2 L’«età incerta»

2. L’«età incerta»

2.1 Un nuovo senso di insicurezza

Se durante l’infanzia i genitori sono percepiti dai figli come dei “supereroi” infallibili che sanno tutto e fanno tutto nel modo migliore, lentamente, con la crescita, e in particolare durante la preadolescenza, come spiega la psicologa Silvia Vegetti Finzi ▶ L’AUTrice |, per la prima volta l’immagine dei genitori cambia, si trasforma, si ridimensiona.

È proprio il corpo con i suoi cambiamenti a modificare innanzitutto la prospettiva con cui si guarda a se stessi e al mondo. Il corpo non è più quello del Sé bambino, è un corpo che subisce una metamorfosi, al quale si aggiungono elementi portatori di vissuti dirompenti: i caratteri sessuali secondari con le loro energie libidiche rimaste silenti nel periodo della seconda infanzia.

Al turbamento interno e a un senso di confusione dato dalle novità puberali, si accompagna un forte senso di inadeguatezza dovuto allo sguardo degli altri, a un apprezzamento vissuto come contraddittorio, ambiguo, insicuro che arriva dall’esterno. Il risultato è che, spesso, maschi e femmine a questa età finiscono per sentirsi brutti, inadeguati, attraversati da grande insicurezza. È, come la definisce Vegetti Finzi, l’«età incerta».

l’autRICE Silvia Vegetti Finzi

Silvia Vegetti Finzi nasce a Brescia nel 1938, da padre ebreo e madre cristiana cattolica. Scampata alle persecuzioni antiebraiche in Italia durante la Seconda guerra mondiale, studia e si laurea in Pedagogia, specializzandosi poi in Psicologia clinica presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È psicologa clinica e dal 1975 docente di psicologia dinamica presso l’università degli Studi di Pavia.

Specializzata in particolar modo nei problemi dell’infanzia e della famiglia, nel corso della sua carriera si è dedicata alla divulgazione competente dei meccanismi psicologici dei bambini e degli adolescenti, con particolare riferimento ai cambiamenti legati alla crescita nei ragazzi e nelle loro famiglie.

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2.2 Il rapporto con i genitori

Le difficoltà incontrate da ogni ragazzo e ragazza in crescita sono prodotte da spinte contrapposte: da un lato la spinta a crescere, con tutte le paure che ne derivano; dall’altro l’impulso a regredire al mondo dell’infanzia, a tornare nella dimensione rassicurante e conosciuta degli anni passati.

In questa fase di grandi cambiamenti il ruolo dei genitori rimane comunque centrale.

Vegetti Finzi afferma che il rapporto fra genitori e figli è in continuo mutamento: al momento della nascita dei figli e dei loro primi anni di vita, è caratterizzato da una vicinanza tale da essere definita “simbiosi”, quando i figli sono nella fase preadolescenziale la prossimità fisica viene gradualmente sostituita da una vicinanza fatta di parole e dialogo, quando diventano adolescenti, infine, si passa a una relazione adulta di interscambio reciproco.

Nella fase preadolescenziale i cambiamenti così evidenti nei figli hanno quindi una portata notevole anche sulle dinamiche familiari. Spesso i ragazzi e le ragazze, per allontanarsi dalle figure genitoriali, s’innamorano di educatori, allenatori, ma anche di attori o di cantanti particolarmente prestigiosi. Queste figure vengono investite da intense cariche affettive ed emotive, ma permettono di mantenere celata la componente sessuale. Così il desiderio amoroso dei ragazzi e delle ragazze investe il mondo esterno avendo cura di concentrarsi su figure irraggiungibili.

A questa età l’amore si esprime spesso nella raccolta e nell’adorazione di vere e proprie reliquie: la fotografia del divo, l’autografo dell’attore, il profilo di qualche social network da seguire ossessivamente. Il collezionismo permette di possedere, per frammenti simbolici, il corpo dell’oggetto amato senza doverlo affrontare direttamente. In un certo senso tutto ciò rappresenta una riedizione dell’oggetto transizionale dell’infanzia, dell’antica coperta di Linus ▶ unità 1, p. 368 |.

Quello che il ragazzo o la ragazza prova nei confronti di questi idoli sono sentimenti che oscillano tra l’amare l’altro e il desiderio di essere come lui. Alla fine queste immagini dell’altro, così preziose e speciali, vengono inglobate, fatte proprie, sino a costituire un ideale di sé, il vertice della propria identità in costruzione.

per immagini

Una ragazza di fronte allo specchio

Quest’opera appartiene alla fase cubista di Pablo Picasso (1881-1973) ed è considerata uno dei quadri più importanti nella sua lunga produzione artistica. Soggetto del dipinto è la giovane Marie-Thérèse Walter, allora moglie del pittore, mentre si guarda allo specchio. Il suo corpo è stato scomposto in tante piccole parti secondo le regole cubiste, ma si riesce a riconoscere abbastanza facilmente la sua figura. La ragazza ha il volto in parte privo di imperfezioni e in parte colorato di giallo, colore che rappresenta per l’autore emozioni positive come la felicità; il volto riflesso nello specchio appare invece scuro e comunica un sentimento di tristezza.

Numerose sono state le interpretazioni attribuite a questa duplice rappresentazione: l’immagine riflessa nello specchio esprime probabilmente proprio la paura di non essere sufficientemente bella e il senso di insicurezza, uno dei vissuti più frequenti quando ci si confronta con il “nuovo” corpo che la crescita ci ha dato.

per lo studio

1. Perché la preadolescenza viene definita «età incerta» da Silvia Vegetti Finzi?

2. Come cambia il rapporto tra genitori e figli?

3. Come mai i preadolescenti si innamorano di figure irraggiungibili?


  Per discutere INSIEME 

Provate a definire e delineare quali sono gli interessi e il look nei bambini e nelle bambine durante l’infanzia rispetto ai ragazzi e alle ragazze che vivono la preadolescenza. Come cambiano?

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
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Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane