VERSO LE COMPETENZE

VERSO LE COMPETENZE

CONOSCENZE
1 Scegli il completamento corretto.

a. I gruppi informali:
  • 1 si strutturano intorno a un obiettivo comune.
  • 2 si creano spontaneamente.
  • 3 sono caratterizzati da un preciso ordine gerarchico.

b. Secondo il modello configurazionale di Asch:
  • 1 ciascun individuo percepisce una singola caratteristica sulla quale basare la propria percezione degli altri.
  • 2 ciascun soggetto percepisce diverse caratteristiche che vengono poi unificate.
  • 3 non è possibile avere una percezione unitaria delle altre persone.

c. Secondo Lewin i gruppi tendono a:
  • 1 modificarsi continuamente.
  • 2 un costante dinamismo.
  • 3 un equilibrio quasi-stazionario.

d. Secondo Bion, gli assunti di base sono:
  • 1 regole esplicite circa il funzionamento di un gruppo.
  • 2 spinte esterne che guidano le scelte di un gruppo.
  • 3 modalità inconsapevoli che tengono insieme i membri del gruppo.

2 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

a. Secondo il modello algebrico di Anderson la percezione sociale equivale alla somma delle percezioni delle diverse caratteristiche.
  •   V       F   
b. Secondo Lewin la definizione di “gruppo” dipende dal numero dei suoi componenti.
  •   V       F   
c. Secondo Bion le caratteristiche gruppali sono intrinseche al funzionamento psichico dell’individuo. 
  •   V       F   
d. Il gruppo è un insieme statico di persone. 
  •   V       F   
e. L’effetto primacy consiste nel rifiutare la prima impressione come metro di giudizio nei confronti degli altri.
  •   V       F   
3 Completa le frasi utilizzando le espressioni e i termini elencati di seguito.

decisioni • somiglianza • euristiche • disponibilità • ancoraggio • pregiudizi • impressioni • rappresentatività

In psicologia le .................................. sono strategie cognitive che consentono alla nostra mente di prendere rapide .................................. e operare delle scelte.
L’euristica della .................................. si basa sul criterio di .................................. ed è alla base della formazione di molti .................................. . Secondo l’euristica della .................................. ricordi ed esperienze relative a un evento influenzano la nostra percezione sul fatto che tale evento possa accadere. L’euristica dell’.................................., infine, pone l’accento sulle prime .................................. e su come esse influenzino la valutazione di un evento.
LESSICO
4 Fornisci una definizione per ognuna delle seguenti parole o espressioni.

a. Competenze di gestione dei conflitti
b. Impressione
c. Competenze decisionali
d. Competenze di leadership
e. Capro espiatorio
f. Effetto primacy
g. Bias
h. Competenze comunicative interpersonali

ESPOSIZIONE ORALE
5 Rispondi oralmente alle seguenti domande.

a. Che cosa sono i T-Group?
b. Che cos’è la percezione sociale?
c. Perché, secondo Aristotele, “l’uomo è un animale politico”?
d. Che cos’è la natura inconsapevole di un gruppo?
e. Come si definisce un gruppo per Lewin?
f. Perché, secondo Bion, ciascun gruppo ha una duplice natura?
g. Come possono essere classificati i gruppi umani?

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ANALISI E COMPRENSIONE DI UN DOCUMENTO
6 Leggi il seguente brano tratto da Harry Potter e la pietra filosofale, scritto da J.K. Rowling. Harry, catapultato nel nuovo mondo dei maghi, scopre che all’ingresso a Hogwarts tutti i maghi del primo anno vengono smistati dal Cappello Parlante in quattro gruppi: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero, Serpeverde. Dopo la lettura, svolgi le attività.


“Benvenuti a Hogwarts” disse la professoressa Mcgranitt. “Il banchetto per l’inizio dell’anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nelle vostre Case. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra Casa sarà un po’ come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo della vostra Casa.
“Le quattro Case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim’ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell’anno, la Casa che avrà totalizzato più punti verrà premiata con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro alla Casa cui verrà destinato. […]
Rapidamente Harry abbassò lo sguardo, mentre la professoressa Mcgranitt, senza fare rumore, collocava uno sgabello a quattro gambe davanti agli allievi del primo anno. Sopra lo sgabello mise un cappello a punta, da mago. Era un vecchio cappello tutto rattoppato, consunto e pieno di macchie. Zia Petunia non avrebbe permesso neanche di farlo entrare in casa. Forse sarebbe stato chiesto loro di estrarne un coniglio, pensò Harry tutto emozionato.
Sembrava proprio il genere di cosa che... poi, notando che tutti, nella sala, stavano fissando il cappello, fece altrettanto. […]
“Allora dobbiamo semplicemente provare il cappello!” sussurrò Ron a Harry. […]
Harry sorrise debolmente. Sì, indossare il cappello era molto meglio che dover fare un incantesimo, ma gli sarebbe piaciuto che la cosa avvenisse in separata sede, non sotto gli
occhi di tutti.
Sembrava che il cappello chiedesse molto; al momento, Harry non si sentiva né coraggioso, né intelligente né altro. Se solo il cappello avesse nominato una Casa per gente che si sentiva poco sicura di sé, quello sarebbe stato il posto giusto per lui.
A quel punto, la professoressa Mcgranitt si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di pergamena.
“Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati”. […]
Harry notò che qualche volta il cappello gridava all’istante il nome della Casa e altre volte, invece, ci metteva un po’ a decidersi. […]
“Granger Hermione!”
Hermione arrivò quasi di corsa allo sgabello e si pigiò il cappello in testa con gesto impaziente.
“GRIFONDORO!” gridò il cappello. Ron emise un gemito. Harry fu colpito da un pensiero orribile, come sono sempre i pensieri di quando siamo molto nervosi. E se lui non fosse stato scelto affatto? Se gli fosse capitato di rimanere lì seduto con il cappello sugli occhi per ore, finché la professoressa Mcgranitt glielo avesse strappato dalla testa dicendo che evidentemente c’era stato un errore, e che lui doveva andarsene e riprendere il treno? […]
Ormai erano rimasti in pochi… “Potter Harry!”
Mentre Harry si avvicinava allo sgabello, la sala fu percorsa d’un tratto da sussurri simili allo scoppiettio di tanti piccoli fuochi. “Potter, ha detto?”
“Ma proprio quell’Harry Potter…?”
L’ultima cosa che Harry vide prima che il cappello gli coprisse gli occhi fu la sala piena di gente che allungava il collo per guardarlo meglio. L’attimo dopo, era immerso nel buio.
Rimase in attesa.
“Ehm…” gli sussurrò una vocina all’orecchio. “Difficile. Molto difficile. Vedo coraggio da vendere. E neanche un cervello da buttar via. C’è talento, oh, accipicchia, sì… e un bel desiderio di mettersi alla prova. Molto interessante… Allora, dove ti metto?” Harry si aggrappò forte ai bordi dello sgabello e pensò: “Non a Serpeverde, non a Serpeverde!”
“Non a Serpeverde, eh?” disse la vocina. “Ne sei proprio così sicuro? Potresti diventare grande, sai: qui, nella tua testa, c’è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c’è dubbio... No? Be’, se sei proprio così sicuro… meglio GRIFONDORO!”
Harry udì il cappello gridare l’ultima parola a tutta la sala. Se lo tolse di testa e si avviò con passo vacillante verso il tavolo dei Grifondoro. Il sollievo di essere stato scelto per quella Casa e non per Serpeverde era tale che a malapena si accorse di essere stato salutato dall’applauso più fragoroso.


J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani, Milano 1998, pp. 110-111, 113-117


a. Harry Potter è insicuro, spaesato perché ancora non conosce niente di ciò che lo circonda. Entrare in un gruppo già costituito non è sempre facile; prova a immaginare come può essere facilitato l’ingresso di un nuovo compagno di classe e a come potresti aiutarlo a conoscervi e integrarsi.
b. Proprio a partire dalle relazioni che Harry instaurerà con i suoi compagni, sarà in grado di acquisire autostima e sicurezza di sé e, soprattutto, di ricostruire il proprio passato. I gruppi di cui scegliamo di fare parte in un certo senso ci definiscono, poiché condividiamo caratteristiche comuni con le persone di cui ci circondiamo. Prova a individuare quali aspetti in comune vi definiscono, in quanto appartenenti alla stessa classe.

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7 Il fotografo Spencer Tunick è diventato famoso in tutto il mondo per le serie di fotografie chiamate Nudes, nelle quali immortala gruppi numerosi di persone nude in diversi contesti. Alla base del suo lavoro c’è l’intento provocatorio di rappresentare come siamo tutti diversi ma ugualmente tutti uguali: nelle sue fotografie infatti i soggetti fotografati (che sono sempre dei volontari) appaiono quasi come una massa indistinta.
Che cosa ci caratterizza come singoli anche quando facciamo parte di un gruppo? In classe discutete di quali sono quei particolari che definiscono la persona nella sua singolarità e quali la accomunano con gli altri esseri umani.

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 1
Dialoghi nelle Scienze umane - volume 1
Psicologia e pedagogia - Primo biennio del liceo delle Scienze umane