L’UNITÀ IN BREVE

L’unità in breve

Teorie e correnti sociologiche del Novecento

1. LO STRUTTURAL-FUNZIONALISMO: talcott PARSONS

Il fondatore della scuola dello struttural-funzionalismo è il sociologo Talcott Parsons. Egli propone un modello teorico in grado di descrivere in astratto il funzionamento di qualsiasi tipo di società, attraverso l’idea di sistema sociale. Afferma, inoltre, che nel sistema sociale possiamo riconoscere quattro imperativi funzionali che devono essere risolti da altrettanti sottosistemi, che egli definisce attraverso un linguaggio specifico: l’adattamento, il raggiungimento degli obiettivi, l’integrazione e il mantenimento della struttura latente

Dalle iniziali (in inglese) di questi quattro imperativi funzionali deriva il nome del modello AGIL.

2. LA TEORIA CRITICA E LA SCUOLA DI FRANCOFORTE

I principali studiosi appartenenti alla Scuola di Francoforte sono Theodor Adorno e Max Horkheimer. Essi cercano di dare ragione delle trasformazioni dei meccanismi di creazione e di circolazione della cultura nella società di massa, sotto le spinte del capitalismo e del mercato. I due autori spiegano che il capitalismo ha applicato le regole schematiche dell’economia anche al mondo della cultura, attraverso l’industria culturale.

Alcune critiche al modello di vita delle società capitalistiche sono elaborate ulteriormente da Herbert Marcuse, che descrive un sistema basato su un doppio sfruttamento: da un lato, sullo sfruttamento del lavoro con il fine di produrre merci e, dall’altro, sulla corsa sfrenata al consumismo, in base a falsi bisogni creati ad arte. Questa situazione si traduce in una società piatta e in un’esistenza in cui l’unica dimensione è costituita dall’omologazione degli individui al modello capitalista e consumistico.

3. LA SCUOLA DI CHICAGO E L’INTERAZIONISMO SIMBOLICO

Uno dei temi che ha caratterizzato il lavoro della Scuola di Chicago riguarda le trasformazioni della città, affrontate da Robert Park e Ernest Burgess, i quali propongono un modello di analisi delle zone concentriche suddividendo le città in base alle differenti attività dei diversi gruppi di persone che vi abitano e vi lavorano.

Tra gli anni Cinquanta e Settanta la tradizione di Chicago è stata ripresa dall’interazionismo simbolico.

La figura di maggiore spicco è Erving Goffman, che sviluppa una prospettiva drammaturgica dello studio della società, compresa attraverso la metafora dello spettacolo teatrale come un continuo alternarsi di comportamenti da tenersi in pubblico (“ribalta”) e in privato (“retroscena”).

Howard Becker si distingue per i suoi studi di sociologia della devianza. A partire da una ricerca condotta negli anni Cinquanta sul consumo di marijuana, egli sviluppa una prospettiva particolare sulla devianza, definita come teoria dell’etichettamento.

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4. L’APPROCCIO FENOMENOLOGICO E L’ETNOMETODOLOGIA

Alfred Schütz ha adattato l’approccio filosofico della fenomenologia alle scienze sociali, con lo scopo principale di creare le basi per uno studio della società a partire dal carattere intersoggettivo dell’esperienza sociale. Il lavoro di Schütz è ripreso da Berger e Luckmann, che descrivono la realtà come una costruzione sociale, ovvero come il risultato del continuo confronto fra le esperienze individuali che diventano, così, una conoscenza collettiva alla base della vita dei gruppi sociali. Queste forme di conoscenza condivisa sono, per esempio, i ruoli sociali.

L’etnometodologia fa capo al sociologo statunitense Harold Garfinkel, che mette in luce come la vita sociale sia resa possibile da un costante lavoro implicito compiuto dagli individui per ricreare un senso o un ordine condiviso a partire dagli eventi caotici che essi incontrano nel corso della loro vita quotidiana.

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane