T1 Muzafer Sherif, The Self and the reference groups

PAROLA D’AUTORE

|⇒ T1 Muzafer Sherif

 The Self and the reference groups

In questo brano Sherif riflette sui limiti dello studio dei fenomeni psicologici basati solo su visioni individualistiche o solo incentrate sull’appartenenza gruppale. Nel considerarle entrambe, l’Autore spiega come esista una differenza tra appartenenza a un gruppo e identificazione con un gruppo di riferimento. Essere membri di gruppi con le proprie norme, organizzazioni e valori, può avere un ruolo importante nei nostri comportamenti, esercitando una pressione al conformismo.

The failure of either monopolistically “individualistic” or “group centered” approaches to handle such problems is dispelled by a concept explicitly relating the self to the world of real social groups. Social groups can be and are studied objectively by sociologists without necessarily requiring reference to the self conceptions of the particular individuals.

Research on self, however, must refer both to actual social groups and the individual’s own relatedness and perceptions of them. The integrating concept to interrelate the two may be the concept of “reference groups.” The concept of reference group is a psychological one, defined from the point of view of the individual’s relatedness. In the way of definition, reference groups are those social units to which the individual relates himself or aspires to relate himself psychologically. These groups may be the actual groups in which he moves from day to day. However, they may be groups with which he is not actually associated. He may even have no direct contact with them. His conception of them may not correspond closely with their nature, manifest values and goals as studied objectively on a sociological level.

Because of these very real possibilities, the investigator interested in self or ego ties is forced to consider the individual’s relatedness both with membership groups – groups in which the individual actually moves – and other reference groups, with which he may or may not be in actual intercourse. When an individual finds his belongingness, his sense of identity as a person with some place in life within his membership groups, these membership groups are at the same time his reference groups. His self may be properly studied as a member of these groups.

In this changing world, however, not infrequently we find a discrepancy between the individual’s membership groups and his reference groups. Of course, the very fact of existing in a group setting, within an organization with its values and goals and pressures toward conformity, is significant. Psychologically, however, there are profound differences between inwardly cherished values and goals of a group and conformity merely for the sake of surviving in a setting while inwardly relating oneself to other values. The latter state is being experienced today by a good many individuals who oppose segregation but face ostracism in their neighborhoods, loss of jobs, even violence, if they do not conform to local customs.

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1. Individua i tuoi gruppi di riferimento e rifletti sulle differenze tra quelli a cui appartieni effettivamente e quelli di cui non fai parte.

 >> pagina 526 

|⇒ T2 Erik Erikson

La definizione della propria identità nell’adolescenza

In questo brano Erikson mostra come le questioni relative all’appartenenza al gruppo si intreccino con quelle dello sviluppo dell’identità in adolescenza. Spesso ciò accade attraverso l’esasperazione di atteggiamenti di esclusione e di chiusura identitaria che servono all’adolescente per compattare la propria identità nascente e per difenderla dall’influenza di un mondo esterno avvertito come minaccioso.

Per darsi un’unità gli adolescenti s’identificano temporaneamente in forma esasperata con gli eroi di gruppi e di masse fino a perdere del tutto, in apparenza, un’identità propria. Questo fenomeno inaugura lo stadio degli “innamoramenti” che non sono né esclusivamente né principalmente un fatto sessuale, eccetto che in omaggio ai costumi. L’amore degli adolescenti è in gran misura un tentativo di definire la propria identità per mezzo della proiezione dell’immagine confusa del proprio Io su un’altra persona, al fine di vederla così riflessa e progressivamente più chiara. È per questo che per tanti giovani amare vuol dire conversare. Nei giovani può anche riscontrarsi un pronunciato spirito di casta ed una crudele tendenza ad escludere tutti coloro che sono “diversi” per colore di pelle o condizione culturale, gusti e doti, e spesso anche per quei particolari del vestire e dell’atteggiarsi che sono stati temporaneamente assunti come elementi distintivi di chi fa parte di un gruppo da chi ne è escluso. È importante comprendere quest’intolleranza, il che non significa giustificarla o condividerla, come una forma di difesa contro un senso di confusione nell’identità. Gli adolescenti, infatti, non soltanto cercano di superare gran parte del loro disagio per mezzo della formazione di bande e della stereotipizzazione di se stessi, dei propri ideali e dei propri nemici; essi mettono anche perversamente alla prova gli uni la capacità degli altri di conservarsi fedeli a tali stereotipizzazioni. La disposizione a tali prove spiega anche il fascino che dottrine semplicistiche e crudelmente totalitarie esercitano sulla mente dei giovani di quei paesi e di quelle classi che hanno perso o sono in via di perdere le proprie identità di gruppo (feudale, agricola, tribale, nazionale) e si trovano di fronte all’industrializzazione su scala mondiale, all’emancipazione e all’ampliamento dei rapporti. La mentalità adolescente è essenzialmente la mentalità dell’attesa, che è uno stadio psico-sociale tra l’infanzia e l’età adulta, tra la moralità appresa dal bambino e l’etica che l’adulto deve sviluppare. L’adolescente ha una mentalità ideologica, ed è proprio l’aspetto ideologico d’una società a riuscir più chiaro all’adolescente che è disposto ad accettare appoggi e conferme da coetanei, rituali, credi e programmi capaci in pari tempo di definire ciò che è male, inquietante e nemico.
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1. In classe provate a identificare quali siano i gruppi a cui gli adolescenti di oggi aspirano a fare parte e confrontatevi sul perché secondo voi i giovani avvertono questa esigenza. Provate inoltre a individuare quali condotte o simboli definiscono un soggetto come appartenente a un gruppo piuttosto che a un altro.

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane