T1 - Sigmund Freud, Dimenticanza di nomi

PAROLA D’AUTORE

|⇒ T1  Sigmund Freud

Dimenticanza di nomi

Freud nel 1901 pubblica il saggio Psicopatologia della vita quotidiana, nel quale analizza molte dimenticanze sue, di alcuni suoi colleghi o suoi pazienti allo scopo di dimostrare che tutte queste stranezze non sono affatto casuali, ma derivate dalla volontà di non fare, o di non dire, ciò che si è dimenticato di dire o di fare.

Se non erro, uno psicologo al quale si chiedesse come mai tanto spesso non venga in mente un nome che pur si è certi di conoscere, si accontenterebbe di rispondere che i nomi propri vanno soggetti a dimenticanza più facilmente di qualunque altro contenuto mnemonico. […]
Per me, lo spunto a occuparmi a fondo del fenomeno della dimenticanza temporanea dei nomi è venuto dall’osservazione di certe particolarità che si possono riconoscere abbastanza chiaramente, non in tutti, ma in certuni casi. In tali casi infatti non solo si ha dimenticanza, ma anche falso ricordo: cioè colui che si sforza di ricordare il nome dimenticato vede affacciarsi alla propria coscienza altri nomi, nomi sostitutivi, che subito riconosce sbagliati ma che si impongono sempre di nuovo alla mente con grande insistenza. Il processo destinato a riprodurre il nome cercato si è per cosi dire spostato, portando dunque a una sostituzione erronea. Ora, io presumo che questo spostamento non sia lasciato a un arbitrio psichico, ma segua tracciati governati da leggi e prevedibili. In altre parole, presumo che il nome o i nomi sostitutivi stiano col nome cercato in una certa connessione […].
Quando nel 1915 scoppiò la guerra con l’Italia, potei osservare su me stesso come improvvisamente fossero sottratti alla mia memoria numerosi nomi di località italiane di cui prima potevo facilmente disporre.
Al pari di tanti altri Tedeschi, avevo preso l’abitudine di passare parte delle mie vacanze in territorio italiano, e non potevo dubitare che questa dimenticanza massiccia di nomi non fosse l’espressione di una comprensibile ostilità contro l’Italia, ora subentrata alla precedente predilezione. Accanto a questa dimenticanza di nomi motivata direttamente, se ne fece però notare anche una indiretta, riconducibile al medesimo influsso. Tendevo anche a dimenticare nomi di località non italiane e trovai, nell’indagine su questi casi, che tali nomi avevano in qualche modo attinenza per assonanza lontana con i nomi nemici ripudiati.
Così un giorno mi tormentai nel tentativo di ricordare il nome della città morava di Bisenz.
Quando finalmente mi tornò alla memoria, capii subito che l’amnesia era da addebitare al palazzo Bisenzi a Orvieto. In questo palazzo si trova l’Albergo Belle Arti, dove avevo sempre alloggiato in ogni mio soggiorno a Orvieto. I ricordi più cari naturalmente erano i più danneggiati in seguito al modificato atteggiamento affettivo.
Saremo certamente abbastanza prudenti se definiremo questo stato di cose con la proposizione: accanto alla dimenticanza pura e semplice di nomi esiste anche una dimenticanza motivata da rimozione.
Rispondi

1. Che cosa si intende per “falso ricordo”?
2. Che cosa spinge Freud a dimenticare i nomi di alcune località italiane?

 >> pagina 99 

|⇒ T2  Mark Solms, Oliver Turnbull

Il caso HM

A volte alcune scoperte sul funzionamento del cervello umano dipendono da incidenti o interventi sbagliati. Nel brano che segue viene documentato lo strano caso di HM, un signore che non può più ricordare i nuovi eventi della sua vita, ma che mantiene intatta la memoria semantica e quella procedurale.

Una trattazione della neuropsicologia della memoria episodica non può considerarsi completa senza fare almeno un cenno fugace al caso di clinico di “HM”. […] Quest’uomo soffriva di un disturbo epilettico non trattabile che, cioè, non poteva essere efficacemente controllato mediante i consueti presidi epilettici farmacologici. Il focus epilettico aveva il suo epicentro a livello dell’ippocampo […].
Negli anni Cinquanta del Novecento, un neurochirurgo canadese di nome Scoville decise, sulla base della sua esperienza, di rimuovere il tessuto ippocampale malato che produceva gli attacchi epilettici. Ancor oggi, tale operazione è impiegata con successo nei casi di epilessia incurabile. Per altro, l’intervento che oggi viene effettuato differisce in un aspetto importante dall’operazione a suo tempo eseguita da Scoville su HM. Scoville rimosse, infatti, entrambi gli ippocampi, sia quello sinistro sia quello destro, di HM. La conseguenza immediata di tale operazione […] fu che HM non riuscì più, di li in poi, a trattenere alcuna memoria episodica. Il caso fu il primo ad attirare l’attenzione dei neuroscienziati sul ruolo critico sostenuto dall’ippocampo nella memoria.
HM può ancora, in certa misura, avere accesso alle memorie precedenti la malattia. Ciò significa che egli riesce ancora a ricordare la vita che conduceva fino a poco prima dell’intervento, cioè la sua infanzia e la sua prima maturità. In questo modo, egli sta praticamente ancora vivendo negli anni Quaranta del secolo scorso. HM possiede anche una normale memoria immediata. Pertanto è in grado di trattenere più o meno sette unità di informazione alla volta; ma, nel momento stesso in cui l’informazione viene trasferita dal buffer della MBT all’interno della memoria e lungo termine e viene sostituita da una nuova tranche di informazioni coscienti, egli non riesce mai a riportare le informazioni originarie alla coscienza. Il caso HM è stato studiato a lungo dai neuropsicologi. Ciò ha fatto sì che si potesse dimostrare l’integrità delle sue capacità di memoria semantica e procedurale. Anzi, in questo periodo si è assistito a un grande miglioramento nei suoi punteggi in molti degli usuali test psicologici a cui è stato ripetutamente sottoposto, per quanto egli non si sia mai ricordato di aver fatto questi test prima, né abbia mai mostrato di riconoscere alcuno dei professionisti che avevano lavorato a stretto contatto con lui, per molti anni.

Rispondi

1. Che cosa non riesce più a ricordare HM in seguito all’operazione?
2. Che cosa sono riusciti a comprendere i neuropsicologi somministrando test psicologici a HM?

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 1
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Psicologia e pedagogia - Primo biennio del liceo delle Scienze umane