L’UNITÀ IN BREVE

L’unità in breve

l’infanzia

1. Piaget e lo sviluppo dell’intelligenza

Secondo Jean Piaget il processo di trasformazione delle strutture mentali è reso possibile da due meccanismi complementari: l’assimilazione e l’adattamento.

Piaget ha formalizzato una teoria dello sviluppo delle operazioni intellettuali per stadi progressivi determinati geneticamente in funzione dell’adattamento all’ambiente: lo stadio senso-motorio, lo stadio preoperatorio, lo stadio operatorio concreto e lo stadio operatorio formale.

2. Vygotskij e I PROCESSI PSICHICI SUPERIORI

Lev Vygotskij è il fondatore della scuola storico-culturale, corrente di pensiero che assegna un ruolo chiave alle relazioni sociali, al linguaggio e, in generale, all’interiorizzazione degli strumenti e dei simboli della cultura di appartenenza nello sviluppo dei processi psichici superiori.

Egli introduce infatti il concetto di stimolo-mezzo. Lo stimolo-mezzo più importante di cui si avvale l’uomo è il linguaggio.

3. Le teorie sull’acquisizione del linguaggio

Lo sviluppo del linguaggio verbale nei bambini inizia con le vocalizzazioni (terzo mese), prosegue con la lallazione (sesto mese), l’olofrase (un anno), il linguaggio telegrafico (un anno e mezzo), per arrivare alle frasi articolate intorno ai tre anni.

Per quanto riguarda gli stadi di acquisizione del linguaggio da parte del bambino esistono due teorie fondamentali: la teoria dell’imitazione di Skinner e la teoria generativista di Chomsky.

4. La vita prima della nascita: il bambino nel corpo materno

Dal concepimento alla nascita il bambino attraversa tre fasi: morula, embrionale e fetale.

Si tratta di fasi comuni a tutti i bambini ma con effetti differenziati sul piano delle esperienze.

5. Il rapporto madre-bambino e l’incontro con il mondo

Nel periodo prenatale avviene uno scambio di conoscenze e comunicazioni fra madre e figlio (bonding).

Con la crescita i bambini sviluppano, grazie al legame di attaccamento con chi si prende cura di loro, una forma di rappresentazione interna del mondo e di se stessi, che Bowlby definisce modelli operativi interni.

Nei primi anni di vita assume una posizione preminente il rapporto fra genitori e figli. Si occupa di questo argomento Anna Freud, che incentra i suoi studi sullo sviluppo del bambino attraverso linee evolutive suddivise in fasi, di cui la più importante è quella dell’autonomia emotiva.

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6. Sigmund Freud: il bambino onnipotente e l’Edipo

Sigmund Freud spiega con il termine onnipotenza la condizione del neonato che collega se stesso all’origine dei fenomeni esterni. Essa si intreccia con quella di narcisismo primario, in cui il bambino non è ancora in grado di distinguere l’interno dall’esterno.

Nell’ambito della sua teoria dello sviluppo psicosessuale, Freud individua cinque fasi: la fase orale, la fase anale, la fase fallica, il periodo di latenza e la fase genitale.

7. Donald Winnicott: gli oggetti transizionali e il gioco infantile

Donald Winnicott individua l’oggetto transizionale per descrivere la relazione madre-bambino. Esso è un oggetto, materiale o immateriale, associato dal bambino alla figura materna e utilizzato come conforto psicologico e fonte di protezione in assenza della madre.

Anche il gioco, secondo Winnicott, ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino sano, poiché lo aiuta ad affrontare la transizione dal Sé alla realtà esterna, sviluppandone la creatività.

8 . La socializzazione primaria e secondaria

Fin dall’infanzia il bambino è immerso in un contesto sociale, all’interno del quale matura il suo processo di socializzazione, che si articola in due fasi.

  • La socializzazione primaria si svolge all’interno della famiglia.
  • La socializzazione secondaria ha luogo quando il bambino viene introdotto nella scuola e nel gruppo dei pari.
9. I PRIMI disturbi DEL BAMBINO: ATTACCAMENTO E CRISI

La sintonizzazione affettiva, concetto sviluppato da Daniel Stern, ossia la capacità dell’adulto di leggere lo stato affettivo del bambino, incide in modo determinante sullo sviluppo di un attaccamento sicuro.

Qualora tale sintonizzazione sia assente o insufficiente, oppure anche eccessiva, il bambino andrà facilmente incontro a un disturbo dell’attaccamento.

10. I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO

Negli anni dell’infanzia ci sono bambini che più di altri incontrano difficoltà nel percorso di apprendimento. Questo perché esistono i disturbi specifici dell’apprendimento, meglio conosciuti come dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.

In questi casi esistono accorgimenti che permettono a questi bambini di affrontare al meglio il loro percorso scolastico: sono gli strumenti dispensativi e le misure compensative.

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane