VERSO LE COMPETENZE

VERSO LE COMPETENZE

CONOSCENZE

1 Scegli il completamento corretto.


a. I saperi ecologici nativi sono le conoscenze sviluppate:

  • 1 dagli scienziati che studiano empiricamente i diversi ecosistemi da cui è formata la Terra.
  • 2 da una comunità circa il proprio ambiente tramite una lunga e delicata mediazione tra uomo e natura.
  • 3 dalla comunità scientifica al fine di ridurre l’inquinamento.


b. Secondo l’antropologa britannica Mary Douglas, la gravità di un evento dipende:

  • 1 dalle percezioni soggettive del rischio.
  • 2 dalla forza degli agenti fisici d’impatto.
  • 3 dalla misurazione oggettiva della sua probabilità.


c. Lo scienziato olandese Paul Crutzen ha definito “Antropocene” l’era geologica in cui l’umanità:

  • 1 è comparsa sulla Terra.
  • 2 è divenuta una potenza capace di modificare gli equilibri terrestri.
  • 3 sarà definitivamente scomparsa dalla Terra.

2 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).


a. L’equilibrio necessario alla vita di tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo, dipende dai rapporti reciproci degli organismi tra loro e con l’ambiente. 
  •   V       F   
b. Lo spazio antropico è uno spazio completamente artificiale, contrapposto allo spazio naturale. 
  •   V       F   
c. Secondo gli antropologi, la biodiversità determina l’etnodiversità. 
  •   V       F   
d. La biodiversità è messa in pericolo dalle profonde alterazioni degli equilibri ecosistemici, causate dagli effetti diretti dell’antropizzazione. 
  •   V       F   
e. L’etnodiversità consiste nelle differenze somatiche tra gli esseri umani, dovute alle diverse caratteristiche dell’ambiente naturale in cui si sono insediati. 
  •   V       F   
f. Secondo il paradigma possibilista, le forze naturali agiscono meccanicamente su un’umanità puramente ricettiva, determinandone i modi di vita. 
  •   V       F   

3 Abbina ciascun modello di sussistenza alla definizione corrispondente.

  • a. Orticoltura
  • b. Caccia-raccolta e pesca
  • c. Industrializzazione
  • d. Agricoltura
  • e. Pastorizia

1. Modello di sussistenza basato sul prelievo di risorse spontanee dall’ambiente. Non prevede il concetto di proprietà privata, bensì quello di diritto d’uso.

2. Modello di sussistenza basato sull’allevamento e sul consumo dei prodotti derivati. Comporta la disponibilità di vasti territori su cui muoversi liberamente.

3. Modello di sussistenza basato sulla coltivazione di terreni permanenti mediante sistemi di irrigazione artificiale e tecniche quali l’aratura e la fertilizzazione.

4. Modello di sussistenza basato sulla coltivazione itinerante di piante domestiche mediante l’uso di attrezzatura manuale e irrigazione spontanea.

5. Modello di sussistenza basato sull’impiego di forza lavoro nel sistema capitalistico della fabbrica.

LESSICO

4 Fornisci una definizione per ciascuna delle seguenti parole o espressioni.


a. Antropizzazione

b. Ecologia

c. Biodiversità

d. Etnodiversità

e. Patrimonio culturale

f. Ecosistema

g. Società acquisitive

h. Rischio

i. Adattamento culturale

j. Determinismo ambientale

k. Saperi ecologici nativi

l. Modello di sussistenza

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ESPOSIZIONE ORALE

5 Rispondi oralmente alle seguenti domande.


a. Com’è definito il concetto di paesaggio in antropologia culturale?

b. Perché la ricchezza dei patrimoni culturali locali è minacciata dalla globalizzazione? Cosa sottolineano, tuttavia, alcuni antropologi riguardo al modo in cui avviene l’occidentalizzazione del mondo?

c. Com’è definita, in lingua tamil, la foresta di mangrovie e perché?

d. Quali sono le precondizioni di un disastro?

e. Che cosa significa “storicizzare la vulnerabilità”?

ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO

6 Leggi attentamente questo brano, tratto dal romanzo Le città invisibili di Italo Calvino, pubblicato nel 1972. In questo passaggio, l’autore narra di Leonia, una città estremamente consumistica in cui più si compra, più la produzione di rifiuti aumenta, fino a costituire una sorta di muraglia che difende Leonia dalla immondizia delle altre città, a loro volta fortificate dalla spazzatura. Dopo la lettura, rispondi alle domande.


La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando filastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio.

Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità.

Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba, nessuno vuole averci più da pensare.

Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori dalla città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più l’arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste nel tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. È una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne.

Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri.

Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dello stesso crinale, immondezzai d’altre città, che anch’esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta.


I. Calvino, Le città invisibili, Mondadori, Milano 1993, pp. 113-114


a. Perché, a Leonia, il compito degli spazzaturai è così importante?

b. Che tipo di rifiuti vanno a costituire la muraglia di spazzatura che circonda la città e quale tipo di bisogni dei consumatori soddisfano questi prodotti?

c. In che senso, rinnovando se stessa ogni giorno, la città si conserva nella sua sola forma definitiva? Rifletti sul contrasto tra la fluidità della vita metropolitana, in cui ogni prodotto ha vita breve, e la permanenza della «fortezza di rimasugli indistruttibili». Che cosa cambia nella “vita” di questi oggetti con la loro trasformazione in rifiuti?

d. Perché la spazzatura di Leonia non trabocca nelle altre città? Su quale paradossale equilibrio si fonda il mondo dipinto da Calvino? Lo trovi molto diverso dal nostro? Fai un confronto critico con la situazione attuale delle nostre città.

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 2
Antropologia, Sociologia, Psicologia – Secondo biennio del liceo delle Scienze umane