5 Comte, la gerarchia delle scienze e la legge dei tre stadi

5. Comte, la gerarchia delle scienze e la legge dei tre stadi

5.1 IL PADRE FONDATORE DELLA SOCIOLOGIA

Auguste Comte | ▶ L’AUTORE | è considerato il massimo esponente del positivismo, nonché il padre fondatore della sociologia. A lui si deve la creazione di questa parola, che coniò al fine di dare statuto autonomo a questa nuova scienza.
Comte assegna un compito preciso alla sociologia: risolvere la crisi del mondo moderno, fornendo le conoscenze scientifiche che permetteranno la riorganizzazione della società.

5.2 LA SOCIOLOGIA COME “REGINA DELLE SCIENZE”

Per Comte le conoscenze offerte dalla sociologia sono scientifiche perché fondate sul metodo della filosofia positivista, e quindi basate sull’osservazione rigorosa dei fatti e l’enunciazione delle relative leggi. In tal modo, la sociologia si colloca al vertice della scala gerarchica delle scienze, classificate secondo un criterio di decrescente generalità e di crescente complessità: la scienza ha avuto inizio con l’astronomia, che si occupa degli oggetti più remoti; poi, con la fisica, è “scesa sulla terra”; quindi, con la chimica e la biologia, ha raggiunto temi più vicini a noi; infine, con la sociologia, “regina delle scienze”, si è interessata alla società.
Da notare che nell’elenco non sono presenti la matematica e la filosofia. La prima è esclusa perché essa è la scienza “per eccellenza”: è sulla matematica e sul ragionamento logico che si basano tutte quelle discipline che aspirano a essere considerate scientifiche. La filosofia, invece, è esclusa perché, pur non essendo una scienza in se stessa, fornisce il “sistema generale delle idee” e costituisce il presupposto per qualunque ragionamento.

l’autORE  Auguste Comte

Figlio di una famiglia cattolica e monarchica, Auguste Comte (1798-1857) nasce a Montpellier e nel 1814 si iscrive al Politecnico di Parigi, da cui verrà espulso pochi anni dopo, insieme ad altri compagni di studi, perché giudicato sovversivo. Nel 1817 diventa segretario e amico di Saint-Simon, del quale sarà collaboratore sino al 1824.
Convinto che tutte le scienze debbano avere alla base dei principi e una metodologia comuni, si dedica allo studio di diverse discipline per poi, nel 1830, iniziare a pubblicare il Corso di filosofia positiva (1830-1842). Al suo interno Comte formula la "legge dei tre stadi" che governa l'intera evoluzione della conoscenza umana.
Comte individua una crisi profonda nella società a lui contemporanea e, per porvi rimedio, nell’ultima fase della sua vita si dedica al compito di "riformatore scientifico": tenta di costruire una nuova religione (la “religione positiva” o “religione dell’umanità”), che dovrebbe risolvere pacificamente i conflitti sociali e ristabilire un senso spirituale della società.

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5.3 LA LEGGE DEI TRE STADI

Comte osserva come non tutte le scienze abbiano raggiunto lo stesso grado di “maturazione positiva”: le discipline più “semplici” (astronomia, fisica, chimica) sono quelle che prima e più facilmente sono giunte allo stadio “positivo”; la sociologia, invece, essendo la disciplina più complessa, deve ancora conseguirlo pienamente.
Per Comte tutta la conoscenza umana attraversa un processo di “crescita” contraddistinto da tre passaggi:
  • il primo è quello denominato teologico, in cui la realtà viene spiegata ricorrendo a forze che trascendono il mondo fisico, che lo dominano dall’esterno, come nel caso della magia o della religione;
  • il secondo stadio è quello ▶ metafisico, caratterizzato dalla sostituzione degli agenti soprannaturali con principi astratti, che si ritiene diano ordine e significato alla realtà;
  • il terzo stadio è quello positivo, in cui tutto è spiegato grazie alla rilevazione diretta, empirica, della realtà e alle leggi scientifiche che se ne possono trarre.
Questa successione, detta “legge dei tre stadi”, è considerata da Comte una scoperta fondamentale, applicabile a tutte le manifestazioni del divenire umano. Secondo l’autore, la storia, considerata nella sua totalità, non svela altro che il progredire della conoscenza umana e la società industriale non è quindi il prodotto di una casualità storica, ma uno stadio più evoluto verso il quale tende tutta l’umanità.

5.4 LO STUDIO DELLA SOCIETÀ: DINAMICA E STATICA SOCIALE

Comte individua due approcci allo studio della società: la “dinamica sociale” e la “statica sociale”.
  • La dinamica sociale si basa sul concetto di progresso e studia le leggi di sviluppo della società: la “legge dei tre stadi” ne costituisce l’espressione fondamentale. Scopo della dinamica sociale non è quindi osservare il succedersi degli eventi, così come farebbero gli storici, ma ricostruire le tappe, successive e necessarie, del divenire della società umana.
  • La statica sociale si basa invece sul concetto di ordine e studia le condizioni di esistenza comuni alle società di tutti i tempi, cioè la socievolezza dell’uomo, la famiglia, la divisione del lavoro. La legge fondamentale della statica sociale è la connessione tra i diversi aspetti della vita sociale, così che, per esempio, un particolare regime politico non è indipendente da fattori economici e/o culturali.

Così come farà più tardi un altro precursore della sociologia, Herbert Spencer (1820-1903) ▶ APPROFONDIAMO |, Comte paragona la società a un organismo vivente: non si può studiare il funzionamento di un organo senza collocarlo nell’insieme di un essere vivente, dunque non è possibile studiare la politica e lo Stato senza collocarli in una data società.

Statica e dinamica sociali rimandano infine alle idee di progresso e di ordinedue termini centrali per il positivismo, che compaiono ancora oggi sul fondo della bandiera del Brasile, paese dove l’influenza della dottrina di Comte è stata molto sentita.

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approfondiamo  SPENCER E IL DARWINISMO SOCIALE

Herbert Spencer nasce a Derby, in Gran Bretagna. Egli elabora una teoria generale del progresso umano che, radicalizzando alcuni principi evoluzionistici, vede la società stessa come il risultato di una selezione naturale. 

Spencer teorizza l’esistenza di un “evoluzionismo cosmico”, ovvero l’idea che l’intero cosmo sia governato dalle stesse leggi dell’evoluzionismo biologico. Egli estende così il principio evoluzionista di Darwin alla società e ne deduce che questa evolve dall’omogeneo verso l’eterogeneo, dal semplice verso il complesso: la crescita urbana e il processo di industrializzazione che hanno luogo in Gran Bretagna a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento costituiscono, ai suoi occhi, dei perfetti esempi di tale principio. 

Così come per Darwin l’ambiente seleziona gli organismi più adatti, per Spencer la libera concorrenza economica costituisce l’ambiente di selezione dei “più adatti” a sopravvivere nella società, da cui l’espressione “darwinismo sociale”. Nei suoi Principi di sociologia (1876-1896) egli paragona le istituzioni sociali agli organi del corpo umano e crea perfino dei parallelismi tra le strutture sociali e quelle animali: come i molluschi sono protetti dalla corazza, così anche alcune strutture sociali sono rigide, al fine di proteggere la società stessa. Vi è tuttavia una differenza importante: mentre nel corpo c’è un solo organo che governa tutto l’insieme, nella società la coscienza sociale non è concentrata in un unico punto, ma è presente in tutti i soggetti che compongono il corpo sociale. L’individuo è quindi al centro dei meccanismi che regolano la società; per questo bisogna che lo Stato limiti al massimo la produzione delle leggi, così da lasciare uno spazio crescente alla spontanea iniziativa individuale. 

Per quanto, al pari di Comte, Spencer consideri la società come un organismo, la conclusione a cui egli giunge è agli antipodi rispetto alla concezione comtiana. Se per Comte la società si regge sulla coincidenza delle menti ed è necessaria un’autorità che la guidi, per Spencer la società è retta da quelle stesse leggi che regolano lo sviluppo dell’universo e dunque non necessita di alcun tipo di guida.

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5.5 CRITICHE A COMTE E AL POSITIVISMO

La teoria filosofica e sociologica di Comte ha avuto nel tempo una grande risonanza, diventando fonte d’ispirazione per alcuni e oggetto di critica per altri. 

La principale critica rivolta a lui e al positivismo riguarda il presupposto “determinista” che sta alla base della concezione della storia e della società. 

Il positivismo, considerando la storia e la società governate da leggi naturali di sviluppo, nega di fatto il ruolo della libera scelta individuale e non permette di comprendere la molteplicità di ragioni e la diversità di situazioni che possono influenzare le azioni delle persone. Se si presume che tutto segua un destino già segnato, la stessa azione politica diventa inutile e contraddittoria: perché schierarsi a favore di una scelta o di un’altra se la società tende “per natura” alla sua evoluzione? 

Affermare che la società va studiata per individuare le sue “leggi naturali” porta a considerare l’ordine sociale come un ordine altrettanto “naturale”. Per la sociologia, ciò significa negare la possibilità di porsi criticamente nei confronti di tale ordine e di dover accettare passivamente la realtà così com’è.

Alcune delle critiche più aspre al pensiero comtiano, peraltro, provengono proprio dai sociologi che più direttamente si sono ispirati a lui. Durkheim (un altro dei padri della sociologia UNITÀ 2, p. 286 |), per esempio, rimprovera a Comte di non essersi attenuto alle regole del metodo empirico proposto, finendo così per costruire una sorta di filosofia della storia dell’umanità, invece che descrivere gli effettivi meccanismi di funzionamento della società stessa. 

In altre parole, Comte non ha mai sottoposto a verifica empirica le tesi che formulava a proposito della società, né si è mai posto il problema di come farlo; invece questa procedura è necessaria se si vuole analizzare la società da un punto di vista scientifico e non solo filosofico.

per lo studio
1. Che cosa dice e su quale principio si fonda la “legge dei tre stadi”?
2. Che cosa studiano la statica e la dinamica sociale?
3. Quali critiche possono essere mosse a Comte e al positivismo?


  Per discutere INSIEME 

Comte vede nella sociologia la scienza in grado di dare risposta alla situazione di crisi della società europea di metà Ottocento. Per quanto paladino dei principi della conoscenza scientifica, Comte arriva a teorizzare la sociologia quale nuova “religione dell’umanità”, convinto che il genere umano necessiti della fede in un’entità superiore.
Dal tuo punto di vista, è auspicabile che ci sia una tale scienza/religione? Secondo te, è possibile conciliare la conoscenza scientifica con la fede religiosa? Discutine in classe con i compagni.

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane