1.1 PIAGET E L’EPISTEMOLOGIA GENETICA
Lo psicologo svizzero Jean Piaget | ▶ L’AUTORE | ha svolto ricerche empiriche sistematiche sullo sviluppo cognitivo durante la crescita del bambino. Egli era interessato al problema generale della formazione della conoscenza nel rapporto tra organismo e mondo esterno ed è stato tra i primi a indagarlo secondo una prospettiva evolutiva.
Il suo campo d’indagine è stato definito ▶ epistemologia genetica, in quanto centrale è il tema dello sviluppo della conoscenza scientifica, con particolare riferimento alla logica e alla sua genesi sia nel corso della storia dell’umanità sia durante lo sviluppo mentale individuale, ovvero dalla nascita all’età adulta. Questa nuova disciplina attingeva ai contributi di vari campi del sapere: psicologia, pedagogia, matematica, logica, linguistica, storia del pensiero scientifico, filosofia, antropologia culturale, cibernetica.
A partire dagli anni Cinquanta del Novecento la teorizzazione di Piaget e dei suoi collaboratori (la cosiddetta Scuola di Ginevra) cominciò a diffondersi in Europa e nel mondo.
Secondo lo studioso, qualsiasi forma di conoscenza viene acquisita grazie a operazioni intellettuali, da lui formalizzate in termini logico-matematici, e possiede una struttura sottostante, che si sviluppa progressivamente durante la crescita sulla spinta di presupposti biologici.
Piaget concepiva lo sviluppo cognitivo come un sistema di adattamento all’ambiente e l’adattamento come un processo di trasformazione delle strutture mentali che avviene attraverso due meccanismi fondamentali, tra loro complementari e inseparabili:
- l’assimilazione, attraverso la quale la mente elabora e assorbe nelle sue strutture gli elementi dell’ambiente esterno, integrandoli in schemi già presenti;
- l’accomodamento, mediante il quale le strutture mentali si modificano per effetto delle informazioni ambientali.
L’adattamento è il costituirsi progressivo di un equilibrio stabile tra assimilazione e accomodamento.
Piaget ritiene che per apprendere nuovi schemi, e quindi crescere intellettualmente, le esperienze devono essere assimilabili: in altre parole è necessario che ci sia già una struttura matura pronta ad accoglierle e, integrandosi a informazioni già note, produrre una ristrutturazione cognitiva.
Il processo di adattamento e l’organizzazione mentale ereditata che lo rende possibile vengono definiti “invarianti funzionali” biologiche e cognitive, poiché si tratta di meccanismi che non cambiano nel corso dello sviluppo e sono indipendenti dall’esperienza.
Ciò che varia a contatto con il mondo esterno, sulla spinta della predisposizione biologica, sono le strutture e gli schemi del pensiero, che diventano sempre più complessi, rapidi e controllabili.
L’organismo e l’ambiente si influenzano reciprocamente così come i fattori innati e quelli acquisiti.