Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3

ta significava perdere il proprio territorio, la propria casa, il proprio quartiere, la propria città. Per molti questo significava perdere anche il proprio lavoro e i legami creati nell ambiente di lavoro. Significava infine la rottura delle reti parentali e di vicinato [ ]. I racconti dei protagonisti (bambini o adolescenti all epoca e adulti o anziani quando li abbiamo intervistati) dimostrano che la deportazione dai quartieri urbani delle borgate fu per tutti all origine di una crisi culturale radicale [ ] dal[la] quale nacque un sentimento di collera, di ribellione importante a fronte della violenza subita. [ ] La prima crisi culturale che i deportati dovettero affrontare fu quella del loro rapporto con lo spazio. Lo sradicamento brutale [ ] li obbligò a rielaborare completamente la loro mappa mentale, la visione dello spazio modellata nel corso dell esperienza [ ] ad almeno tre livelli: casa, quartiere, città. [ ] I rapporti di quartiere sono stati [ ] profondamente modificati dalla deportazione. [ ] Nei racconti dei nostri interlocutori sembra essere stata da sempre forte sia l identificazione con la borgata e il gruppo che vi abitava, sia il sentimento di appartenenza dell individuo non solamente al gruppo ma anche al luogo, pur con tutta l ambivalenza di odioamore che il luogo suscita. Probabilmente l origine drammatica, violenta della borgata ha plasmato fin dall inizio l identità collettiva di un noi che è anche un qui , opposto a un loro che è anche un fuori di qui [ ]. Buona parte delle persone [ ] sono convinte di essere considerate dagli altri come diverse in quanto abitanti di borgata. [ ] Non è una questione di distanza spaziale [ ] [ma di] percezione reciproca; e la borgata è nata in rapporto alla città. [ ] La città era indispensabile alla sopravvivenza della borgata. Ma, nei fatti, in città ci si andava a cercare lavoro, cibo, soldi , non ci si re- stava come soggetti integrati nella città stessa. [ ] Il rapporto con la città era tanto necessario quanto precario: in rapporto alla città gli abitanti della borgata si sentivano [ ] quasi degli abitanti temporanei ed abusivi, tollerati oppure temuti, ma come permanentemente esposti al rischio di essere di nuovo espulsi. [ ] Si può riassumere l esperienza dell espulsione e della deportazione con le parole di uno di loro: Sai perché le borgate sono state costruite sotto la strada, nelle vallate? Perché loro non ci devono vedere, noi dobbiamo sparire, non si deve neanche sapere dove si trovano le borgate . L odio condiviso nei confronti del regime fascista e la forte struttura dei legami di vicinato interni alla borgata fecero sì che essa partecipasse, per così dire collettivamente, alla resistenza antifascista [ ]. Rispondi 1. Chi sono stati i primi abitanti di Pietralata e qual è stato il motivo del loro trasferimento? 2. Perché, secondo te, una delle crisi culturali vissute dai nuovi abitanti della borgata è stata quella relativa al rapporto con lo spazio? 3. Che cosa significa abitare in una borgata e che impatto ha avuto la storia del luogo sull identità degli abitanti? 4. Qual è secondo te la differenza tra la borgata e la città? | Pensare la contemporaneità | 135

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane