciato il nipotino a giocare, un bambino biondo al quale quasi ordinò: Marco, saluta questo nostro nuovo amico. Lila a sua volta spinse avanti il figlio, disse: va , Gennaro, gioca con Marco, e sedette su una vecchia, comoda poltrona verde seguitando a parlare della festa di anni prima. La professoressa si rammaricò di non averne nessuna memoria, Lila ricordava tutto. Disse che era stata una delle serate più brutte della sua vita. Raccontò come si era sentita fuori luogo, ironizzò pesantemente sulle chiacchiere che aveva ascoltato senza capirci niente. Ero molto ignorante, esclamò con un allegria eccessiva, e oggi lo sono più di allora. La Galiani stette ad ascoltarla e fu colpita dalla sua sincerità, dal tono spiazzante, dalle frasi in un italiano molto intenso, dall ironia abilmente governata. [...] La chiacchiera s interruppe solo quando Gennaro diede uno schiaffo a Marco gridandogli un insulto in dialetto e strappandogli una macchinina verde. Lila si alzò di furia, afferrò il figlio per un braccio, gli percosse più volte con forza la mano che aveva colpito l altro bambino, e sebbene la Galiani dicesse fievole: lasci stare, sono bambini, lo rimproverò con durezza imponendogli di restituire il giocattolo. Marco piangeva, Gennaro non versò una lacrima, anzi gli scagliò contro il giocattolo con disprezzo. Lila lo colpì di nuovo, molto forte, sulla testa. «Noi andiamo disse poi nervosa. «Ma no, resti ancora un poco . Lila si rimise seduta. «Non è sempre così . « un bambino bellissimo. Vero, Gennaro, che sei bello e buono? . «Non è buono, non è buono affatto. Però è bravo. Anche se è piccolo, sa leggere e sa scrivere tutte le lettere, maiuscole e minuscole. Che dici, Gennà, vuoi far vedere alla professoressa come leggi? . Prese da un bel tavolino di cristallo una rivista, gli indicò una parola a caso sulla copertina, disse: leggi, su. Gennaro si rifiutò, Lila gli diede un colpetto su una spalla, ripeté minacciosa: leggi, Gennà. Il bambino decifrò malvolentieri: d-e-s-t, poi si interruppe fissando con rabbia la macchinina di Marco. Marco se la strinse forte al petto, ebbe un sorrisetto e lesse con disinvoltura: destinazione. Lila ci restò male, s incupì, guardò il nipote della Galiani con fastidio. «Legge bene . «Perché gli dedico molto tempo io. I suoi genitori sono sempre in giro . «Quanti anni ha? . «Tre anni e mezzo . «Sembra più grande . «Sì, è ben piantato. Suo figlio quanto ha? . «Deve fare cinque anni ammise Lila malvolentieri. 198 | unità 1 |

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane