1 Un corpo che si trasforma

1. Un corpo che si trasforma

1.1 Preadolescenza e pubertà

La preadolescenza segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza e presenta come evento centrale la pubertà, ossia quel particolare periodo della vita in cui gli ormoni sessuali si attivano per produrre cambiamenti corporei importanti; questi consentono ai ragazzi di acquisire le funzioni sessuali proprie dell’età adulta, rendendoli in grado di avere rapporti sessuali e di procreare.

Nel cervello si trova un “centro direzionale” che si chiama ipotalamo. Come un regista che dà il via allo spettacolo, anche l’ipotalamo si attiva in un determinato momento come un timer biologico che mette in moto il processo della pubertà. L’età di inizio di questo periodo varia da persona a persona: indicativamente tra gli 8 e i 13 anni per le ragazze e tra i 9 e i 14 anni per i ragazzi. L’avvio della pubertà è determinato sia da fattori genetici che da fattori ambientali. Tra questi ultimi un ruolo determinante è svolto dall’alimentazione: intesa come l’apporto di energia e di specifici nutrienti, è uno dei principali determinanti della crescita. Anche l’allenamento fisico regolare e la pratica sportiva sono stati associati a benefici effetti sulla crescita ossea e muscolare, ma un allenamento eccessivamente intenso può diventare un fattore di stress che incide negativamente sull’equilibrio ormonale.

1.2 Lo sviluppo puberale

Tutte le trasformazioni fisiche e psicologiche che avvengono nel periodo della pubertà sono legate essenzialmente all’incremento dei livelli di ormoni sessuali nel sangue. Ciò è dovuto a una riattivazione – dopo un periodo di pausa successivo alla nascita – di un “asse” neuroendocrino che mette in collegamento una particolare zona del cervello con gli organi sessuali: l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi. Nello specifico, l’ipotalamo secerne un ormone, definito “ormone di rilascio delle gonadotropine” (abbreviato GnRH), il quale stimola l’ipofisi, una ghiandola strettamente connessa all’ipotalamo e localizzata anch’essa nella parte centrale del cervello, a produrre due ormoni detti “gonadotropine”: l’ormone luteinizzante (LH) e l’ormone follicolo-stimolante (FSH). Tali ormoni, a loro volta, agiscono sulle gonadi (ovaie nelle femmine e testicoli nel maschio) stimolandone lo sviluppo e la produzione di ormoni sessuali: estrogeni, progesterone e testosterone.

Questa produzione di ormoni sessuali comporta una serie di cambiamenti fisici, psicologici e comportamentali. Di solito il primo segno di attivazione puberale è il cosiddetto “scatto di crescita”, ossia un’accelerazione della crescita che inizia in media intorno ai 10-11 anni e dura all’incirca due anni: gli ormoni sessuali, infatti, stimolano l’ipofisi a liberare una maggiore quantità di ormone della crescita (GH), che a sua volta stimola l’accrescimento degli arti e di conseguenza l’allungamento delle ossa; con la fine della pubertà le fasi di accrescimento s’interrompono e le ossa smettono di crescere.

I cambiamenti fisici della pubertà sono diversi fra i due sessi.

  • Nelle femmine, l’inizio della pubertà si manifesta di solito con lo sviluppo delle ghiandole mammarie (telarca o bottone mammario) e il conseguente ingrossamento delle mammelle, l’incremento della peluria pubica (pubarca) e la modificazione dei genitali esterni. La prima mestruazione, detta menarca, si verifica due anni dopo l’ingresso in pubertà e costituisce il segno più evidente di passaggio dall’infanzia alla preadolescenza. Il ritmo dei primi cicli mestruali è spesso irregolare, poi tende a stabilizzarsi.
  • Nei maschi la maturazione degli organi genitali è in genere più tardiva ed è caratterizzata da un progressivo aumento del volume dei testicoli e da un graduale ingrandimento del pene. Si ha la formazione degli spermatozoi e del liquido seminale. Si verifica poi la prima eiaculazione, cioè la prima fuoriuscita di sperma, chiamata polluzione notturna poiché avviene soprattutto di notte, quando il livello di testosterone è più elevato. L’attivazione e la produzione di ormoni sessuali maschili da parte del testicolo determinano la comparsa dei caratteri sessuali secondari, quali la peluria sul viso, a partire dai baffi fino alla crescita di tutta la barba, il cambiamento del tono della voce e l’aumento della massa muscolare con riduzione del tessuto adiposo sottocutaneo.

Gli ormoni sessuali fanno sì, quindi, che il corpo infantile, simile in entrambi i sessi, si trasformi in quello adulto, dai caratteri così nettamente differenziati. Se durante l’infanzia la crescita lenta aveva consentito lo stabilizzarsi dell’immagine corporea, al momento della pubertà le rapide e profonde trasformazioni somatiche possono portare a uno stato di confusione relativo alla propria identità e al proprio corpo, innescando profonde modificazioni anche a livello psichico e comportamentale.

cittadini responsabili

Le mutilazioni genitali femminili

Le mutilazioni genitali femminili (Mgf) sono delle pratiche che consistono nell’asportazione totale o parziale degli organi genitali esterni della donna.

Una di queste pratiche è l’infibulazione, ossia la mutilazione e la successiva chiusura totale degli organi genitali, con la sola eccezione di un foro che permette la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale.

Un’altra pratica è l’asportazione della clitoride (“clitoridectomia”).

Gli organi amputati non possono essere ricostruiti o comunque non in modo tale da restituire la sensibilità erogena, ossia il piacere sessuale.

Le mutilazioni genitali femminili vengono praticate per differenti ragioni culturali, tra cui motivazioni sessuali, ossia sottomissione e riduzione della sessualità femminile con l’obiettivo di mantenere intatta l’illibatezza della donna; pregiudizi estetici ed igienici, secondo cui le mutilazioni permetterebbero di eliminare infezioni dei genitali femminili; credenza che la mutilazione aumenti la fertilità della donna; infine per motivazioni religiose.

Si stima che nel mondo vi siano circa 125 milioni di donne che convivono con una mutilazione genitale. Dati gli attuali trend demografici, possiamo calcolare che ogni anno circa tre milioni di bambine sotto i 15 anni si aggiungano a queste statistiche.

In alcuni Stati del Corno d’Africa (Gibuti, Somalia, Eritrea), ma anche in Egitto e Guinea, l’incidenza del fenomeno rimane altissima, toccando il 90% della popolazione femminile. In molti altri, invece, le mutilazioni riguardano una minoranza, fino ad arrivare a quote dell’1-4% in paesi come Ghana, Togo, Zambia, Uganda, Camerun e Niger; una quota decisamente minore si rileva nei paesi dell’Asia a predominanza islamica.

Si registrano casi di Mgf anche in Europa, Australia, Canada e negli Stati Uniti, soprattutto fra gli immigrati provenienti dall’Africa e dall’Asia sudoccidentale: si tratta di episodi che avvengono nella più totale illegalità, e che quindi sono difficili da censire statisticamente.

Le conseguenze sulla vita delle donne che subiscono questa tortura sono gravissime. Oltre che umilianti, le mutilazioni genitali sono estremamente dolorose. Le bambine che vi sono sottoposte possono morire per cause che vanno dallo shock emorragico, dato che le perdite ematiche sono cospicue, a quello neurogenico, provocato dal dolore e dal trauma, fino all’infezione generalizzata (sepsi).

Conseguenze di lungo periodo sono la formazione di ascessi, calcoli e cisti, la crescita abnorme del tessuto cicatriziale, infezioni e ostruzioni croniche del tratto urinario e delle pelvi, forti dolori durante le mestruazioni e i rapporti sessuali, maggiore vulnerabilità alle infezioni, epatite e altre malattie veicolate dal sangue, infertilità, incontinenza, maggiore rischio di mortalità materna per emorragia al momento del parto.

  Lavoriamo INSIEME

Tantissimi movimenti e associazioni nel mondo considerano le mutilazioni genitali femminili una palese violazione dei diritti umani della donna.

Cercate su Internet quali sono e che cosa fanno per combattere queste pratiche così crudeli.

per lo studio

1. Come si chiama il periodo della crescita in cui per la prima volta si attivano gli ormoni sessuali?

2. Che cos’è il menarca?

3. A quale età si assiste ai cambiamenti puberali nei maschi e nelle femmine?


  Per discutere INSIEME 

Discutete in gruppo su quanto i cambiamenti fisici che avvengono durante la pubertà possano incidere sull’autostima dei ragazzi e delle ragazze.

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane