2 La discendenza

2. La discendenza

2.1 I rapporti di filiazione

Gli studi sulla parentela dal punto di vista della discendenza sono stati sviluppati soprattutto dagli antropologi britannici Alfred R. Radcliffe-Brown, Edward E. Evans-Pritchard (1902-1973) e Meyer Fortes (1906-1983).

La  discendenza è il criterio culturale che definisce le categorie sociali attraverso i rapporti di filiazione. Non passa solo attraverso la riproduzione biologica, ma anche attraverso dispositivi sociali quali per esempio l’adozione, in cui un rapporto basato sulla cura e la responsabilità della crescita di un bambino viene trasformato in una relazione di parentela. Come abbiamo detto, il fatto che il padre sociale che alleva il bambino possa non corrispondere al padre biologico mostra che la relazione di discendenza non implica necessariamente la consanguineità. La discendenza stabilisce in termini generali quali persone hanno un ruolo importante nel concepimento, nella nascita e nell’allevamento di determinati bambini, senza riferimento obbligato al concetto di eredità di sangue, né all’idea di un medesimo contributo da parte di entrambi i genitori.

Esempio: per la cultura degli Ashanti del Ghana, in Africa occidentale, il sangue del bambino deriva solo dalla madre e vi è collegato l’aspetto fisico, mentre il carattere del piccolo è trasmesso dal padre con lo sperma.

Negli anni Settanta dell’Ottocento, l’antropologo americano Lewis Henry Morgan ▶ L’AUTORE | estese il nostro concetto di consanguineità alle altre società e lo utilizzò come strumento di indagine nello studio delle terminologie di parentela degli Irochesi, una grande comunità di nativi nordamericani fra il Canada e gli Stati Uniti. Le terminologie di parentela sono i gruppi di parole con le quali, nelle varie lingue, si indicano i parenti consanguinei e affini, cioè le parole che possono equivalere alle nostre “mamma”, “papà”, “zio”, “cognato”, “genero” e così via, anche se in molti casi non si può fare una traduzione letterale dalle lingue indigene.

Data la loro importanza, per poter comprendere in modo approfondito le relazioni di parentela soprattutto in società molto differenti dalla nostra, gli antropologi hanno inventato dei simboli convenzionali con i quali disegnare dei diagrammi: i diagrammi di parentela. Essi rappresentano graficamente, in modo schematico, varie tipologie di gruppi di parenti. Per gli argomenti che affronteremo nel corso di questa unità è indispensabile familiarizzare un po’ con la simbologia di questi diagrammi, illustrata qui di seguito.

l’autore  Lewis Henry Morgan

Lewis Henry Morgan (1818-1881) è stato un etnologo americano e, assieme a Edward Burnett Tylor, il principale fondatore dell’antropologia culturale. Nasce ad Aurora, negli Stati Uniti, e dopo una formazione da avvocato inizia a interessarsi alle popolazioni indigene americane. In particolar modo si avvicina agli Irochesi, di cui sosterrà le battaglie contro l’oppressione e il colonialismo, guadagnandosi la loro amicizia al punto da venire adottato dalla tribù dei Seneca nel 1846. Durante le sue ricerche, Morgan riconosce l’importanza e la centralità dei legami di parentela nella vita sociale di questo popolo, e nel 1871 pubblica Sistemi di consanguineità e di affinità nella famiglia umana, uno studio comparativo in cui classifica le varie società in base alle loro strutture di parentela. Influenzato dalle teorie evoluzioniste dell’epoca, il suo studio sulla parentela lo porta infine a elaborare la sua teoria dell’evoluzione culturale che concretizza nel lavoro La società antica, o ricerche sulla linea del progresso umano dallo stato selvaggio, attraverso la barbarie, alla civiltà (1877). Muore a Rochester, negli Stati Uniti, nel 1881.

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2.2 gruppi di discendenza

La discendenza, come abbiamo visto, è l’insieme dei legami socialmente riconosciuti fra una persona e i suoi antenati, in base ai quali si formano dei gruppi di parenti, detti gruppi di discendenza. I gruppi di discendenza possono essere di due tipi:
  • unilineari, nei quali la discendenza è tracciata in linea paterna oppure in linea materna; detti anche  lignaggi, a loro volta suddivisibili in:
    patrilignaggi, o gruppi di discendenza patrilineari, in cui la discendenza è tracciata solo per il tramite del padre;
    matrilignaggi, o gruppi di discendenza matrilineari, in cui la discendenza è tracciata solo per il tramite della madre;
  • bilaterali, nei quali la discendenza è tracciata contemporaneamente sia in linea paterna, sia in linea materna.

Legami unilineari: il lignaggio e il clan

La regola di discendenza più diffusa è quella unilineare. Nelle società che applicano questa regola l’affiliazione di una persona al gruppo di parenti passa attraverso uno solo dei genitori.

Osserviamo il diagramma seguente. Ogni diagramma di parentela si costruisce e si legge a partire da un individuo specifico (maschio o femmina), che gli antropologi chiamano convenzionalmente “ego”. Si tratta cioè di orientare il diagramma come si fa con le carte geografiche, che per essere leggibili devono indicare almeno un punto cardinale, in genere il Nord. Un po’ come dire: il punto di osservazione determina chi è padre e chi è figlio, perché mio padre è padre rispetto a me, ma è a sua volta figlio rispetto a mio nonno.


Diagramma di parentela: il patrilignaggio

Il diagramma mostra il patrilignaggio di ego: il gruppo di individui che si ritengono parenti fra loro sulla base di questa regola di discendenza sono gli individui di colore verde. Quello che si evince dal diagramma è che se la discendenza è tracciata per linea paterna, come accade in tutti i patrilignaggi, partendo dall’antenato comune A (maschio) tutti i figli (A1, A2, A3), maschi e femmine, appartengono allo stesso lignaggio (A). Quando A1 si sposa con C trasmette la propria discendenza, e tutti i suoi figli (i nipoti di A) apparterranno sempre allo stesso lignaggio. La stessa cosa si verifica con A2, che è appunto ego. Per A3 invece, la figlia di A, la situazione cambia: quando A3 si sposa con E (un uomo appartenente a un altro lignaggio, indicato con il colore arancione) la discendenza di A si ferma, A3 non la trasmette, perché è il marito a trasmetterla ai figli che faranno parte del lignaggio di E.

Il diagramma che segue mostra la situazione identica, ma speculare, che si verifica in un matrilignaggio.


Diagramma di parentela: il matrilignaggio

Possiamo indicare alcune caratteristiche antropologiche importanti del lignaggio:

  • è un gruppo di discendenza unilineare nel quale tutti i membri conoscono chiaramente i legami genealogici con l’antenato comune, che è sempre una persona reale;
  • è un gruppo di discendenza che comprende individui di entrambi i sessi; per esempio, in una società patrilineare tutti i figli, maschi e femmine, appartengono al gruppo del padre;
  • è un gruppo corporato: con questa espressione si intende che il gruppo detiene collettivamente diritti e doveri, condivide privilegi e forme di cooperazione economica, politica e rituale, ed è titolare di proprietà. Per indicarne la coesione di gruppo e la compattezza nelle decisioni, Meyer Fortes diceva che «il lignaggio è una persona»: infatti in certi contesti, nati da conflitti fra singoli individui appartenenti a lignaggi diversi, per esempio la  faida, ad agire è l’intero lignaggio, che si comporta come se fosse un’unica persona. In talune società il sistema di lignaggi è perciò il fondamento dell’organizzazione sociale e delle relazioni politiche fra i gruppi.

Nelle comunità la cui discendenza è basata sui lignaggi, i figli dei fratelli di sesso diverso appartengono sempre a lignaggi differenti, cioè a differenti gruppi di discendenza. Questa osservazione è importante perché in certe comunità i cosiddetti cugini incrociati (cioè i figli di fratelli di sesso diverso) sono possibili coniugi, possono cioè sposarsi fra loro proprio in virtù del fatto che appartengono a lignaggi differenti. Al contrario, sono proibiti i matrimoni fra cugini paralleli (cioè figli di fratelli dello stesso sesso), perché appartenenti al medesimo lignaggio, come mostrato dal diagramma che segue.


Diagramma di parentela: i cugini incrociati e i cugini paralleli

Il  clan è un gruppo di discendenza unilineare i cui membri discendono da un antenato comune rispetto al quale i legami genealogici non sono esattamente conosciuti. Il capostipite del clan può essere un’entità mitica, un animale sacro, o anche un totem, ovvero un’intera specie di animali o di vegetali a cui la comunità si sente fortemente legata. Il clan è costituito, al proprio interno, da vari lignaggi.

I vincoli di parentela istituiti con il sistema di discendenza unilineare sono:

  • i criteri che regolano l’accesso degli individui alle risorse;
  • il canale attraverso cui avviene il trasferimento delle proprietà materiali e dei diritti e doveri legati allo status sociale da una generazione all’altra;
  • i principi da cui spesso derivano il nome di una persona, la residenza, il rango, l’appartenenza etnica.

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Legami bilaterali: il parentado
Abbiamo detto che oltre ai gruppi di discendenza unilineari esistono anche i gruppi di discendenza bilaterali. In questi gruppi ogni individuo traccia i propri legami di discendenza sia attraverso il padre, sia attraverso la madre. I gruppi bilaterali sono aperti e flessibili, in genere comprendono una vasta rete di relazioni parentali e si dissolvono alla morte di ego essendo definiti soltanto in funzione di esso. Le società contemporanee di Europa e Nordamerica hanno un sistema di parentela bilaterale nella composizione dei gruppi parentali di discendenza e nella trasmissione di beni e proprietà, ma seguono il principio di discendenza patrilineare per il cognome.

Il  parentado, per il quale gli antropologi italiani utilizzano comunemente anche l’equivalente termine inglese kindred, è il gruppo che si costruisce intorno a un individuo (ego), comprendente un numero indefinito di generazioni e con una estensione indefinita e variabile su entrambi i lati (madre e padre), ed è costituito essenzialmente dai parenti su cui ego può contare, con cui stabilisce i rapporti più sicuri di sostegno e di aiuto reciproco.

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2.3 Parentela e politica

Fra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, l’antropologo britannico Edward E. Evans-Pritchard, allievo di Malinowski, ha dato un fondamentale contributo agli studi sulla parentela e sui sistemi di organizzazione politica. Egli si interessava in quel periodo dei sistemi di mantenimento dell’ordine nelle società africane prive di capi e di istituzioni politiche centralizzate.

Alcune società, come per esempio quella dei Nuer, allevatori e agricoltori insediati nell’alta valle del Nilo, in Sudan, non avevano alcun tipo di organizzazione politica istituzionalizzata: non c’erano capi, non c’erano re o sovrani, non c’era una forma di Stato, né partiti, né tanto meno leader politici. Si trattava di un tipo di società che all’epoca gli studiosi europei, con una certa supponenza, consideravano “semplice”, in una scala evoluzionistica di classificazione dei sistemi politici, che vedeva ai gradini più bassi le società indigene più “primitive”, quelle cioè prive di una qualunque forma di governo, e, ai gradini più alti, le società con ordinamenti statuali complessi.

Evans-Pritchard rifiutava questo approccio evoluzionista ed etnocentrico e non credeva che i Nuer si potessero considerare davvero così semplici e primitivi. Ma come poteva esistere una siffatta anarchia ordinata?

In una delle sue opere più importanti, intitolata I Nuer (1940), Evans-Pritchard illustra i risultati sorprendenti della sua ricerca sul campo. Scrive: «Tra i Nuer del Sudan i segmenti [lignaggi] di tribù hanno molte delle caratteristiche della stessa tribù. Ognuno ha un nome proprio, un sentimento comune e un territorio unico. Più piccolo è il segmento tribale e più compatto è il suo territorio, più vicini i suoi membri, più vari e più intimi i loro vincoli sociali generali, e di conseguenza, più forte il loro sentimento di unità».

Le  tribù nuer sono organizzate in questo modo: i lignaggi (detti anche segmenti), disposti nell’ordine gerarchico definito dalla genealogia, legano i capilignaggio all’antenato capostipite della tribù. A ogni livello i lignaggi possono essere paragonati a dei sottoinsiemi, contenuti via via in un insieme sempre più grande che li comprende tutti.

La principale funzione di questa struttura è di fornire uno schema per le alleanze politiche: i lignaggi, che a uno stesso livello di segmentazione si trovano in una relazione di opposizione, si alleano per difendere gli interessi comuni in situazioni di conflitto con un lignaggio di livello superiore.


La segmentazione nuer

Guardiamo nel dettaglio il grafico: il clan B si segmenta in due lignaggi “maggiori”, X e Y, ciascuno dei quali a sua volta si segmenta nei lignaggi “minori” X1 e Y1, che si segmenta a sua volta nei due lignaggi “minimi” Z1 e Z2.

Se per esempio un membro del lignaggio Z1 ruba una vacca oppure sconfina con la mandria o fa un qualche torto a un membro del lignaggio Z2, i due lignaggi minimi entrano in conflitto fra loro. Se però mentre sono in conflitto qualcuno del lignaggio Z1 subisce un torto da un membro del lignaggio più grande Y1, allora immediatamente Z1 e Z2 superano il conflitto, dimenticano i torti e si uniscono come lignaggio Y2 per contrapporsi su pari livello a Y1.

Esempio: poniamo che un gruppo di veneziani e un gruppo di padovani litighino fra loro per un qualche motivo; se però un membro di uno dei due gruppi subisce un torto, poniamo da un gruppo di lombardi, allora i veneziani e i padovani dimenticano subito i loro conflitti e si uniscono in nome del fatto che sono entrambi veneti e come tali si contrappongono tutti insieme al gruppo di lombardi; se poi un membro del gruppo dei lombardi viene offeso da un gruppo di francesi, veneti e lombardi superano i loro conflitti e si uniscono in funzione del fatto che sono italiani e come italiani reagiscono tutti insieme all’offesa dei francesi.

Questo sistema “a fisarmonica” di fusione e segmentazione fra lignaggi, descritto per la prima volta da Evans-Pritchard, è molto importante perché consente una flessibile riconfigurazione del senso del noi, dell’identità sociale di gruppo, a seconda del livello in cui si presenta il conflitto. Allo stesso tempo rende possibile la coesione sociale. Paradossalmente il conflitto, cioè il fenomeno che in genere minaccia l’equilibro sociale, diventa in questo caso elemento integrativo della comunità.

Le società in cui vige un dispositivo di questo tipo, che non è diffuso solo in Africa ma vale per esempio anche per le tribù beduine d’Arabia, si chiamano società lignatico-segmentarie. In questo tipo di società, apparentemente senza alcuna forma politica, l’ordine è il bilanciamento fra conflitto e cooperazione, fra le due tendenze opposte di divisione e fusione dei lignaggi a seconda della situazione.

Le società segmentarie, come quella dei Nuer del Sudan, non sono affatto semplici e primitive, al contrario: la loro complessità sta nel fatto di riuscire a esprimere pienamente le relazioni politiche nei termini di relazioni di parentela. Ciò è possibile solo perché i rapporti fra i gruppi si fondano sui legami di discendenza che uniscono i lignaggi.

Dalle ricerche di Evans-Pritchard si ricavano importanti considerazioni generali: la parentela è un insieme di codici dotato di una coerenza tale da fornire una struttura alla vita sociale e allo stesso tempo un grado di apertura che ne garantisce flessibilità e adattabilità. La parentela è dunque un idioma. Come ha affermato Clifford Geertz: «La parentela è un tipo di linguaggio sociale, un modo di descrivere e di comprendere e pertanto di plasmare, alcuni aspetti della vita sociale».

  esperienze attive

Disegna il tuo lignaggio Prendendo spunto dal diagramma “Simbologia dei sistemi di parentela” riportato nel testo, disegna il tuo diagramma di parentela, anche intervistando i tuoi genitori, nonni, zii o cugini, cercando di indicare tutti i tuoi parenti. Con quali parenti hai più rapporti e secondo te perché? Che tipo di relazione avete e qual è il tuo gruppo di discendenza? Fatto il diagramma, confrontati con i tuoi compagni. Che differenze o somiglianze noti?

per lo studio

1. Che cos’è un lignaggio e che caratteristiche ha?

2. Che cos’è un gruppo corporato?

3. Perché gli antropologi considerano la parentela come un linguaggio sociale?


  Per discutere INSIEME 

Che cosa significa che la relazione di discendenza non implica necessariamente la consanguineità? Perché è importante la dimensione relazionale e sociale quando si tratta di costruire legami di parentela? Discutine in classe con i tuoi compagni.

esperienze attive

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane