T3 – Mazen Haidar, La linea di confine di Beirut

PAROLA D AUTORE | T3 Mazen Haidar Città e memoria. Beirut, Sarajevo, Berlino, Mondadori, Milano 2010, pp. 43, 47-48, 50-51, 53-54 La linea di confine di Beirut Beirut, la capitale del Libano, a partire dal 1975 e fino alla fine della guerra civile nel 1990 era divisa da una linea di confine in Beirut Est e Beirut Ovest. In questo brano l architetto Mazen Haidar esplora gli effetti della linea di confine sulla conformazione urbana e sulla percezione della città da parte dei suoi abitanti, sollevando importanti questioni legate al pluralismo religioso che caratterizza il paese. Il tracciato, esteso nel cuore della città [ ], era riconoscibile non tanto attraverso le barricate, ma piuttosto seguendo la striscia di edifici abbandonati e martoriati dalle battaglie di quartiere, estesa a tratti più di un chilometro. Un confine tangibile veniva quindi a rimpiazzare la cosiddetta linea di contiguità , che già prima dell esplosione del conflitto individuava a ovest quartieri a maggioranza musulmana e a est quelli prevalentemente cristiani. [ ] Il confine tra le comunità si andava creando spontaneamente seguendo l espansione dell abitato, per formalizzarsi in un secondo tempo, man mano che la città si ingrandiva, marcato in alcuni casi dai tagli netti della rete viaria. Lungo il confine [ ] le strade d interquartiere agevolavano la riconoscibilità di due aree simbolicamente differenti. [ ] Questa linea era, di fatto, molto sentita e veicolava l immagine di una società pluriculturale, ovvero del mosaico della società libanese [ ], una connotazione tragicamente compromessa, nella realtà, dagli sconvolgimenti politici. [ ] Il nuovo confine, affiorato dal tessuto urbano con la grande esplosione del 1975, ricalcava prevedibilmente molte delle vecchie linee fittizie. [ ] La macchia dell area distrutta e abbandonata sconfinava nei quartieri ancora abitati, immettendovi un senso d inquietudine costante e di isolamento. Le due parti 136 | unità 3 | della città, violentemente sottratte alla realtà quotidiana, diventavano l una per l altra due universi felicemente distanziati ed estromessi. Con l effettiva partizione tra Beirut Ovest e Beirut Est diventava determinante ridefinire lo spazio urbano vivibile, costringendo il carattere precedente dei luoghi a un mutamento irrevocabile. [ ] Nel 1977, due anni dopo il suo inizio, il conflitto, battezzato la guerra del biennio e destinato a rimanere impresso nella memoria dei libanesi, s interruppe per un breve periodo. Tuttavia [ ] il centro, un tempo punto d incontro tra le diverse confessioni, era devastato, per colpa della sua posizione strategica e neutrale durante il conflitto. [ ] Beirut, depredata del suo centro, assisteva impotente alla dispersione dei suoi luoghi storici d incontro e al crollo abissale del senso di cittadinanza. Le linee fittizie dell anteguerra [ ] assumevano una dimensione più complessa nel vecchio centro, laddove la dinamicità dello scambio culturale e commerciale aveva preconizzato un graduale dissolvimento dei settarismi. Giovandosi della sua posizione strategica, piazza dei Martiri, centro del centro, diventava il filtro attraverso il quale si avverava un vero superamento delle differenze e dei contrasti culturali e sociali. [ ] La devastazione del Borj [piazza dei Martiri], che di fatto lo sottrasse alla città fin dal 1975,

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
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Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane