T1 - Sofia Bignamini, Le “mutanti accelerate”

PAROLA D’AUTORE

|⇒ T1 Sofia Bignamini

Le “mutanti accelerate”

In questo brano Sofia Bignamini illustra un aspetto diffuso fra le preadolescenti di oggi, quello di curare al massimo la propria immagine ritraendola in pose e atteggiamenti diversi e spesso seduttivi tramite le foto e i video dei propri smartphone o tablet. Se questa “celebrazione” del proprio corpo è un fatto tipico di questa età, diventa però pericolosa quando si affidano foto e video alla rete. Ma di questo le ragazzine sembrano non essere consapevoli.

Le preadolescenti che accelerano sono forse uno dei fenomeni più visibili delle nuove declinazioni assunte dalla muta oggi. Nei loro atteggiamenti, nel look, nei capelli e nel trucco incarnano in pieno l’esaltazione delle nuove forme e di quella spinta ad attrarre sguardi e accendere desideri che risponde a un imperativo della nostra società.

Il luogo in cui ha massima espressione la celebrazione trionfante della seduttività delle mutanti accelerate è forse lo schermo in tutte le sue varianti: smartphone, tablet, personal computer, videocamere GoPro e così via. Le preadolescenti che accelerano hanno una competenza quasi professionale in tema di inquadrature, giochi di luce, posture ed espressioni funzionali a rendere quanto più performante possibile la loro estetica. Del resto, è dagli schermi che hanno tratto ispirazione nel costruire i loro ideali di genere, e nel far esprimere e muovere i loro visi e loro corpi in maniera conforme. L’acquisizione, di solito all’inizio delle medie, di un piccolo schermo personale, possibilmente dotato di una connessione internet, potrebbe essere considerato un rito di passaggio fondante per queste ragazzine, che da quando lo possiedono si dedicano anima e soprattutto corpo a essere manager competenti della loro immagine.

Eppure, tanto è grande l’abilità di queste donne anticipate nel presentare il loro involucro esterno allo sguardo degli altri, quanto è scarsa la loro consapevolezza nel gestirne gli esiti. Cantava qualche anno fa Vasco Rossi, riferendosi a ragazze poco più grandi, accendono e provocano senza sapere realmente con quali forze e con quali interlocutori, al di là dello schermo, vadano misurandosi. 

[…] Qualcosa di paragonabile accade oggi a molte preadolescenti […]. Anche per loro lo schermo del computer non è tanto una “finestra” quanto una sorta di specchio, magico come quello della regina di Biancaneve, invocato con foga perché esclami finalmente alla bambina acerba che si è trasformata nella più bella del reame. Purtroppo, anche in questo caso, dietro lo specchio si celano persone reali, sebbene ciò che mostrano sia spesso assai lontano dalla loro realtà.

Rispondi

1. Che cosa significa l’espressione «mutanti accelerate» con cui l’autrice definisce le preadolescenti di oggi?

2. Nel brano l’autrice afferma che le preadolescenti rispondono a un imperativo della società odierna. Di quale imperativo si tratta? Intravedi dei rischi nella condotta messa in atto dalle ragazze in risposta a tale richiesta sociale?

 >> pagina 408 

|⇒ T2 Susanna Conserva e Matteo Lancini

Il cyberbullismo

Il bullismo è un fenomeno che si manifesta anche in rete prendendo il nome di cyberbullismo. Il bullismo online mantiene le caratteristiche di base del bullismo “offline”, con delle specificità aggiuntive che lo rendono un fenomeno a sé stante. In particolare, per diversi motivi è decisamente limitata la consapevolezza della gravità di certe azioni agite da dietro uno schermo.

La percezione della gravità di certe azioni online spesso è decisamente limitata, sia negli adolescenti, sia nei genitori che sottovalutano la portata dei rischi. Un compagno di classe che ha avuto modo di accedere al profilo di un altro compagno e pubblicare informazioni prese dalle chat private; la foto di una compagna usata a sua insaputa per creare un profilo a suo nome, un video pubblicato online in cui un gruppo di ragazzi offende e prende in giro un compagno: sono episodi che spesso i ragazzi con cui si parla descrivono come semplici scherzi di cattivo gusto, magari comportamenti sbagliati che sarebbe meglio evitare, ma difficilmente riescono a giudicarli per quello che realmente sono, ossia dei reati penali. La gravità di questi agiti viene troppo spesso sottovalutata anche a causa di alcune caratteristiche specifiche del fenomeno. Prima fra tutte la facilità con cui è possibile compiere queste azioni, stando comodamente seduti davanti al proprio pc e cliccando semplicemente sulla tastiera. In secondo luogo l’illusione di potersi nascondere, di mantenere l’anonimato attraverso l’uso di uno pseudonimo o di un profilo falso, alimenta la percezione di non essere responsabile e difficilmente rintracciabile, quindi non punibile. Da ultimo, l’assenza di contatto e di relazione diretta con la vittima genera nel bullo un distanziamento dal danno perpetrato. Non avendo di fronte a sé la persona reale con il suo corpo, il suo volto e le sue reazioni emotive, il cyberbullo non ha modo di riscontrare direttamente la sofferenza arrecata. Pertanto, l’anonimato e l’invisibilità che il mondo virtuale consentono di mantenere al cyberbullo favoriscono meccanismi di disinibizione morale, ovvero incentivano la messa in atto di condotte che probabilmente nella vita reale il soggetto non avrebbe il coraggio di agire. Nel cyberbullismo l’azione aggressiva può, inoltre, risultare amplificata e più pervasiva rispetto al bullismo tradizionale. I ragazzi che agiscono queste forme di prevaricazione è come se non cogliessero il confine tra scherzo e aggressione, come se non avessero gli elementi per valutare, per rendersi conto della prepotenza messa in atto. Manifestano un’incompetenza nel sintonizzarsi con lo stato emotivo dell’altro, tendono a sminuire gli effetti dell’umiliazione e della mortificazione arrecata. E se è vero già nel bullismo tradizionale, in rete questi aspetti sono incontrollabilmente amplificati.

L’anonimato permette inoltre a chi si è sempre sperimentato nel ruolo della vittima nel mondo reale di potersi giocare nei panni del cyberbullo esercitando la propria dose di violenza facilitato dalla sicurezza data dal nascondersi dietro lo schermo.

Il mondo virtuale è un mondo senza limiti spazio-temporali. Se un tempo la connessione a internet era un momento dedicato, limitato ad un lasso di tempo specifico, oggi i ragazzi che hanno con sé uno smartphone vivono costantemente connessi alla rete, sempre raggiungibili dalle notifiche dei social network, anche quelle più nefaste, che fanno capolino sui telefonini delle giovani vittime a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ciò rende le prevaricazioni da un lato attive ventiquattro ore su ventiquattro, senza possibilità di tregua, e dall’altro l’assenza di confini spaziali le trasforma in spettacolo visibile da un pubblico sterminato, potenzialmente i ragazzi dell’intero pianeta, annullando il valore della prossimità nelle relazioni. I concetti di sistematicità e di persistenza nel cyberbullismo risultano quindi molto amplificati per le caratteristiche stesse di Internet: una volta entrata in Rete, l’azione molesta (foto, filmato, messaggio) persiste per un tempo potenzialmente infinito, arrivando ad assumere una visibilità planetaria, senza bisogno di essere ripetuta nella realtà.

Per queste ragioni le conseguenze sulle vittime possono essere estremamente dolorose, mortificanti e lesive in termini di bassa autostima, sintomatologia ansiosa e depressiva. La vergogna e la mortificazione narcisistica possono trasformarsi in un ostacolo insormontabile. Tale ferita, data anche l’ampia visibilità del danno subito, potrebbe cioè esitare in uno scacco evolutivo ed essere quindi di ostacolo nell’affrontare i compiti di crescita.

Rispondi

1. Quali elementi specifici del fenomeno del cyberbullismo rendono le azioni di bullismo online particolarmente gravose?

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane